L’UE per un facile accesso all’energia per tutti


Un sondaggio di Eurobarometro sostiene che il 95% degli europei considera l’accesso all’energia un fattore essenziale per superare la povertà.

L’importanza delle rinnovabili

L’energia è un fattore determinante per la crescita e lo sviluppo di una società. Nel mondo sono circa 1 miliardo coloro che non hanno accesso all’energia elettrica e a cui viene negata la possibilità di lavorare, apprendere o svolgere attività commerciali. Circa 2,7 miliardi di persone si servono di legna, carbone minerale, carbone vegetale o residui animali per cucinare e riscaldare le proprie abitazioni, esponendo se stessi e i loro familiari a fumi ed esalazioni dannose per la salute che causano ogni anno la morte di quasi 2 milioni di persone. L’UE è il principale donatore di aiuti destinati a migliorare l’accesso ai servizi energetici nei paesi in via di sviluppo: nel 2010 la sola Commissione europea ha destinato circa 278 milioni di euro a programmi sull’energia. Secondo un recente sondaggio di Eurobarometro, denominato “Energy for all: EU support for developing countries”, condotto telefonicamente lo scorso mese marzo su un campione di 13.528 cittadini, il 95% degli europei considera l’accesso all’energia un fattore essenziale per superare la povertà, e nove cittadini europei su dieci sono del parere che l’UE debba sostenere l’approvvigionamento energetico nei Paesi in via di sviluppo.

Puntare sulle energie rinnovabili

Per il 90% degli intervistati l’UE deve sostenere gli sforzi dei paesi in via di sviluppo per migliorare l’approvvigionamento energetico. Quanto alla percentuale di aiuti allo sviluppo destinati dall’Unione a migliorare l’approvvigionamento energetico, l’82% ritiene che il livello debba essere superiore all’attuale 2%. Le energie rinnovabili – energia eolica, solare e idraulica – sono individuate come principali fonti energetiche future dei Paesi in via di sviluppo (77% dei rispondenti) e solo in pochi ritengono che vada data priorità a petrolio, carbone e gas (7%), energia nucleare (6%) o biomassa (4%). Non avere accesso all’energia è per la maggior parte dei rispondenti la principale fonte di difficoltà, soprattutto per la cottura e la conservazione dei cibi e l’accesso alle cure mediche. L’83% delle persone intervistate ritiene infine che il sostegno dell’UE ai Paesi in via di sviluppo per migliorare l’approvvigionamento energetico sia vantaggioso per la stessa Unione, in termini ad esempio di scambi o di creazione di posti di lavoro (41% completamente d’accordo; 42% tendenzialmente d’accordo).