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Settembre è il mese cruciale per il delinearsi dei negoziati a livello di Consiglio e Parlamento europeo sul controllo dello Stato di Salute della PAC. Il mese di luglio si era concluso con la discussione in Consiglio agricoltura, rimasta però su un piano piuttosto generale. Con la ripresa dell’attività istituzionale, dopo la pausa estiva, i negoziati entrano ora nel vivo. Dopo l’appuntamento del Consiglio informale agricolo del 21 settembre, dedicato principalmente ad una discussione sul futuro della PAC dopo il 2013, i Ministri dovranno iniziare a scoprire le proprie carte già in occasione della riunione formale del 29 settembre. L’accordo politico dovrebbe avvenire nel corso del Consiglio di novembre, calendarizzato il 17 e 18 con un’appendice eventuale il 28. Parallelamente, il Parlamento europeo si è confrontato il 23 settembre, in prima istanza in commissione agricoltura, con gli oltre 800 emendamenti alla relazione dell’On. Capoulas Santos. Il voto in commissione parlamentare avverrà il 7 ottobre mentre la sessione plenaria per il via libera definitivo alla relazione é prevista per il mese di novembre.
Il Consiglio agricolo informale del 21 settembre è stato dedicato all’avvio dei dibattiti sul futuro della PAC dopo il 2013. Nonostante la Commissaria all’Agricoltura, Mariann Fischer Böel, abbia manifestato perplessità sulla tempistica (“non é il momento appropriato per parlare del dopo 2013”), la Presidenza francese ha inteso avviare la discussione su come prepararsi al meglio alle nuove sfide del settore. L’idea di base é quella di dare legittimità alla PAC, facendo in modo che essa possa rispondere alle problematiche principali degli anni a venire. La sfida principale rimane quella alimentare: “gli agricoltori dovranno continuare a produrre”. Le altre priorità riguarderanno la sfida ambientale e la salvaguardia dei territori. A questi temi corrispondono alcuni obiettivi prioritari che un documento ancora informale della Presidenza riassume nella sicurezza alimentare europea e mondiale, nel mantenimento degli equilibri degli spazi rurali per mantenere una localizzazione dell’occupazione agricola e nella partecipazione alla lotta contro i cambiamenti climatici.
(notizia del 7 novembre 2008)
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