VIGNETI E VINI: BENE IL 2020 NEL VENETO MA PREOCCUPA LA CRISI PER COVID-19

Il comparto del vino veneto tira le somme per il 2020. Stabili i prezzi delle uve, che si contraddistinguono per la buona qualità; ottimi i vini; preoccupano i mercati globali. Un report di Veneto Agricoltura traccia l’andamento del comparto. Annunciato il terzo focus del Trittico Vitivinicolo (23 dicembre) che fornirà i dati analitici consuntivi dell’ultima vendemmia nel Veneto.

Il 2020 sarà ricordato come un anno infausto, ma non dai viticoltori veneti, protagonisti di un’ottima vendemmia, per la quale ci si prepara a fare il bilancio finale. In attesa di conoscere i dati analitici consuntivi, che saranno presentati da Veneto Agricoltura, Regione e Avepa il prossimo 23 dicembre (ore 10:30 sulla piattaforma ZOOM; iscrizioni su: https://trittico3_2020.eventbrite.it) in occasione del terzo focus del Trittico Vitivinicolo, gli esperti dell’Agenzia regionale anticipano in un nuovo Report (https://bit.ly/3gaX2VX) i dati riguardanti i prezzi delle uve raccolte e quelli di produzione complessiva, che per quanto riguarda l’uva hanno raggiunto i 13,8 milioni di quintali (+5,1% rispetto al 2019), di buona qualità, tanto da consentire la produzione di ottimi vini, in alcuni casi anche eccellenti, per i quali si stima un volume di 10,9 milioni di ettolitri (+5,6%), in controtendenza rispetto al dato nazionale che si è fermato a 46,6 milioni di ettolitri complessivi (-2% rispetto al 2019).

Il prezzo medio alla produzione dell’uva per l’intero Veneto è stato di 0,58 euro/kg, in linea con quello veronese (0,57 euro/kg), mentre a Padova la quotazione si è bloccata a 0,46 euro/kg. Treviso continua a detenere la leadership regionale delle quotazioni medie delle uve con un valore d’acquisto di 0,71 euro/kg. Le uve DOC e DOCG hanno mantenuto maggiormente le variazioni con segno positivo, mentre per quelle IGT ha prevalso il segno meno.

Segnali preoccupanti giungono invece dal mercato dei vini, il cui contesto mondiale risulta “ingolfato” a causa della pandemia da COVID-19. La crisi che si è innescata fin dal primo lockdown ha infatti rallentato le vendite interne ma anche quelle internazionali. Di conseguenza, nelle cantine risultano in giacenza notevoli quantitativi di prodotto invenduto del 2019, che “fortunatamente” non deve fare i conti con i vini della la vendemmia 2020, come accennato non eccessivamente abbondante.

Anche la crescita esponenziale dell’export di vino veneto (e italiano), a cui eravamo abituati ormai da molti anni, paga le conseguenze di questo prolungato periodo di forti restrizioni. Si pensi che nei primi sei mesi di quest’anno è stato registrato, dopo tanto tempo, un calo del -3,6% delle vendite all’estero. Il nuovo DPCM “Natale” non aiuterà certamente a raddrizzare la situazione. Anche il tema dell’export di vino veneto sarà affrontato durante il focus del prossimo 23 dicembre.