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Nel 2014 il totale dei soci aggregati alle Organizzazioni di Produttori (OP) del Veneto ammonta a 3.983 unità (fig. 1), in calo del 4,7% rispetto all’anno precedente: è un dato che conferma l’andamento negativo in atto e che è ormai strutturale, dal momento che si registra una continua riduzione del numero di aziende associate, scese del 20% rispetto al 2010. Considerando la serie storica di lungo periodo, il numero dei soci nel 2014 è ancora maggiore rispetto a quello del 2005, ma il saldo positivo si sta riducendo di anno in anno: la base associativa delle OP venete è composta da 1.074 aziende agricole individuali e 55 persone giuridiche, sia cooperative che altri tipi di forme societarie.
Il totale delle superfici investite nel 2014 è di 14.470 ettari (fig. 2), subendo una leggera riduzione (-0,7%) rispetto al 2013; tuttavia, è necessario distinguere tra il comparto frutticolo e quello orticolo. La superficie coltivata a frutta ammonta a 7.655 ettari, in calo di circa 5,5 punti percentuali rispetto all’anno precedente, con un andamento negativo che si protrae dal 2011. Gli investimenti ad ortaggi sono invece pari a 6.815 ettari, in aumento del 5% rispetto al 2013, con un trend positivo che vede un incremento del 22% rispetto al 2010.
La quantità di prodotti commercializzati dalle OP è di 381.628 tonnellate (fig. 3), in ripresa rispetto al 2013 (+2,7%), confermando l’andamento altalenante degli ultimi anni.
Nonostante l’incremento delle quantità commercializzate nel 2014, il Valore della Produzione Commercializzata (VPC) ha subito una riduzione del 5% rispetto al 2013, attestandosi a circa 357,4 milioni di euro. Le OP attive nel 2014 sono state 18, in calo di un’unità, quindi il VPC medio conseguito da ogni OP si è mantenuto sostanzialmente invariato a circa 19,8 milioni di euro (+0,4% rispetto al 2013). Stabile anche il valore della produzione mediamente riconosciuto ad ogni singolo associato, che si attesta a circa 90.000 euro. Nel 2014, la quota di valore della produzione regionale aggregata dalle OP è scesa al 47%, in calo rispetto al 51,1% del 2013; nonostante questa riduzione essa si mantiene al di sopra del 40%, potendo così posizionarsi sui livelli dei paesi più virtuosi dell’EU-27 (fig. 4).
Considerando il VPC distinto per OP, bisogna innanzitutto notare che nel 2014 è stata revocata l’autorizzazione all’OP Saccagnana e che l’OP Europ ha di fatto cessato ogni attività, essendo stata autorizzata l’OP CO.FRU.TA. Anche nel 2014 i primi tre posti della classifica a livello regionale per VPC sono occupati da: Ortoromi, che mantiene la sua leadership e registra un lieve aumento del VPC rispetto al 2013 (65 milioni di euro, +2%) aumentando così la sua quota sul totale; seguono Apo Scaligera, che ha subito un calo del VPC del 3% (41,8 milioni di euro) e APO Ve-Friuli, che si mantiene sul podio nonostante una riduzione del VPC del 13% (circa 35 milioni di euro). Tra le OP che nel 2014 hanno registrato un significativo incremento del VPC, va segnalata la performance dell’OP Camposole, che dopo la forte riduzione registrata nel 2013 ha fatto segnare una ripresa del VPC di circa il 16%, risalendo a 1,4 milioni di euro. Incrementi a due cifre anche per Orti dei Berici e Fungamico, che hanno chiuso l’anno entrambe con un incremento del 12% (rispettivamente con un VPC di 10,6 milioni di euro e 11,2 milioni di euro). Tralasciando il calo dell’OP COZ (-45%) dettato probabilmente da profondi cambiamenti delle scelte societarie, registrano flessioni del VPC a doppia cifra, oltre all’APO Veneto-Friulana già citata in precedenza, anche Geofur (10,7 milioni di euro, -18,5%), OP COP (29,4 milioni di euro) e Nogalba (1,7 milioni di euro), entrambe in calo dell’11%.
Per quanto riguarda i canali di commercializzazione, la Distribuzione Moderna (supermercati/catene distribuzione moderna), nonostante abbia subito un calo del 10% rispetto al 2013, mantiene il primato con una quota del 40% della produzione commercializzata dalle OP in Veneto in valore, pari a 138 milioni di euro. Resta invece pressoché invariato l’ammontare dei prodotti commercializzati all’ingrosso (118 milioni di euro), cosa che consente a questa tipologia di canale di mantenere una quota delle vendite pari al 33% a livello regionale (+1,3% rispetto al 2013). Si riconferma la terza posizione delle esportazioni, che pesano per il 20% sul complessivo, con quasi 72 milioni di euro, sebbene abbiano registrato una riduzione del 4,4% rispetto all’anno precedente; le vendite destinate alle imprese di trasformazione sono rimaste invece invariate rispetto al 2013 (22 milioni di euro, +1,1%). Significativo è l’incremento del valore dei prodotti trasformati dalle stesse OP (+46% rispetto al 2013), che comunque incide, assieme alle vendite al dettaglio, per meno del 2% sul complessivo.
