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Secondo l’Europarlamento un’affidabile politica di etichettatura del pesce UE aumenterà la fiducia dei consumatori e lo sviluppo economico del comparto.
In una risoluzione approvata nei giorni scorsi, gli eurodeputati hanno chiesto un sistema di tracciabilità forte per tutti i prodotti ittici venduti nei ristoranti e nei negozi europei, per prevenire casi di etichettatura non veritiera. I parlamentari hanno espresso preoccupazione per i risultati di vari studi che mostrano livelli significativi di etichettatura scorretta dei prodotti ittici venduti sul mercato UE.
Per questo motivo hanno invitato gli Stati Membri a rafforzare i controlli nazionali, anche dei prodotti ittici non trasformati destinati al settore della ristorazione e della gastronomia, per contrastare le frodi e individuare la fase, all’interno della catena di approvvigionamento, in cui il pesce è oggetto di etichettatura erronea.
Ricordiamo che il Piano di controllo del 2015 della Commissione europea per valutare la prevalenza sul mercato di pesce bianco etichettato in modo errato mostra, per quanto riguarda le specie oggetto della dichiarazione, un livello di conformità nel 94% dei campioni prelevati. Tuttavia, per alcune specie, i livelli di non conformità si sono presentati molto alti. Il tasso del 6% è considerato relativamente basso rispetto ad altre analisi più ristrette negli Stati Membri. Un recente studio condotto da una ONG ha denunciato casi allarmanti di etichettatura errata del pesce servito nei ristoranti di Bruxelles. Lo studio, basato su test del DNA, rivela che circa un terzo delle etichettature sui pesci esaminati presenta errori.
L’Europarlamento si è detto dunque favorevole alla creazione di un sistema solido di tracciabilità, dallo sbarco al consumo, che infonda fiducia ai consumatori e rafforzi il mercato europeo. I deputati hanno invitato gli Stati Membri a sfruttare il potenziale del codice a barre con il DNA per contribuire a identificare le specie. Inoltre, hanno chiesto alla Commissione di valutare i vantaggi della creazione di un sistema di etichettatura a livello UE, che dovrebbe assicurare la trasparenza e la credibilità del processo di certificazione e fornire informazioni comprensibili, verificabili e precise.
Una solida politica di etichettatura europea nel settore della pesca costituirebbe, infatti, un elemento fondamentale per stimolare lo sviluppo economico delle comunità costiere, riconoscendo le migliori pratiche dei pescatori e mettendo in evidenza la qualità dei prodotti che forniscono ai consumatori.
Il Parlamento ha invitato, infine, la Commissione a correggere la confusione causata dall’attuale obbligo di etichettatura UE basata sulle zone e sotto-zone definite dalla FAO, che si rivela particolarmente problematica nel caso delle catture in talune sotto-zone della zona 27 dove, tra l’altro, la Galizia e il Golfo di Cadice sono etichettati come “Acque portoghesi”, il Galles come “Mare d’Irlanda” e la Bretagna come “Golfo di Biscaglia.
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