Veneto Agricoltura Europa n. 4/2019

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SOMMARIO

Consiglio Agricoltura di aprile: gli argomenti affrontati in pillole

Dentro il Consiglio Agricoltura:

  • il pacchetto di riforma della PAC (1)
  • il pacchetto di riforma della PAC (2)
  • l’andamento dei mercati
  • gli altri temi affrontati
  • il 14 maggio il prossimo Consiglio agricolo

News dall’Unione Europea

Horizon Europe: per un futuro competitivo dell’agricoltura europea

Verso una nuova strategia forestale europea

Import/export agroalimentare UE: nuovo record a gennaio

Stati Uniti principale fornitore di semi di soia in Europa

Agricoltura e Brexit: l’UE è pronta a sostenere gli agricoltori europei

Mediterraneo Occidentale: ok al 1° Piano di gestione degli stock ittici

Lotta all’inquinamento: nuovi limiti sulle emissioni di CO2

Aiuti alimentari UE e impatto sull’inclusione sociale

Agriconfronti e sfide europee: richiedi la pubblicazione di VA

Varietà antiche: rilevazione del rischio di estinzione e erosione genetica

Radio Veneto Agricoltura compie un anno, tutte le puntate sul web

Grevislin, tutela delle acque e degli habitat

WetNet, contratto di Laguna: firmano 20 Enti, c’è anche VA

19 maggio, a Lazise-Vr la 6^ edizione del Festival delle DOP venete

Approfondimento

Progetti europei: bene gli impegni di spesa, male i pagamenti

 

CONSIGLIO AGRICOLTURA DI APRILE: GLI ARGOMENTI AFFRONTATI IN PILLOLE

Riportiamo la sintesi dei principali risultati raggiunti dal Consiglio dei Ministri agricoli europei svoltosi lo scorso 15 aprile a Bruxelles. Nelle notizie successive (vedi “Dentro il Consiglio”) entriamo nei dettagli del dibattito che ha visto al centro alcuni temi di grande importanza e attualità, primo fra tutti la definizione di alcune parti della nuova Politica Agricola Comune (PAC) per il periodo 2021-2027.

Pacchetto di riforma della PAC post 2020
“L’ambizione di carattere ambientale della PAC post 2020 è un elemento fondamentale della riforma di cui beneficeranno non solo gli agricoltori, ma anche tutti i cittadini europei che desiderano alimenti sostenibili e un futuro più verde. Il clima, la biodiversità, la qualità dell’acqua e la salute di animali e piante sono solo alcune delle questioni che abbiamo affrontato al fine di garantire una sicurezza alimentare sostenibile”. Con queste parole Petre Daea, Ministro dell’Agricoltura e dello sviluppo rurale della Romania e Presidente del Consiglio, ha sintetizzato i lavori svolti dai Ministri agricoli europei in occasione del Consiglio di aprile. Nello specifico, i Ministri hanno tenuto uno scambio di opinioni in seduta pubblica sulla nuova architettura verde del pacchetto di riforma della PAC post-2020, sulla base di un documento della Presidenza. I Ministri hanno incentrato i loro interventi sulla condizionalità rafforzata e le norme ad essa correlate, i regimi ecologici e gli obiettivi climatico-ambientali più ambiziosi della PAC.

Task Force per l’Africa rurale
La Commissione europea e il Presidente della Task Force per l’Africa rurale, Tom Arnold, hanno informato il Consiglio in merito alla relazione finale della stessa Task Force pubblicata lo scorso 7 marzo. La relazione individua le modalità per promuovere uno sviluppo economico sostenibile e inclusivo nelle zone rurali africane. I Ministri hanno quindi avuto uno scambio di opinioni sulle raccomandazioni principali formulate nella relazione, nel quadro dei preparativi della prossima Conferenza ministeriale sull’agricoltura che sarà organizzata congiuntamente dalla Commissione europea e dall’Unione Africana il 21 giugno prossimo a Roma.

Situazione dei mercati
La Commissione ha informato il Consiglio in merito all’attuale situazione dei principali mercati agricoli, in particolare riguardo ai settori dello zucchero, della frutta, dei prodotti lattiero-caseari, delle carni e dell’olio d’oliva. I Ministri hanno quindi discusso le prospettive e condiviso informazioni sulle rispettive situazioni nazionali.