Guardando il VPC aggregato per singolo prodotto (fig. 7), insalate[2] e funghi rappresentano circa il 25% della produzione complessiva: nel dettaglio, il valore delle insalate ha subito un calo del 7% rispetto al 2013, fermandosi a 44,9 milioni di euro, mentre i funghi con 44,4 milioni di euro di VPC, confermando il trend positivo degli anni precedenti e il peso sempre maggiore occupato nel VPC complessivo. Tranne i cavoli, tutti i principali prodotti hanno registrato variazioni negative del VPC rispetto al 2013, in particolare radicchi (21,1 milioni di euro, -19,4%), mele (30,5 milioni di euro, -13,4%) e kiwi (15 milioni di euro, -11,5%) presentano riduzioni a doppia cifra, mentre lattughe (21,8 milioni di euro, -8%), fragole (21,2 milioni di euro, -3,6%), pomodori (8,7 milioni di euro, -2,2%), pere (12 milioni di euro, -0,7%) e noci (5,4 milioni di euro, -1,8%) registrano delle flessioni più contenute. In calo anche le pesche, che scendono sotto quota 4,5 milioni di euro (-24,3%) e i meloni, che si fermano a 7,3 milioni di euro (-12,3%). È invece positivo l’andamento per gli ortaggi del genere Brassica (13,5 milioni di euro, +5,4%), i piccoli frutti (5,7 milioni di euro, +9,5%), gli spinaci (2 milioni di euro, +9,8%), le cipolle (7,5 milioni di euro, +1,2%) e sopratutto le piante aromatiche, che raggiungono quasi i 2,5 milioni di euro con un incremento del 48,3%. Raddoppiano addirittura il VPC aggregato gli asparagi e i cocomeri, ma con valori più contenuti, rispettivamente pari a 1,3 milioni di euro e 750 mila euro.
Passando ora al confronto tra il VPC aggregato dalle OP distinto per prodotto e il totale del valore della produzione generato a livello regionale (fig. 8), si può notare che i funghi mostrano il più elevato grado di aggregazione (88% del valore veneto), con un incremento di 11 punti percentuali rispetto all’anno precedente. Rilevante anche la quota di valore aggregata dal comparto insalate (insalata e lattuga), che raggiunge i tre quarti del valore regionale complessivo con un aumento dell’incidenza di sette punti percentuali rispetto al 2013. Elevata anche la quota di aggregazione della produzione veneta registrata dai radicchi (45,6%), cavoli e cavolfiori (46,8%), fragole (38,5%) e meloni, che passano dal 29,5% del 2013 al 40% nel 2014. Continua a ridursi, invece, anche nel 2014, il peso delle mele, che perdono 24 punti percentuali rispetto all’anno precedente scendendo ad una quota aggregata inferiore meno del 35%, e i kiwi, che si fermano a quota 29,3%, rispetto al 42,4% del 2013.
Infine, analizzando gli investimenti, i contributi ricevuti dalle OP nel 2014 ammontano a 23,6 milioni di euro (+16% rispetto al 2013). Nel dettaglio, quasi tutti le misure di investimento hanno registrato un incremento delle risorse investite ad eccezione della ricerca e produzione sperimentale, dove il calo è del 27,5%. Da segnalare il consistente incremento degli investimenti nelle attività di prevenzione e gestione della crisi (+46,6% rispetto al 2013) e l’aumento di circa il 17% della spesa per azioni intese a pianificare la produzione (per un totale di 4,2 milioni di euro) e di quelle rivolte a migliorare e salvaguardare la qualità dei prodotti (con 8,4 milioni di euro), che costituiscono la voce a cui vengono destinati la maggior parte degli investimenti (fig. 9). Meno rilevante l’incremento relativo di risorse destinate ad azioni per il miglioramento della commercializzazione dei prodotti (5,8 milioni di euro, +6,6%) e ad azioni ambientali (gestione dei rifiuti, produzione biologica/integrata,..), a cui sono stati destinati circa 3 milioni di euro (+3,4%).
News
[1] Il report è stato realizzato da Martina Bianco, stagista dell’Università degli Studi di Padova (corso di laurea in Economia e Management) presso il settore Economia, Mercati e Competitività di Veneto Agricoltura e Renzo Rossetto.
[2] Sono comprese le insalate da taglio (baby leaf, rucola, valeriana,…); sono dunque escluse le sole lattughe a cappuccio (inserite nella voce “lattughe) e le cicorie (inserite nella voce “radicchi”)
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