18.07.08 Energia rinnovabile? il maiale la sa fare (ad esempio)


Presentato a Legnaro (PD) uno studio di Veneto Agricoltura sulla realtà degli impianti Biogas veneti che producono energia elettrica e termica dagli scarti agricoli e agro-industriali.

 

Del maiale non si butta via niente! Nemmeno le sue…deiezioni, fonte preziosa di energia che, trasformata dagli
impianti di biogas

, può essere immessa nella
rete elettrica

nazionale, usata per il
teleriscaldamento

o riutilizzata nelle stesse aziende agricole; infine, i resti della trasformazione diventano un sottoprodotto che può essere impiegato come
compost

per concimare o come
fertilizzante

agricolo, grazie all’azoto contenuto. Come per il letame o il liquame, ci sono molti altri scarti agricoli (vegetali e animali), dell’agro-industriale ed anche dei rifiuti umidi urbani, che possono diventare biogas e contribuire considerevolmente a ridurre l’uso di
combustibili fossili

tradizionali, rispettando pure l’
ambiente

. L’investimento in energie alternative, auspicato globalmente e promosso localmente anche dalla
Regione Veneto

, richiede tuttavia degli studi approfonditi su cui poi progettare interventi mirati, lì dove le potenzialità sono maggiori e minore è l’impatto ambientale. Di questo si è discusso oggi al convegno tenutosi a Legnaro (PD), organizzato da
Veneto Agricoltura

e dall’
Università di Padova

in collaborazione con il
CRPA

(Centro ricerca produzioni animali), dell’
AIEL

(associazione italiana per le energie agro-forestali): oltre al minuzioso
monitoraggio

dei
28

impianti a biogas presenti nel Veneto (
8

nel veronese e nel padovano,
6

nel vicentino,
3

nel trevigiano,
2

nella provincia di Venezia,
1

in quella di Rovigo e purtroppo, nessuno nel bellunese) e ai dati relativi alla qualità e quantità di
biomassa

veneta ( un totale di
23 milioni di tonnellate

all’anno di cui 6.5 milioni solo di liquame!), sono stati presentati i considerevoli numeri della produzione di energia con quasi
45 milioni di mc di biogas

prodotto e una potenzialità degli impianti che supera i
15,5 MegaWatt elettrici

. Il tutto usando appunto gli scarti e non materie prime destinate al consumo alimentare. “C’è purtroppo una certa confusione quando si parla di impianti biogas – conferma il Direttore del settore Ricerca e Sperimentazione di Veneto Agricoltura Giustino Mezzalira – in quanto si tende a ricomprendere nel termine “biomassa” anche prodotti agricoli dalla destinazione più pregiata. Qui invece si vuole sfruttare fino in fondo una
risorsa di scarto

da riutilizzare per creare nuova energia. Veneto Agricoltura ha attivato una specifica
Azione Strategica sulla Bioenergie

istituendo un nuovo settore all’interno della propria struttura proprio per dare delle risposte al territorio e agli operatori del settore. Sono necessari – conclude Mezzalira – investimenti e leggi che consentano una
semplificazione

burocratica finalizzata a incrementare questo approccio
alternativo

all’approvvigionamento energetico, anche per le piccole aziende agricole.”

 

 

Ufficio Stampa