Riprende il dibattito sul futuro della PAC


La politica agricola europea si ritrova, tanto per cambiare, sugli scudi o, se vogliamo, sulla graticola. Così, finita la pausa estiva, è ripreso subito il dibattito avviato nei mesi scorsi presso le Istituzioni comunitarie e in ogni Stato membro. Dibattito che ruota attorno ad alcune importanti questioni, prima fra tutte quella legata alle prevedibilmente scarse risorse finanziarie del bilancio UE 2014-2020.
Sull’argomento, Francia e Germania hanno fatto sentire la propria voce ribadendo che l’Europa necessita di una PAC forte e strutturata su importanti obiettivi. Di conseguenza – sostengono i due Paesi – le ambizioni dovranno essere accompagnate da adeguate risorse finanziarie senza le quali verrebbe messo a rischio il futuro stesso dell’agricoltura europea.
Per affrontare con forza queste sfide, l’UE dovrebbe dunque dotarsi di un quadro normativo adattato alle mutate esigenze sul quale innestare una serie di proposte che Francia e Germania hanno così sintetizzato:
– no alla rinazionalizzazione della PAC attraverso i co-finanziamenti dei pagamenti diretti;
– miglioramento degli strumenti di mercato per contenere la volatilità dei prezzi e migliorare la posizione degli agricoltori nella catena alimentare;
– adozione di strumenti per l’assicurazione dei redditi dei produttori;
– conferma del sistema dei pagamenti diretti, adattandolo con una “enveloppe di flessibilità” e rigettando l’approccio di un pagamento unico per tutti gli agricoltori europei;
– maggiore autonomia degli Stati membri nella gestione delle misure di sviluppo rurale;
– semplificazione e sburocratizzazione della PAC.
Alla posizione unitaria di Francia e Germania (i due Stati membri che in assoluto più beneficiano dei fondi agricoli europei) fa da contraltare la posizione di Regno Unito e Svezia che propongono di ridimensionare lo strumento PAC, a cominciare proprio dal profilo finanziario.
E’ prevedibile che, in vista della presentazione della Comunicazione sul futuro della PAC dopo il 2013, prevista per il 17 novembre prossimo, i confronti tra i Ministri agricoli dei 27 Stati membri si faranno sempre più accesi.
Da più parti viene sottolineato che il pacchetto di proposte franco-tedesco mostra di avere un approccio negoziale realistico e nel contempo ambizioso, che consente di aprire il negoziato su una base di partenza avanzata ma fondamentalmente legata alle esigenze delle imprese agricole europee.