l’Oasi di Cà Mello


Introduzione

POSTERDal 1999 Veneto Agricoltura gestisce l’Oasi di Ca’ Mello, un ampio territorio situato nell’Isola della Donzella, nel Delta del Po, all’interno dei confini del Parco Regionale e del Sito di Importanza Comunitaria denominato Delta del Po: tratto terminale e delta veneto (IT 3270017). L’area, un tempo in larga parte coltivata, grazie a ripetuti interventi di riqualificazione ambientale, si presenta oggi come un ecosistema ricco di biodiversità. Esteso su circa 150 ettari, al suo interno si possono distinguere quattro zone:

 

  1. zona dell’Oasi di Ca’ Mello – relitto palustre della foce del canale omonimo – di circa 30 ettari di superficie;
  2. zona del Biotopo Bonello – relitto palustre salmastro – di circa 30 ettari di superficie;
  3. zona del bosco litoraneo di neoformazione, di circa 80 ettari;
  4. zona della pineta di Cassella – di circa 1,5 ettari.




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 IL RELITTO PALUSTRE DEL CANALE CA’ MELLO

Breve storia dell’Oasi


foto aereaLa storia dell’Oasi è sostanzialmente quella della foce del canale Ca’ Mello. Nel 1800, infatti, tutta la zona corrispondeva alla foce dell’antico ramo del Po di Ca’ Mello, che si staccava dal Po di Venezia in località Fraterna di Porto Tolle e si gettava nella Sacca di Scardovari. Il ramo del Po di Ca’ Mello rimase attivo per tutto il 1800 e venne isolato alla fine di questo secolo. Fino agli anni ’60 l’area era occupata dalle valli da pesca e rappresentava un ambiente prezioso per la flora e la fauna, in particolare per gli uccelli che vi si nutrivano e trovavano rifugio tra i canneti. Per assicurare un adeguato rifornimento d’acqua alle valli da pesca, nel 1936, venne aperto il Canale di Ca’ Mello. Dopo l’alluvione del 1966, le aree vallive sono state bonificate ed il biotopo di Ca’ Mello che scaricava le acque di bonifica nella Sacca di Scardovari, è stato conservato mantenendo intatta la sua importanza naturalistica. Nel 1985, in seguito alla messa in funzione della nuova idrovora di Ca’ Dolfin, la zona non è più stata alimentata con acqua dolce ed è quindi iniziato l’interramento e la colonizzazione da parte di piante tipiche di ambienti asciutti. Assieme all’acqua sono scomparsi anche l’avifauna tipica delle zone umide (tuffetto, svasso, nitticora, sgarza ciuffetto, airone cenerino, alzavola, ecc.), che prima trovava in quei luoghi il suo habitat ideale. Nonostante ciò la zona è ancora un punto di riferimento per numerosi uccelli migratori (soprattutto passeriformi).
Dal 1990 sono state intraprese una serie di iniziative per far tornare l’Oasi di Ca’ Mello la zona umida che era un tempo. Si è provveduto così a reimmettere l’acqua all’interno del canale e nell’Oasi, oltre alla messa a dimora di specie arboree ed arbustive tipiche di luoghi umidi.

La riqualificazione ambientale

Ancora oggi, il cuore dell’Oasi è rappresentato dai 30 ettari del relitto palustre del canale Ca’ Mello. Con interventi successivi e grazie alla collaborazione del Consorzio di Bonifica, nell’area della vecchia foce, ormai interrita, sono stati realizzati nuovi specchi d’acqua, con profondità variabile, allo scopo di favorire la sosta di anatidi e altre specie di uccelli; la stessa permanenza dell’acqua all’interno della palude è stata regimentata in modo da garantire l’allagamento temporaneo di ampie superfici di canneto.
foto ca melloLa presenza di acqua dolce ha favorito la formazione di un interessante corredo floristico.
Una rete articolata di percorsi di visita permette oggi di addentrarsi nelle aree naturali senza disturbare la fauna. I biotopi più fragili ed ecologicamente importanti, come ad esempio le zone di canneto maturo, la garzaia e alcuni specchi d’acqua, rimangono raggiungibili solo per eseguire interventi di manutenzione ambientale o per scopi di ricerca.
Da alcuni anni l’Oasi di Ca’ Mello è infatti parte integrante di una rete internazionale di stazioni di monitoraggio delle popolazioni di uccelli mediante la tecnica dell’inanellamento a scopo scientifico. Grazie alla sinergia fra la Provincia di Rovigo e Veneto Agricoltura è stato possibile avviare alcune ricerche sulla fauna; in particolare è in corso da anni il monitoraggio delle popolazioni di Passeriformi che nidificano nell’Oasi e che vi sostano durante la migrazione autunnale.

Il biotopo Bonello


aerea ca melloNella parte occidentale dell’Isola della Donzella il paesaggio assume un contorno singolare per la presenza del biotopo valle Bonello, relitto dell’omonima valle da pesca che fino al 1966 si estendeva per 372 ha e confinava con le valli Grata, Donzella e Papadopoli. Le otto valli da pesca dell’Isola furono bonificate negli anni ’70, con la sola eccezione di una piccola parte di questa valle, ultima testimonianza del paesaggio vallivo ed oggi zona umida di elevato valore naturalistico. Il biotopo si estende per 45 ha ed è caratterizzato da acque salmastre, da antichi dossi (bonelli) ricchi di vegetazione che delimitano le peschiere e da tratti di acque dolci derivanti dai canali di scolo delle bonifiche.
Attualmente il biotopo è sede del Centro Ittico Sperimentale Bonello di Veneto Agricoltura. Nello specchio d’acqua principale si effettua una vallicoltura di tipo estensivo, dove gli animali allevati si nutrono utilizzando la produttività naturale dell’ambiente. Nei piccoli bacini, invece, si effettua una vallicoltura semi-intensiva, con alimentazione pressoché artificiale.

Il bosco della Donzella

aerea ca melloIl bosco della Donzella è stato realizzato tra il 1999 ed il 2000 con i finanziamenti comunitari del Reg. CE 2080. L’impianto ha un’estensione di circa 80 ettari e costituisce uno dei più estesi interventi di forestazione attuati in ambito regionale. Per la sua collocazione tra le zone umide dell’Oasi di Ca’ Mello e del biotopo Bonello, l’area svolge una importante funzione di corridoio ecologico di collegamento tra i due biotopi.
Per la realizzazione del bosco sono state impiegate oltre 115.000 piantine forestali di specie autoctone, tipiche di popolamenti litoranei e planiziali: leccio, roverella, farnia, frassino oxyphillo, orniello, pioppi, salici, ontani, olivello, tamerice, biancospino, ginepro, ecc. 
Alcune zone, interne o al margine del bosco, sono state mantenute a prateria; in alcune aree, dove più forte è la presenza di salinità nel suolo, è caratteristica la presenza di salicornia ed altre specie alofite.

Links utili:

Stazione di inanellamento “Oasi di Ca’ Mello”, Porto Tolle (RO) 

Ultimo aggiornamento 21/01/2009

Per informazioni:
Unita’ Complessa Riserve ed Aree Natuali Protette                                                                                                                                                             Tel. 049/8293761
e-mail: federico.vianello@venetoagricoltura.org