26.04.2017 INFLUENZA AVIARIA IN CINA: RAFFORZARE SUBITO I CONTROLLI


Sorveglianza,
prove di laboratorio, mercati puliti sono tutte strategie per contenere la
modificazione del virus H7N9, un’epidemia risorgente da un nuovo ceppo
d’influenza aviaria, che può essere letale per gli esseri umani.

I casi umani di virus H7N9, rilevati per la prima
volta in Cina quattro anni fa, sono improvvisamente aumentati dal dicembre
2016. Ad inizio marzo si stima che siano stati segnalati più casi umani
d’influenza A (H7N9) rispetto a tutti quelli causati da altri tipi di virus
d’influenza aviaria (H5N1, H5N6, ecc.) messi insieme. Lo sostiene l’Organizzazione
mondiale per la salute animale (OIE) che ricorda come, durante le ondate
precedenti, la maggior parte dei pazienti infettati aveva visitato mercati di
uccelli vivi o era entrata in contatto con volatili infetti.

Dal 2013, la Cina
ha investito molto nella sorveglianza dei mercati di volatili vivi e degli
allevamenti di pollame. Tuttavia, la sorveglianza di questo virus si è
dimostrata particolarmente impegnativa in quanto, fino a poco tempo fa, non ha
causato segni, se non sparuti, di malattia nei polli. Considerando la capacità
di mutare del virus dell’influenza aviaria, è essenziale che i Servizi
veterinari nazionali sorveglino costantemente i diversi ceppi circolanti negli
animali dei rispettivi Paesi, e questo per proteggere sia la salute umana che
quella animale.

Per proteggere la salute umana e i mezzi di sussistenza delle
popolazioni, è dunque essenziale affrontare la malattia alla sua fonte, nel
pollame: gli sforzi devono indirizzarsi verso l’eliminazione del virus H7N9
nelle aziende agricole e nei mercati colpiti. Inoltre, è necessaria una
sorveglianza mirata per rilevare la malattia e per risanare gli allevamenti infetti
e i mercati di volatili vivi, intervenendo nei punti critici lungo l’intera
catena di valore del pollame – dai campi alla tavola