Altri temi all’ordine del giorno
I Ministri hanno avuto uno scambio di opinioni sull’impatto dei grandi carnivori – lupi, orsi e cinghiali – e di altre specie sull’agricoltura. Inoltre sono stati informati sui seguenti punti:
– la dichiarazione congiunta di Repubblica Ceca, Polonia e Slovacchia relativa alla direttiva sulle energie rinnovabili dopo il 2020;
– i risultati di una Conferenza in materia di ricerca e innovazione nel settore agricolo svoltasi nei giorni scorsi in Romania (vedi notizia a pag. 4);
– l’azione dell’UE contro la deforestazione e il degrado delle foreste (vedi notizia a pag. 5);
(Fonte: consilium)

DENTRO IL CONSIGLIO AGRICOLTURA: IL PACCHETTO DI RIFORMA DELLA PAC (1)Il Consiglio dei Ministri agricoli di aprile ha discusso in merito alla nuova “architettura verde” proposta dall’Esecutivo nel quadro della PAC 2021-2027.
Il dibattito si è basato su un documento di riferimento della Presidenza che poneva una serie di domande ai Ministri circa l’opportunità di spingere la futura PAC post 2020 verso una maggiore “ambizione ambientale” e climatica, accompagnata da specifici impegni in tema di condizionalità e schemi ecologici nell’ambito del primo pilastro, e una migliore gestione dei cambiamenti climatici all’interno del secondo pilastro.

Verso una PAC più verde
Relativamente all’”ambizione ambientale” della futura PAC, molte delegazioni hanno riconosciuto il ruolo chiave che la politica agricola europea e gli stessi agricoltori rivestono nei confronti dell’ambiente e della lotta ai cambiamenti climatici. Da qui la necessità di adeguare le risorse finanziarie per questi due importanti capisaldi della PAC 2021-2027. Molte delegazioni hanno sottolineato, inoltre, la necessità di garantire una condizionalità rafforzata e flessibile, arrivando a chiedere di semplificare o addirittura di eliminare alcuni standard ambientali e climatici. Altre delegazioni hanno chiesto di incentivare e ricompensare adeguatamente gli agricoltori per la produzione dei cosiddetti beni pubblici della PAC. Sono state espresse invece opinioni divergenti sulla possibile esenzione dei piccoli agricoltori dalle regole sanzionatorie della condizionalità. Per quanto riguarda i regimi ecologici, le delegazioni si sono divise tra sostenitrici della proposta della Commissione che vorrebbe renderli obbligatori per gli Stati Membri e altre contrarie che hanno chiesto un approccio volontario. La proposta della Commissione di destinare almeno il 30% del FEASR (Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale) alle misure climatiche e ambientali è stato ampiamente approvato. Ricordiamo, infine, che il pacchetto di riforma della PAC post 2020 della Commissione europea mira ad affrontare tre aspetti ambientali specifici:
– gli obiettivi di importanza sociale come la mitigazione e l’adattamento ai cambiamenti climatici;
– l’efficienza gestionale delle risorse naturali (ad esempio acqua e suolo);
– la protezione della biodiversità e dei paesaggi.
(Fonte: consilium)

DENTRO IL CONSIGLIO AGRICOLTURA: IL PACCHETTO DI RIFORMA DELLA PAC (2)

Per affrontare gli obiettivi della politica agricola europea che abbiamo brevemente esposto nella notizia precedente, ciascun Stato Membro dovrà elaborare un Piano Strategico Nazionale per la PAC 2021-2027 impostato sui due Pilastri già presenti nelle precedenti programmazioni. Gli Stati Membri fisseranno quindi degli obiettivi precisi e quantificabili per i quali annualmente saranno chiamati a riferire.

I tre elementi dell’architettura verde della futura PAC
La cosiddetta “architettura verde” della PAC post 2020 dovrebbe prevedere tre diverse componenti:
– una nuova “condizionalità migliorata”, ovvero rivisitata e rafforzata rispetto a quella attualmente in vigore, che assorbe anche gli attuali impegni previsti dal greening. In pratica, una condizionalità che collega strettamente pagamenti diretti e obblighi diversi (verso l’ambiente, la salute delle piante, il benessere degli animali, ecc.) da rispettare per l’accesso ai pagamenti stessi. La nuova condizionalità sostituirà l’attuale condizionalità e i requisiti dei pagamento per l’inverdimento;
– l’introduzione di un nuovo “regime ecologico” come componente dei pagamenti diretti, la cui attivazione è obbligatoria da parte degli Stati Membri e il cui utilizzo è facoltativo per i singoli agricoltori. Tali schemi ecologici, che riguarderanno la cura dell’ambiente, la lotta ai cambiamenti climatici, ecc., troveranno copertura finanziaria nell’ambito dei pagamenti diretti del primo Pilastro della PAC. Gli Stati Membri dovranno elaborare uno o più eco-programmi ma, come accennato, gli agricoltori potranno scegliere se aderirvi o meno;
– le “misure volontarie agroambientali-climatiche” nell’ambito del secondo pilastro della PAC, ovvero il sostegno allo sviluppo rurale, continuerà ad offrire una vasta gamma di strumenti a beneficio dell’ambiente e del clima. Sono previsti aiuti alle aziende agricole per ettaro (occasionalmente per animale), sostegni per la costruzione della conoscenza, per gli investimenti, l’innovazione, ecc.
(Fonte: consilium)

