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I principi base della difesa integrata dalle infestanti sono stati discussi con il bollettino 11/2015. A) VALUTAZIONE APPLICABILITA’ DELLA INDIVIDUAZIONE DI APPEZZAMENTI SOTTO LA SOGLIA DI DANNO E SOPRA LA SOGLIA DI DANNO
L’infestazione, in particolare la densità, non può essere conosciuta; solo la composizione botanica può essere prevista sulla base dell’infestazione presente negli anni precedenti. Per la gran parte degli appezzamenti la densità delle infestanti è tale da influenzare negativamente le produzioni; la possibilità di escludere da interventi di controllo delle infestanti degli appezzamenti allo stato delle conoscenze è molto bassa. Questa possibilità invece può essere sfruttata negli eventuali successivi trattamenti di post-emergenza monitorando l’infestazione presente. Si è evidenziato come attualmente l’applicazione della DI si possa concretizzare principalmente nella: 1) attuazione di strategie sostitutive almeno in parte di trattamenti erbicidi (falsa semina, interventi meccanici…) 2) riduzione delle quantità applicate (es. localizzazione) 3) scelta di erbicidi con un comportamento ambientale migliore .
Considerato il periodo di semina più avanzato rispetto a quello del mais, è utile la falsa semina soprattutto se accompagnata da qualche pioggia che stimoli l’emergenza delle malerbe. La primavera siccitosa non favorisce le emergenze ma nella speranza che prossimamente piova è bene predisporre già da subito i letti di semina per detta operazione.
B) VALUTAZIONE DELLA DISPONIBILITA’ DI SOLUZIONI FISICHE (MECCANICHE) OLTRE CHE AGRONOMICHE (AVVICENDAMENTO), BIOLOGICHE O COMUNQUE NON CHIMICHE PER SOSTITUIRE IL TRATTAMENTO CHIMICO OVE NECESSARIO INTERVENIRE
Il controllo delle malerbe nella soia si può realizzare sia in pre-emergenza che in post-emergenza; fino a qualche anno fa era prevalente il solo post-emergenza, attualmente si sta espandendo anche il pre-emergenza soprattutto in presenza di piante resistenti e, anche in assenza di queste, per ruotare i meccanismi di azione degli erbicidi di post -emergenza basati prevalentemente sugli inibitori dell’acetolattato sintasi (ALS); meno utilizzati sono infatti gli inibitori dei carotenoidi (F3) e della fotosintesi (C3). E’ utile intervenire con i trattamenti di pre-emergenza nei terreni con presenza di malerbe resistenti ( Amaranthus spp., Echinochloa crus galli..) o su infestazioni complesse caratterizzate da specie a nascita scalare o non sufficientemente controllate dai trattamenti di pre-emergenza ( Cyperus spp, Bidens spp, Acalypha virginica, Datura stramonium ..) per le quali l’azione di pre-condizionamento dei prodotti di pre-emergenza migliora l’efficacia di quelli di post-emergenza. La disponibilità di meccanismi di azione è più elevata tra i prodotti di pre-emergenza; in particolare è possibile usare gli erbicidi che inibiscono la mitosi (K1 e K23) e quelli che inibiscono la sintesi della clorofilla (gruppo E); questi meccanismi non sono disponibili in post -emergenza. Disponendo di una sarchiatrice di precisione (che opera in prossimità della fila) è consigliabile anche la distribuzione localizzata alla semina. Su terreni con infestazioni normali e prevalente presenza di graminacee si può ricorrere ai soli interventi di post – emergenza, in particolare nella soia di secondo raccolto.
Se si decide di intervenire in post-emergenza la decisione su come e quando trattare dovrà essere presa dopo aver operato una valutazione quanti-qualitativa dell‘infestazione presente, per applicare pienamente il concetto di base della gestione integrata delle malerbe e cioè “intervenire solo se il danno è superiore al costo dell’intervento di controllo”. In sostanza la scelta tra le due strategie è delicata e dare indicazioni precise è difficile: si consiglia però di alternare negli anni il pre-emergenza con il post -emergenza e anche di combinare le due strategie di intervento nella logica di gestire al meglio la vegetazione ostacolando la selezione di biotipi resistenti o la diffusione di malerbe riottose ad ogni controllo. Nei trattamenti di pre-emergenza bisogna prestare attenzione alla selettività dei prodotti impiegati, che in determinate situazioni può non essere completa. Si consiglia su terreni con un contenuto di argilla inferiore al 18-20 %, con poca sostanza organica (1% circa) e a pH alcalino di usare la dose più bassa tra quelle indicate in etichetta e di favorire il più possibile una rapida emergenza della coltura. In tutti i casi la sarchiatura è un’operazione da consigliare sempre e in situazioni floristiche non particolarmente complesse può sostituire eventuali interventi di aggiustamento in post-emergenza. Nei terreni a sodo si deve intervenire in post-emergenza previa pulizia del letto di semina.
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