PROGETTO “BIOVIVAIO” : produzione di specie vegetali minacciate di estinzione


PROGETTO “BIOVIVAIO” :
produzione di specie vegetali minacciate di estinzione

 

 

La conservazione della biodiversità è una sfida che si combatte non solo in lontane foreste equatoriali, ma anche nel territorio che ci circonda e nel quale viviamo.

Il “Countdown 2010” dell’Unione Europea, ovvero il termine entro il quale l’Europa si è prefissa di arrestare la perdita di biodiversità nel proprio territorio, in seguito agli impegni assunti nel 1992 con la Convenzione di Rio de Janeiro, comporta la messa in atto di una serie di interventi di salvaguardia, alcuni dei quali particolarmente urgenti.

 

Tra questi, la tutela delle specie vegetali minacciate è sicuramente una delle priorità. Nel nostro territorio regionale, così pesantemente alterato ed antropizzato, la crisi di molti habitat naturali, in particolare zone umide, torbiere, dune, e la frammentazione delle popolazioni delle specie selvatiche hanno condotto alla soglia dell’estinzione numerose specie vegetali un tempo comuni, di grande importanza biologica.

 

Scopo di Veneto Agricoltura è intervenire, per quanto di propria competenza, sviluppando un progetto volto a identificare sul territorio le popolazioni minacciate, a raccoglierne il seme e a riprodurre in vivaio le piantine, impegnandosi poi a introdurle negli habitat naturali nell’ambito di specifici progetti.

 

Il Centro Vivaistico di Montecchio Precalcino si propone pertanto di inserire nella propria attività vivaistica un segmento del tutto nuovo, la produzione di specie erbacee particolarmente minacciate.

 

Il Centro non intende sovrapporre la propria attività a quella delle “banche del germoplasma”, strutture già operanti in Italia, spesso associate ad istituzioni di ricerca (università, orti botanici), e destinate alla conservazione di lungo periodo del seme. In queste strutture, il seme viene conservato per decenni, in modo da tutelare le specie minacciate semplicemente “archiviandone” il patrimonio genetico.

Veneto Agricoltura intende invece dare un contributo originale alla conservazione della biodiversità, con un forte accento applicativo: la nostra struttura vivaistica infatti potrà non solo moltiplicare ed eventualmente conservare il seme, ma anche produrre piantine e, considerata la forte presenza dell’Azienda sul territorio regionale, con le proprie aziende agricole, le riserve naturali da essa gestite e la propria progettualità (è convenzionata con le province di Venezia, Verona, Vicenza), promuoverne in modo mirato la diffusione, avendo come obiettivo il potenziamento e la salvaguardia delle popolazioni selvatiche minacciate.

 

Nel corso del 2006 l’attività si è avviata a titolo sperimentale su un numero limitato di specie, allo scopo principalmente di mettere a punto la tecnica di produzione e di porre al riparo le specie a più immediato rischio di estinzione. E’ stato inoltre realizzato un documento preliminare, che su solide basi scientifiche ha permesso di individuare le specie da tutelarsi e messo a punto un primo elenco di specie su cui iniziare la sperimentazione.

 

Per il 2007, grazie al know-how acquisito quest’anno, si prevede di iniziare la messa in produzione dei primi lotti di piante, la messa in produzione di seme per le specie a ciclo annuale (dette “segetali”, vedasi box alla pagina successiva) e l’inizio degli impianti sperimentali sul territorio, volti a reintrodurre le piante negli habitat naturali e a rafforzare le popolazioni selvatiche minacciate.

 

L’attenzione si è attualmente concentrata sulle specie legate ad habitat in regresso, come zone umide, dune litoranee ed agroecosistemi con agricoltura estensiva a basso impatto. Casi esemplificativi sono quello del Lino delle fate, Stipa veneta, endemica del nostro territorio su dune litoranee stabilizzate, ormai rarefatta a causa dell’alterazione dei sistemi costieri e della raccolta indiscriminata di cui viene fatta oggetto, e quello delle specie segetali (vedasi box esplicativo), associate alle colture di cereali vernini (es. grano, orzo). La prima specie verrà posta in produzione allo scopo di rendere disponibili piantine da impiegarsi entro specifici programmi di rafforzamento delle popolazioni selvatiche presenti nei siti Natura 2000 del nostro litorale (ad es. a Valle Vecchia). Le segetali invece, avendo ciclo annuale, verranno coltivate a Montecchio allo scopo di ampliare la disponibilità di semi, che potranno in futuro essere distribuiti a quanti desiderino abbellire il proprio giardino, orto o campo, aiutando al contempo la biodiversità, oppure essere impiegati in specifici progetti sul territorio
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Si prevede in particolare di distribuire, a partire dal 2007, il seme in bustine con assortimento di specie, associate ad un piccolo vademecum operativo e promozionale.

  

  

 
Adonis aestivalis

 

 

 


 

BOX – Le specie segetali

Le specie segetali, altrimenti dette messicole o archeofite, sono un contingente di specie, in gran parte a ciclo annuale, che hanno seguito la coltura dei cereali sin dalle origini della civiltà, essendosi insediate nei primi campi di grano coltivati in Mesopotamia fin da tempi antichissimi. Si tratta di specie che hanno pertanto accompagnato la storia umana e caratterizzato da sempre il paesaggio delle messi.

 

Il ciclo biologico di queste specie, tra le quali si citano oltre a numerose specie di papaveri il fiordaliso Cyanus segetum, la speronella Consolida regalis, le adonidi Adonis sp., il gittaione Agrostemma githago , è adeguato alle colture cui si accompagnano, i cereali vernini, svolgendosi per intero tra la semina e la mietitura.

 


Sono spesso caratterizzate da fioriture vistose e colori accesi, che oltre a renderle una importante fonte trofica per numerosi insetti pronubi, ne fanno una componente immancabile del paesaggio agrario tradizionale (particolarmente noto ad esempio il paesaggio del Pian Grande sui Monti Sibillini, fig. 1), tanto da essere spesso state ritratte in opere pittoriche di importanti artisti (fig. 2).

 

 
Pian Grande, Monti Sibillini


Figura
1



                      
          

 

 
figura 2 
Monet campo di papaveri


Figura
2

 

Oggi, dopo oltre 50 anni di agricoltura intensiva e in conseguenza dell’impiego dei diserbanti, molte di queste specie sono scomparse da vasti territori ed alcune sono attualmente nelle liste delle specie più minacciate. In molti paesi europei, tra cui la Svizzera e la Germania, la salvaguardia di queste specie è da tempo un obiettivo perseguito attraverso specifici programmi di sostegno agli agricoltori e di conservazione del germoplasma da parte delle istituzioni deputate.