DENTRO IL CONSIGLIO AGRICOLTURA: L’ANDAMENTO DEI MERCATI
La Commissione ha informato il Consiglio sugli ultimi sviluppi nei principali mercati agricoli. La situazione é stabile nella maggior parte dei mercati, ma il prezzo dello zucchero è rimasto insostenibilmente basso, mentre si aprono nuove sfide per i settori avicolo e della carne.
I ministri hanno accolto con favore la relazione della Commissione e in generale hanno concordato con la valutazione della Commissione. Varie delegazioni hanno espresso preoccupazioni per il settore dello zucchero e hanno chiesto un attento monitoraggio della situazione. Anche le incertezze legate ai possibili effetti della Brexit sono entrate nella discussione. Oltre alle difficoltà segnalate dalle singole delegazioni, altri temi hanno riguardato: le difficoltà nel settore delle carni suine in relazione alla peste suina africana; il negativo impatto sul comparto del pollame dovuto alla situazione in Ucraina; la difficile situazione nel comparto dell’olio d’oliva, delle olive da tavola e nel comparto degli agrumi. Nel corso della riunione è stato sottolineato che negli ultimi anni i mercati agricoli hanno dovuto affrontare numerose sfide, quali la crisi con la Russia, l’incremento delle offerte di prodotto a livello mondiale, la volatilità dei prezzi a seguito della fine del meccanismi delle quote latte, i vari focolai di malattie come la peste suina africana, ecc. In risposta, l’UE ha messo in campo delle misure per alleviare le difficoltà degli agricoltori.
(Fonte: consilium)

DENTRO IL CONSIGLIO AGRICOLTURA: GLI ALTRI TEMI AFFRONTATI
Di seguito presentiamo gli altri argomenti affrontati dai Ministri agricoli nel Consiglio di aprile.

Direttiva sulle energie rinnovabili dopo il 2020 e i biocarburanti
Il Consiglio dei Ministri agricoli ha preso atto di un’informazione della delegazione slovacca circa una dichiarazione congiunta dei Ministri dell’Agricoltura di Bulgaria, Repubblica Ceca, Polonia e Slovacchia riguardante la Direttiva Energia post 2020 sulle fonti rinnovabili. La dichiarazione suggerisce che uno dei modi più efficaci per ridurre le emissioni di gas a effetto serra nei trasporti é quella di utilizzare i biocarburanti, in particolare quelli di origine domestica, una produzione legata ai prodotti dell’agricoltura.

L’impatto dei grandi carnivori sull’agricoltura
I Ministri agricoli dell’UE hanno discusso in occasione del Consiglio di aprile il tema dell’impatto dei grandi carnivori e altre specie sull’agricoltura. I Ministro sono stati invitati a esprimere il proprio parere su eventuali misure a protezione degli interessi degli agricoltori e del settore agricolo preservando nel contempo la biodiversità. Il tema sarà senz’altro ripreso nei prossimi mesi.

Accordo di partenariato UE/Vietnam
Un accordo volontario di partenariato tra l’Unione Europea e il Vietnam in materia di diritto forestale, governance e commercio é stato adottato dal Consiglio dei Ministri dell’Agricoltura. Scopo dell’accordo è quello di fornire un quadro giuridico valido volto a garantire che tutte le importazioni nell’UE dal Vietnam di legname e prodotti del legno siano tutelate. Allo stesso tempo, si punta a promuovere il commercio di prodotti del legno provenienti da una gestione forestale sostenibile e conforme alla legislazione nazionale del Paese di raccolta.

