VINO E PRODOTTI TIPICI: LE “STRADE DEL VENETO” VERO VALORE AGGIUNTO

Poche le risorse, molte le potenzialità. Il Report di Veneto Agricoltura analizza, a 18 anni dalla legge istitutiva, punti di forza e di debolezza di uno “strumento” pensato per valorizzare le aree rurali. 211 i soggetti intervistati. Le 19 Strade piacciono di più all’estero e fuori regione. Il ruolo del web.

Nel Veneto esistono ben 19 Strade del vino e dei prodotti tipici, sorte con l’intento di valorizzare con più forza i territori che attraversano e i prodotti che sapienti mani realizzano con maestria grazie ad antiche tradizioni e vision moderna. A beneficiarne è l’imprenditoria locale, anche quella turistica, e dunque lo sviluppo socio-economico delle aree rurali nella loro complessità. È quanto emerge dal Report (https://bit.ly/2mwOrWl) realizzato da Veneto Agricoltura che fa il punto sul fenomeno “Strade del vino e dei prodotti tipici” a 18 anni dalla legge regionale che ha dato il via alla loro costituzione e affermazione (soprattutto all’estero).

Lo studio dell’Agenzia regionale si è posto l’obiettivo di analizzare queste realtà, di verificarne i fattori di successo e le criticità, nonché di individuare azioni, strumenti e informazioni utili ad affrontare le sfide future. La metodologia utilizzata  ha visto la messa a punto e distribuzione di un apposito questionario ad un campione rappresentativo di 211 associati alle Strade, su circa 800 complessivi, suddivisi in base alla tipologia di attività, ovvero: aziende produttrici (aziende agricole, cantine); strutture ricettive (agriturismo, alberghi, bed & breakfast); servizi per la ristorazione (trattorie, ristoranti, enoteche, bar); altre attività inerenti la Strada (agenzie turistiche, guide, musei, piccoli negozi). All’analisi hanno collaborato sia il neonato Coordinamento regionale delle Strade del vino e dei prodotti tipici, che il referente ufficio della Regione del Veneto.

Punti di forza

Riguardo alla “base associativa” del Coordinamento delle Strade del vino e dei prodotti tipici, essa è formata da un nucleo consolidato pari a circa il 50% (soci da più di 8 anni), mentre l’8% lo è da meno di due anni, ma con l’interessante caratteristica della prevalenza di produttori che effettuano anche vendita diretta. Emerge la caratteristica di alcune Strade che attraggono turisti grazie al brand vino, incoming del quale beneficiano alberghi, ristoranti e altri soggetti ma, ahi loro, non i produttori: il prodotto vino pur possedendo dei brand molto forti (Amarone, Prosecco, etc.), non sempre è correttamente allineato/utilizzato per la valorizzazione comunicativa del territorio. Il principale veicolo promozionale a disposizione delle Strade del Vino è il web, Internet, in linea con il tipo di turismo che esse attraggono, dall’estero o comunque da fuori Veneto; dato questo che fornisce un’indicazione molto precisa sull’investimento strategico da fare in termini di marketing.

L’altro binario informativo è il sempreverde “passaparola”, che indica quali fattori determinanti il contatto fiduciario e il gradimento dell’esperienza; l’analisi dei questionari fa emergere con grande chiarezza che il “passaparola” premia soprattutto i produttori e la vendita diretta. Le Guide, invece, sono il maggior veicolo pubblicitario dei ristoratori, mentre per l’accoglienza contano oltre ad internet, le agenzie turistiche. La provenienza dei turisti dall’estero premia maggiormente i produttori. Quella di prossimità, cioè italiani specie del nord, premia invece i ristoratori che comunque hanno anche un 39% di clienti dall’estero.

Punti di debolezza

Il Report segnala invece criticità nella scarsità di risorse finanziarie a disposizione dell’attività delle Strade, e quindi nella conseguente mancanza di eventi promozionali. Sono soprattutto albergatori e attività collegate alla Strada che richiamano il tema della scarsa notorietà turistica del loro territorio. La carenza di personale e la concorrenza tra vicini sono lacune evidenziate soprattutto tra i produttori.

Prospettive future

Quindi, che fare?  La prospettiva più agognata che i tecnici di Veneto Agricoltura rilevano dall’analisi comparata dei questionari è la necessità di aprirsi maggiormente al turismo estero. In particolare gli albergatori sono più sensibili alla costruzione di proposte integrate, che implichino una permanenza più lunga e una capienza di spesa più generosa. Nonostante molti soci avvertano la difficoltà di coordinare le attività aziendali con quelle delle Strade, ben l’85% è risoluto a continuare e a investire in questa esperienza. Anzi, lì dove si registrano alcune sacche di disaffezione, vi è anche una quota importante di soci determinati ad impegnarsi di più nell’organismo associativo.

Le minacce più sentite dagli scettici riguardano la riduzione dei contributi pubblici e la marginalità nella promozione turistica. Ma poiché si avverte che il contesto è quello di un mercato in crescita, in particolare tra gli stranieri e i non veneti, è evidente che le Strade rappresentano sicuramente uno strumento importante da utilizzare e da sfruttare per la promozione del territorio e la produzione di esperienze non replicabili destinate ai turisti.

Per saperne di più, giovedì l’approfondimento su “RadioVenetoAgricoltura”

La puntata (n. 66) di giovedì 2 ottobre di RadioVenetoAgricoltura, il “social settimanale” (via Facebook, Twitter, YouTube, etc., prima emissione alle ore 11:00) di Veneto Agricoltura, sarà dedicata proprio alla presentazione del Report sulle Strade del vino e dei prodotti tipici del Veneto. In studio il dr. Gabriele Zampieri, dell’Agenzia regionale, responsabile del Team che ha curato l’elaborato.

Tutte le puntate di Radio Veneto Agricoltura, quindi anche quella di giovedì prossimo, sono visibili al link: https://bit.ly/2HGyTJz