23.11.2015 Italia, florovivaismo 2014 “spinoso”, calano consumi e commercio estero

 

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Import/export positivo, ma inferiore al 2013. Consumi 2 mld/€, -1,2%; giù, fiori recisi; su, piante vive. Canali di vendita, sempre negozi e chioschi, new entry garden center/vivai; male i supermercati. Per anziani e donne “dillo coi fiori”. Il Veneto ed il NordEst.

Per le piante vive e i prodotti della floricoltura nazionale (fiori, fronde, bulbi, ecc.) il saldo commerciale con l’estero 2014, l’import/export, è positivo e stimato in +200 milioni/€. Ma non è tutto oro quello che luccica, e per restare in tema, non tutti i fiori sono senza spine. Il saldo positivo è infatti in calo, -7% rispetto al 2013; infatti sono diminuite le esportazioni (642 milioni/€, -1,8%) a fronte di un aumento, seppur lieve, delle importazioni (442 milioni, +0,6%).

Queste e altre indicazioni emergono dall’analisi degli esperti di Veneto Agricoltura che hanno messo sotto la lente il commercio con l’estero e i consumi di prodotti florovivaistici nazionali e del Nord-Est. Per quanto riguarda i consumi domestici di piante e fiori, le stime di Veneto Agricoltura su dati Ismea, che monitora con continuità la spesa e la domanda interna, indicano che nel 2014 c’è stata una leggera flessione della spesa complessiva di prodotti florovivaistici in Italia, attestatasi su circa 2,037 miliardi di euro (-1,2% rispetto al 2013).

Tornando all’import/export, ad incidere negativamente sugli scambi italiani con l’estero sono stati soprattutto i fiori recisi, il cui saldo negativo è salito da 80 a 85 milioni/€, e in misura minore gli altri prodotti (bulbi, tuberi, radici, ecc., saldo negativo, 40 milioni). Meglio le piante vive, le quali nonostante l’incremento delle importazioni (227 milioni/€), hanno registrato un saldo positivo di 277 milioni, anche se comunque in flessione leggera (-2%), rispetto al 2013. Completamente positivo invece il contributo del comparto foglie e fogliame, attivo di circa 50 milioni/€.

Domanda interna di fiori e piante: la spesa in fiori, stimata in circa 1,2 miliardi/€ (-2,9%), rappresenta il 59,3% di quella totale del comparto, ed è prevalentemente a carico delle regioni del Sud e Sicilia (34,8%). La spesa in piante invece, stimata in circa 830 milioni (+1,5%), viene realizzata prevalentemente nelle regioni del Nord-Ovest (33,7% della spesa totale nazionale) e Nord-Est (28,7%). I canali di acquisto rimangono principalmente il negozio tradizionale (59%) e il chiosco attrezzato lungo la strada (22%) per i fiori; mentre la vendita di piante ha registrato nel 2014 un cambiamento epocale, poiché la quota di vendite effettuata nei garden center/vivai ha per la prima volta pareggiato quella del negozio tradizionale (34,6%). In calo le vendite nei Super/Ipermercati (-12,6%).

Il profilo degli acquirenti: prevalgono i pensionati (25,9%) e ancor di più le casalinghe (28%); insieme, la loro quota è passata da 42,5% nel 2012 al 54% del 2015. Sale la quota di clienti di livello socio-economico medio alto (18,7%) e medio basso (33%), a scapito di quelli con reddito medio (26,9%) o basso (16%).

Andamento primo semestre 2015: si stima che la spesa cumulata in fiori e fronde, piante, alberi e arbusti in Italia si attesti su circa 919 milioni/€, simile al 2014 (-0,4%). Anche la spesa di fiori al dettaglio risulta stabile sul 2014 (circa 510 milioni/€), mentre quella per le piante è in lieve calo a (-1%, circa 409 milioni/€).

Nel Nord-Est la spesa complessiva è sostanzialmente invariata, circa 223,5 milioni/€, risultante di una dinamica contrapposta: mentre la quota in piante registra un calo del -1,7% (circa 120 milioni di euro), il valore degli acquisti di fiori è aumentato di quasi il 2%, essendo salito a circa 104 milioni di euro. Veneto: si continua a registrare un saldo negativo del commercio con l’estero di piante vive di circa 28 milioni/€, purtroppo in crescita del +4% sul 2013: importazioni 50 milioni/€, +8,7%; esportazioni 22,7 milioni, +15%.


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