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Aumentano le quantità commercializzate nei mercati ortofrutticoli del Veneto, ma diminuiscono i prodotti di origine regionale, mentre aumentano le spedizioni verso l’estero di prodotti provenienti da altre regioni italiane.
È questo in sintesi quello che emerge dai dati forniti dai mercati all’ingrosso, raccolti ed analizzati dagli esperti dell’Osservatorio Economico di Veneto Agricoltura. Gli scambi hanno raggiunto, nel 2008, circa 1.234.300 tonnellate (+11% rispetto al 2007), principalmente concentrati nei mercati di Verona, Padova e Treviso, che assieme veicolano oltre l’80% delle merci introdotte nei mercati veneti. Il 57% delle merci proviene da altre regioni italiane (principalmente agrumi dal Sud Italia), mentre solo il 24% delle merci proviene dal territorio regionale (circa 295 mila tonnellate). Questo valore rappresenta solo il 22% della produzione ortofrutticola regionale realizzata nel 2008, mentre nel 1980 la quota di prodotto veneto veicolata attraverso i mercati era del 43%, dato sintomatico della crescita dei grossisti: i principali “fornitori” dei mercati infatti, non sono più i produttori agricoli singoli o organizzati in OP e cooperative, ma altri commercianti e grossisti.
Cambiano anche le destinazioni delle merci: si attenua l’importanza delle spedizioni nazionali, a favore di quelle che rimangono entro i confini regionali. Balzo in avanti invece per le esportazioni, salite a oltre 450 mila tonnellate (+25% rispetto al 2007), costituendo ormai il 38% delle merci vendute attraverso i mercati.
L’analisi di Veneto Agricoltura conferma dunque il ruolo dei grossisti, principali acquirenti delle merci, anche se la quota di prodotto da essi concentrata è passata negli ultimi cinque anni dal 62% al 56%. In forte crescita invece la quota che viene acquistata dalle strutture della Distribuzione Moderna (23% nel 2008, quasi raddoppiata rispetto al 2004). Residuali e in generale flessione gli acquisti dei dettaglianti (fissi e ambulanti), dell’Ho.re.ca. (hotel, ristoranti, catering) o di altri soggetti (privati cittadini, industria, ecc.).
Emerge inoltre che solo i mercati di redistribuzione (Verona, Padova e Treviso) presentano una costante crescita degli scambi, che dal 2000 sono aumentati di oltre il 33%. Le altre due tipologie di mercati evidenziano un andamento negativo. In particolare quelli al consumo (Venezia-Mestre, Vicenza e Bassano del Grappa), registrano un certo ridimensionamento: nel 2008 la quantità di merce scambiata è diminuita del 40% rispetto al 2000. Anche i mercati alla produzione presentano un calo che tuttavia sembra essersi abbastanza stabilizzato a partire dal 2003; nel 2008 la flessione degli scambi è stata pari al 26% rispetto al 2000.
I mercati stanno dunque diventando delle vere e proprie piattaforme di rilancio dei prodotti ortofrutticoli non solo regionali, ma anche nazionali, verso tutto il nord Italia e soprattutto all’estero.
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