Bollettino Colture Erbacee n. 85/2016 del 12 ottobre


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ANALISI DEL RISCHIO DEL DANNO DA ELATERIDI SUL MAIS: un primo passo per l’attuazione della difesa integrata e per la riduzione dell’impatto ambientale dei geodisinfestanti (insetticidi nel suolo)

Da un’indagine condotta  nel  nord-est Italia dal 1986 al 2014 è scaturito un data-set di 1296 prove di coltivazione su mais che includono informazioni su danni da elateridi, fitofagi dannosi per le piante, caratteristiche agronomiche, climatiche e ambientali.  Le tre specie identificate come predominanti nelle prove di mais sono state
Agriotes brevis Candeze,
A. sordidus Illiger e
A. ustulatus Schäller. Nel corso dei 29 anni di sperimentazione, non c’è stato alcun caso di riduzione di produzione, allorché il danno da elateridi si attestava sotto il 15% delle piante attaccate.
Un’analisi preliminare del rischio è stata fondamentale per identificare i fattori che principalmente influenzano la probabilità di avere un danno. Una volta identificati i fattori, questi sono stati utilizzati per la costruzione di un modello di stima multifattoriale, che ha permesso di evidenziare le modalità in cui i principali fattori incidano sul rischio di danno. I fattori più influenti sono risultati:
A. brevis e
A .sordidus come specie prevalenti, la sostanza organica del suolo superiore al 5%, gli avvicendamenti con foraggere, cover-crops, la doppia coltura e gli appezzamenti circostanti con prati o lasciati incolti o a doppia coltura. Il modello multifattoriale ha evidenziato come la simultanea presenza di più fattori sopra menzionati può aumentare il rischio di danni da elateridi alla coltura di mais in modo consistente. D’altro canto la probabilità di danno ad un appezzamento che non presenta fattori di rischio è quasi nulla (< 1%).
Sarà dunque possibile d’ora in poi tracciare delle mappe di rischio sul territorio al fine di identificare areali di alto, medio e basso rischio: un primo passo per l’attuazione della lotta integrata, resa obbligatoria già dal 1° gennaio 2014 in tutta Europa, nell’intento di ridurre in modo significativo l’impatto dei geodisinfestanti /pesticidi nei suoli.

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