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Melissa officinalis
DESCRIZIONEPianta erbacea, rustica, perenne, di fusto eretto, quadrangolare molto ramificato (30-80 cm di diametro), di 50-90 cm di altezza e anche 180; foglie opposte picciolate, ovali, con le nervature in risalto nella parte inferiore della foglia, coperta di peluria e con margine seghettato, leggermente rugosa, verde scuro nella pagina superiore della foglia e chiaro in quella inferiore; fiori irregolari, bianchi, bianco-gialli, o rosa, riuniti in piccole infiorescenze all’ascella della foglia verso lo stesso lato; il frutto è un tetrachenio con piccoli semi di colore scuro. La pianta emana un penetrante odore di limone. La parte aerea muore in inverno. E’ una pianta mellifera. DISTRIBUZIONE GEOGRAFICACentro, Sud e Sud-Est Europa, Mediterraneo orientale, Africa del Nord, Asia occidentale, America del Nord. Zone temperate. ORIGINE Asia, Sud dell’Europa e Mediterraneo.HABITAT Campi, ripe, torrenti, luoghi ombreggiati sia freschi sia caldi, ai margini del bosco, sugli argini dei canali, luoghi umidi, incolti, prati, vigneti. Frequentemente selvatica, molto frequente coltivata.ALTITUDINE0-1000 m.s.l.m. Prospera in tutto il piano basale. All’aumentare dell’altitudine diminuisce il rendimento in olio essenziale.CLIMA Temperato o temperato-caldo. Pieno sole o meglio semi-ombra, orientata a mezzogiorno ma non troppo esposta. Vulnerabile alle gelate; sensibile al freddo e agli ambienti secchi. Proteggere le radici durante gli inverni rigidi. Piovosità 550-600 mm annui.SUOLO E’ poco esigente in tipo di suolo però preferisce suoli ricchi di sostanza organica, freschi, umidi ma non eccessivamente e drenati (la pregiudica la stanchezza idrica), profondi, permeabili, alluvionali, argillosi, sabbiosi, di media consistenza. In suoli leggeri e secchi le foglie ingialliscono e la resa si riduce. In terreni irrigui la droga è meno profumata.
PROPAGAZIONENormalmente per seme, in serra riscaldata o semenzaio, preferibilmente basso, in febbraio-marzo, secondo le regioni, anche a metà primavera. Trapianto verso marzo-aprile, quando le piante sono alte 8-10 cm e 5-6 foglie. Con i cassoni riscaldati si può anticipare la semina di 45-60 giorni. Si semina anche nei cassoni all’aperto, in marzo-aprile con trapianto in autunno (anche settembre) o meglio all’inizio della primavera dell’anno seguente, piantare direttamente in aprile. Nei cassoni con rete ombreggiante si può seminare in giugno-agosto e trapiantare in autunno (verso ottobre) o anche nella primavera seguente. Si può anche seminare in autunno (settembre) proteggendo con un basso telaio e trapiantando in aprile-maggio. La semina diretta è proibitiva per il costo della semente. Si moltiplica anche per talea, il trapianto si fa in autunno o in febbraio-aprile, spaziando 50 cm, a volte si tiene nel cassone, o per divisione del cespo, o per stoloni in autunno (novembre-dicembre), quando la pianta si trova in riposo vegetativo all’inizio della primavera (febbraio-marzo), coprendo l’apparato radicale con sabbia e trapiantando in aprile. ALCUNE CARATTERISTICHE· Peso di 1 l di seme: 550 g · Semi contenuti in un g: 1950 – 2000 · Tempo di germinazione: 15-35 giorni · Germinabilità al buio, a 20-30 °C, in 24 giorni: 25% · Durata della facoltà germinativa: 4-7 anni, meglio utilizzare la semente dell’anno · Densità di semina in vivaio: 2g/m2 che producono 500-1000 piantine
DENSITA’ D’IMPIANTO
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FERTILIZZAZIONEPrima del trapianto il terreno deve essere lavorato profondamente, in 2 lavorazioni, concimando 20-30 t/ha di concime maturo e 70 kg di P2O5 (350-670 kg/ha di superfosfato calcico) e 150-180 kg di K2O (285-380 kg/ha di solfato potassico). Dopo un anno 100-150 kg di N (476-750 kg/ha di solfato ammonico); questo distribuito tra la ripresa vegetativa (primi di maggio) e il primo taglio, per la crescita della pianta intera, mentre per la produzione di seme ridurre l’azoto e apportare con continuità P e K, o meglio: annualmente 60 kg di N (285-300 kg di solfato ammonico), 60 kg di di P2O5 (300-400 kg/ha di superfosfato calcico) e 80 kg di K2O (150-170 kg/ha di solfato potassico). Per la produzione di olio essenziale necessita di una grande quantità di zolfo. E’ necessario un apporto di N (in forma di nitrato calcico o sodico) dopo il primo taglio, a partire dal secondo anno di vegetazione, in dosi di 30 kg (190-195 kg/ha). La melissa è sensibile alle concimazioni in copertura, perciò si presta attenzione a non distribuirle sulle foglie. Le concimazioni azotate aumentano la produzione di biomassa.
