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Il 4 maggio a Umago, in occasione della Fiera della pesca Croata, è stato presentato il Distretto di Pesca Nord Adriatico. Dopo anni di esperienze di partenariato, le Regioni Veneto, Emilia Romagna e Friuli Venezia Giulia hanno ora a disposizione uno strumento per essere uniti nella programmazione e gestione delle attività di pesca in concertazione con gli operatori del comparto e con la presenza di un rappresentante del Mipaaf. In ottemperanza alle disposizioni legislative della Politica Comune della Pesca che mira, soprattutto in ambito di riforma, a una forte regionalizzazione delle governance, è possibile individuare aree omogenee per le attività ittiche alle quali poter applicare regole comuni di gestione. Su queste basi, sono stati approvati i Decreti Ministeriali 23 febbraio 2010 e 27 febbraio 2012 di istituzione del Distretto di Pesca.
Le problematiche che il settore pesca manifesta, le crisi produttive, i legami di filiera e sanitari, le questioni connesse alla commercializzazione e alla valorizzazione commerciale del prodotto, le problematiche gestionali delle imprese, le normative e i vincoli imposti dall’UE, nonché l’eccessiva antropizzazione della fascia entro le tre miglia, impongono oggi più che mai una gestione efficiente e coordinata delle politiche locali della pesca.
Una gestione comune e diversa dal resto dell’Adriatico dei fermi pesca è auspicabile e condivisa dagli operatori, così come l’adozione di Piani di gestione della risorsa a livello di macroarea e l’adozione di politiche di promozione e valorizzazione delle specie tradizionali di un mare comune. Per il momento durante i periodi di fermo pesca italiano, la Croazia tiene vivi i nostri mercati e la vitalità della filiera grazie alle importazioni di prodotto fresco. Nel 2009 abbiamo importato dalla Croazia prodotti ittici per un valore di 20 milioni di euro complessivi, e abbiamo esportato per quasi 6 milioni di euro. Si ricorda che comunque il Nord Adriatico italiano è un importatore netto di prodotti ittici e che la bilancia commerciale risulta negativa per oltre 200 milioni di euro.
In questa ottica i diversi interessi comuni regionali trovano nel Distretto un punto di sintesi e di condivisione, per essere poi proposti e presentati nelle opportune sedi ministeriali e comunitarie. Il Distretto, proprio perché formato dalle Amministrazioni regionali e da rappresentanti del Mipaaf, dovrebbe avere una capacità di dialogo e un’attenzione da parte delle Istituzioni Europee che singolarmente operatori e Regioni faticano a ottenere. Inoltre, possiede la forza necessaria per affrontare cambiamenti e criticità legati alla crisi economica, alle normative UE, a calamità naturali o emergenze sanitarie che necessitano di misure e interventi di carattere straordinario e territorialmente limitati.
Per questo l’attività di promozione del partenariato verso le regioni transfrontaliere dell’Alto Adriatico, la Regione Istriana, la Contea Litoraneo Montana in Croazia e la Slovenia, è quanto mai opportuna e fondamentale. Il loro coinvolgimento, una volta superati i limiti di carattere politico-istituzionale, potrà dare al Distretto il respiro che la stessa UE promuove a favore delle comunità costiere e delle imprese ittiche che operano in un bacino comune per tradizioni, tipologie di pesca, problematiche e bisogni.
vai al documento di approfondimento del Distretto di Pesca Nord Adriatico
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