Bollettino Colture Erbacee n. 12 del 24.2.20 – DIFESA INTEGRATA DIABROTICA

GEODISINFESTANTI/DIABROTICA/MAIS

In base ai principi della Difesa Integrata, la Diabrotica va controllata (preventivamente o all’accertamento del superamento della soglia di danno) con la modulazione dell’avvicendamento colturale, che è di gran lunga la strategia tecnicamente più efficace, evitando di utilizzare insetticidi come geodisinfestanti o concianti del seme o trattamenti contro gli adulti.

Pertanto il target della Difesa Integrata dalla Diabrotica è: 0 % di superficie a mais trattata con insetticidi.

I rischi di attuazione della Difesa Integrata possono essere coperti aderendo al Fondo Mutualistico Mais (https://www.condifesatvb.it/campagna-mutualistica)

 

In dettaglio le fasi della Difesa Integrata.

 

A) INDIVIDUAZIONE AREE CON POPOLAZIONI SOPRA E SOTTO LA SOGLIA DI DANNO: VALUTAZIONE RISCHIO, MONITORAGGIO, CONFRONTO CON LE SOGLIE DI DANNO

La valutazione del rischio di danno per un appezzamento è principalmente legata all’incidenza della mono-successione nella zona e quindi ai livelli di popolazione effettivamente raggiunti nell’area, come chiaramente evidenziato dai risultati della sperimentazione effettuata nella provincia di Treviso e descritta in modo dettagliato nel numero 10/2018 dell’Informatore Agrario (Art. Informatore Agrario).

È stato dimostrato che l’ovideposizione può interessare significativamente fasce di terreni non coltivate a mais per circa 20 metri a fianco di appezzamenti a mono-successione. Tipologia dell’ibrido, epoca di semina, temperature pre-semina e post semina, tipo del terreno possono poi influire sul reale livello di rischio. È importante monitorare i livelli delle popolazioni con le trappole cromotropiche ed è stata individuata la soglia di danno pari a 6 adulti/trappola/giorno. Con valori al di sotto o vicini alla soglia, la possibilità di danno, per l’anno successivo, è ridotta. Mentre se si riscontrano valori nettamente al di sopra della soglia, occorre valutare la possibilità di modificare il piano colturale dell’anno seguente, avvicendando il mais con altra coltura.

Nelle zone in cui è prevalente la mono-successione di mais prolungata (ad es. zone con elevata presenza di zootecnia o con impianti a biogas alimentati principalmente con insilato di mais) il rischio è più elevato ed è opportuno monitorare con le trappole gli appezzamenti a mais che seguono mais.

B) VALUTAZIONE DELLA DISPONIBILITA’ DI SOLUZIONI AGRONOMICHE, BIOLOGICHE, FISICHE O COMUNQUE NON CHIMICHE PER SOSTITUIRE IL TRATTAMENTO CHIMICO OVE NECESSARIO INTERVENIRE

La strategia di difesa largamente più efficace di ogni altra è l’avvicendamento colturale.

Qualsiasi coltura diversa dal mais interrompe il ciclo dell’insetto e un solo anno di interruzione della mono-successione di mais fa sì che il terreno interessato per due anni consecutivi non contribuisca all’emergenza di adulti. L’avvicendamento colturale risulta efficace sia come strategia di rotazione fissa preventiva, che previene permanentemente il rischio d’instaurarsi di popolazioni sopra la soglia di danno, sia come intervento saltuario (avvicendamento soft) quando le popolazioni monitorate si avvicinano ai livelli di soglia. Oltre alla strategia agronomica principale e decisiva dell’avvicendamento, è disponibile anche una strategia biologica come la distribuzione di nematodi entomo-parassiti alla semina che, tuttavia, nelle poche prove svolte nella nostra regione non hanno fornito buoni risultati.

In sintesi la DI può essere attuata secondo due principali scenari:

Scenario 1: un’impostazione di base secondo il primo principio della Difesa Integrata, per cui preventivamente l’avvicendamento (ad es. frumento-mais-soia o frumento-soia-mais) è tale da impedire di avere popolazioni di Diabrotica sopra la soglia di danno (di fatto sono avvicendamenti già presenti in diversi areali del Veneto); a livello aziendale/territoriale ci sarà una scarsa incidenza del mais che succede a mais e saranno sufficienti controlli saltuari con le trappole cromotropiche nei pochi appezzamenti a mais dopo mais, per accertare il mantenimento della popolazione sotto la soglia di danno (ciò è importante soprattutto se si è in vicinanza di zone a mono-successione);

Scenario 2: nelle aree in cui vi è un’apprezzabile incidenza della mono-successione di mais e della superficie a mais nel suo complesso, si procederà al monitoraggio con le trappole nella coltura e, al superamento della soglia di danno, si attuerà negli appezzamenti interessati la rottura della mono-successione: le sperimentazioni condotte in Veneto a livello territoriale hanno evidenziato come la “gestione flessibile” della rotazione consenta di restare sotto la soglia di danno anche in un’area con fino al 50% di mais in mono-successione (vedi Art. Informatore Agrario)

Pertanto in base alle conoscenze/riscontri pratici sopra descritti e a quanto indicato dall’allegato III della direttiva 128/2009 e dalla Raccomandazione 2014/63/UE, la DI dalla Diabrotica non può che basarsi su strategie agronomiche (avvicendamento colturale) eventualmente integrate da trattamenti biologici. Le modalità e l’intensità delle strategie agronomiche e biologiche saranno modulate sulla base dei livelli di popolazione stimati con i monitoraggi.

Il target della Difesa Integrata dalla Diabrotica è: 0 % di superficie a mais trattata con insetticidi.