VENETO AGRICOLTURA: DUE PROGETTI PILOTA PER MITIGARE IL CAMBIAMENTO CLIMATICO

A Vallevecchia di Caorle (VE) e a Mogliano Veneto (TV) l’Agenzia della Regione del Veneto ha sperimentato due interessanti metodologie per accumulare l’acqua piovana in eccesso e riutilizzarla nei momenti di siccità, riducendo allo stesso tempo i rischi di allagamento delle aree urbane e industriali circostanti.

Il cambiamento climatico è sempre più causa di eventi estremi come siccità e precipitazioni intense. Basti pensare alla lunga assenza di piogge dei mesi scorsi e alle recenti inondazioni che hanno interessato diverse regioni italiane, in particolare l’Emilia Romagna e le Marche. Di queste due facce della medesima medaglia, Veneto Agricoltura ha sperimentato e dimostrato come l’agricoltura possa contribuire ad una corretta gestione dell’acqua. Infatti, i tecnici dell’Agenzia della Regione Veneto da oltre un decennio hanno ideato ed attuato misure innovative di contenimento delle problematiche dovute alla scarsità o all’eccesso di acqua, spesso anticipando le richieste che sarebbero giunte dal mondo agricolo e, più in generale, da tutti i settori della società. Scarsità idrica ed eccesso di precipitazioni rappresentano dunque una questione non più rinviabile, come pure il momento per individuare la strada migliore per contrastare i cambiamenti climatici.
In questo ambito, la Regione del Veneto, tramite Veneto Agricoltura, propone due possibili soluzioni sperimentate negli ultimi anni ed entrate nella gestione quotidiana di due Aziende pilota dimostrative che si trovano in Località Brussa a Caorle (VE) e Mogliano Veneto (TV).

A Mogliano Veneto, presso l’azienda pilota dimostrativa “Diana”, è stato realizzato un piccolo bacino di invaso, coltivato a seminativo e destinato ad accogliere le acque in eccesso, esempio significativo di come l’agricoltura possa prendersi carico delle problematiche delle attigue zone industriali e urbanizzate, riducendone il rischio di allagamento. L’invaso, per come è stato progettato e realizzato, consente la raccolta di dati (operazione che si continuerà a fare ancora in futuro) di lungo periodo sull’effetto degli allagamenti nelle colture agrarie, divenendo in tal modo sia strumento decisionale per le pubbliche amministrazioni che calcolano gli indennizzi agli agricoltori, sia utile riferimento per quelle aziende agricole disposte a creare invasi utili all’interesse generale. Nello specifico, le forti precipitazioni registrate nell’area tra il 10 e l’11 maggio scorso hanno provocato il prolungato allagamento del piccolo bacino di invaso di Mogliano, che ha egregiamente svolto la sua funzione di espansione idraulica pur essendo coltivato a mais. I tecnici di Veneto Agricoltura sono al lavoro per i necessari rilievi agronomici.

Un altro caso di studio è a Vallevecchia, importante azienda pilota dimostrativa di Veneto Agricoltura a Caorle, dove la lungimiranza dei tecnici di Veneto Agricoltura ha consentito la realizzazione, oltre dieci anni fa, di un grande bacino appositamente progettato per accumulare l’acqua in caso di eventi estremi tramite un impianto automatizzato da riutilizzare poi in estate per l’irrigazione delle colture. Le recenti forti piogge hanno consentito di riempire il bacino fino alla sua massima capienza, circa 150 mila m3. Ciò consentirà l’irrigazione di colture strategiche, a partire da quelle sperimentali, dalle quali derivano i dati utili a tutti gli agricoltori regionali, nonché l’immissione nella rete di scolo di acqua di qualità benefica anche per gli habitat naturali pregiati del territorio.

Due aziende della Regione Veneto quindi già impegnate nel trovare soluzioni al cambiamento climatico in agricoltura, fattore questo che appare sempre più come la priorità con la quale misurarsi con convinzione, forti della solida base conoscitiva derivante da oltre un decennio di esperienza.