LAVORI COLTURALIRichiede poche cure. Aratura a 30-35 cm di profondità (o 40-45). Alla seconda aratura interrare il concime. L’irrigazione non deve essere troppo copiosa, 2-3 all’anno; utili in periodo di siccità e dopo il primo taglio; ripetute soprattutto dopo il trapianto per eliminare la crosta dura e le malerbe. In autunno si taglia a raso terra e si copre con compost o humus. Tutti gli anni è necessaria una lavorazione invernale, con interramento di letame maturo e concimazione chimica completa. PARTI UTILIZZATE Foglie e sommità fiorali.EPOCA DI FIORITURAIn maggio-settembre, molto intensa, in luglio e agosto.RACCOLTALa raccolta si effettua con tempo secco, per evitare l’imbrunimento della pianta durante l’essiccazione. Si taglia 2 volte l’anno: una immediatamente prima che fiorisca (maggio-giugno) e l’altra in autunno (settembre-ottobre). Nell’anno d’impianto si effettua un solo taglio ad agosto. A volte si fanno tre tagli, maggio, giugno e luglio. Tagliare a livello del suolo con una falce . Per l’erboristeria si taglia quando le foglie raggiungo il loro massimo sviluppo, per cui si fanno 2 raccolte prima della fioritura.
ESSICCAZIONE Conviene tagliare in una giornata secca, la mattina dopo che si è asciugata la rugiada per evitare che le foglie bagnate si imbruniscano. Non accumulare per evitare il riscaldamento (fermentazione). Non superare i 40 °C. La melissa si presenta in 2 forme: sommità fiorite e foglie. Nel primo caso si essicca in un locale fresco e ben aerato con i rami interi; nel secondo caso si procede alla defogliazione del fusto da fresco e si mettono subito le foglie ad essiccare su un telaio. Il prodotto va rivoltato minuziosamente perché può essere soggetto ad ammuffimento. Il prodotto essiccato dura circa un mese. Seccare in un locale buio e ventilato. La temperatura non deve superare i 35-38 °C; in caso contrario la pianta perde il suo aroma. Le foglie si tolgono dopo l’essiccazione. MALATTIEPrestare attenzione alle chiocciole e alle limacce. La malattia più temuta è l’oidio, soprattutto in ambiente umido. Un parassita specifico della melissa è la Septoria melissae, è attaccata anche dal coleottero Criptocephalus ocellatus e l’ Ocenthus pellucens.DURATA DI UNA COLTIVAZIONE5-10 anni, per ottenere una resa remunerativa non conviene superare i 3-5 anni.RESAIl primo anno 3-4 t/ha di pianta fresca; negli anni successivi, 8-12 t/ha di pianta fresca per taglio. 3 tagli possono dare più di 20 t/ha di pianta fresca. L’essicazione riduce il peso fresco del 35%; se si tratta di sole foglie fresche si riduce al 20-25% del peso iniziale.COMPOSIZIONEFoglie e Sommità fiorite- Olio volatile (0.1-0.2 %) composto soprattutto da composti ossigenati: citrale a e b, citronellale, eugenolo acetato, geraniolo e piccole quantità di idrocarburi terpenici quali α-cubebene, copaene, β-burbonene. Polifenoli: acido caffeico, protocatechico. Flavonoidi: luteolin-7-glucoside e ramnazina. Acido rosmarinico. Triterpenoidi: acido ursolico.USIFitoterapia (“Acqua dei Carmelitani” o “Melissana”), industria farmaceutica, liquoristica (Chartreuse, liquore Benedettino e altri), profumeria e cucina (condimenti e insalate) cosmesi e come pianta ornamentale.OSSERVAZIONILa domanda del prodotto è notevole. Richiede molta mano d’opera nel momento della semina, del trapianto e del taglio.
Testi a cura del Dipartimento di Agronomia e Produzioni Vegetali dell’Università degli Studi di Padova
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