Preparazione del G20 agricolo
Il Consiglio Agricoltura ha approvato gli orientamenti aggiornati che definiscono le priorità per l’UE e i suoi Stati Membri in vista della riunione dei Ministri agricoli del G20 che si terrà a Niigata (Giappone) dal 10 al 12 maggio prossimo. Il Giappone, che detiene la Presidenza del G20 per il 2019, ha stabilito tre aree di discussione prioritarie: l’innovazione per la sostenibilità; le catene del valore agro-alimentare; la collaborazione internazionale per affrontare le questioni globali.
(Fonte: consilium)

A MAGGIO IL PROSSIMO CONSIGLIO AGRICOLO: ISTRUZIONI PER L’USO
La prossima riunione del Consiglio dei Ministri dell’Agricoltura dell’Unione Europea si terrà il 14 maggio. Al seguente indirizzo https://bit.ly/2Gl3RTt é possibile trovare i punti all’ordine del giorno dell’incontro, i principali risultati (pubblicati dopo la sessione), il materiale per la stampa, foto, video, il link per la diretta streaming, la documentazione inerente la riunione, ecc. Una sintesi dei lavori sarà pubblicata anche su Veneto Agricoltura Europa in uscita a metà maggio. (Fonte: consilium)

HORIZON EUROPE: PER UN FUTURO COMPETITIVO DELL’AGRICOLTURA EUROPEA
Si è tenuta a Bucarest, promossa dalla Presidenza rumena dell’UE, una Conferenza dedicata ai temi della ricerca e dell’innovazione. Presenti le Organizzazioni agricole europee che hanno chiesto alle Istituzioni UE un bilancio forte per il nuovo Programma quadro Horizon Europe 2021-2027.
In un contesto in cui l’agricoltura e la silvicoltura avranno più che mai bisogno di soluzioni innovative e basate sulla pratica, la comunità agricola dell’UE non accetterà nessun tentativo di ridurre le ambizioni europee nell’ambito della ricerca agricola. E’ questo, in sintesi, il punto di vista dell’Organizzazione agricola Copa-Cogeca sostenuto in occasione della Conferenza di Bucarest dedicata al futuro del comparto agricolo UE. Copa-Cogeca ha ricordato, inoltre, che la ricerca e l’innovazione sono elementi fondamentali per trovare soluzioni che aiutino i settori agricolo e forestale a contribuire agli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite per il 2030 e ad attuare l’Accordo di Parigi adottato alla COP 21 del 2015. Ricerca e innovazione svolgono anche un ruolo chiave nel garantire che l’agricoltura e la silvicoltura possano soddisfare i bisogni di una popolazione mondiale che raggiungerà i 10 miliardi entro il 2050. In questo contesto, il futuro Programma quadro Horizon Europe 2021-2027 (dotazione di 100 mld/euro) definirà le ambizioni e darà una chiara direzione ai campi di ricerca più promettenti.

La necessità di nuovi strumenti
La stessa Commissione europea, sostenuta dal voto dell’Europarlamento, riconosce il ruolo centrale delle attività di ricerca e innovazione nei settori agricolo e forestale nell’ambito di Horizon Europe. Per questo Copa-Cogeca auspica che il Consiglio europeo segua la stessa linea e non attenui la discussione su argomenti che sono importanti e utili per i settori agricolo e forestale. La comunità agricola europea ha bisogno di nuovi strumenti di gestione per l’agricoltura digitale, le misure di mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici e i progetti innovativi nell’ambito dell’economia circolare e della bio-industria. Al fine di raggiungere gli obiettivi strategici europei, la partecipazione degli Stati Membri alle attività di ricerca e innovazione nell’ambito del Programma Horizon Europe deve però essere migliorata. Secondo Daniele Rossi, Presidente del Gruppo di lavoro “Ricerca e innovazione” di Copa-Cogeca: “È essenziale che il Consiglio si allinei alle ambizioni della Commissione e del Parlamento in materia di ricerca agricola. Una dotazione di 10 miliardi di euro è stata promessa ai settori agricolo e forestale europei ed è fondamentale che tali fondi continuino ad essere destinati alla ricerca agricola dell’UE. Sappiamo tutti che dovremo affrontare molte
nuove sfide nei prossimi anni. Ridurre le ambizioni dell’UE nella ricerca agricola invierebbe un segnale controproducente che difficilmente verrebbe compreso dagli agricoltori, ricercatori e consumatori”.

Larga partecipazione ai bandi
Nel documento di posizione recentemente approvato sul Programma Horizon Europe, Copa-Cogeca chiede dunque alle Istituzioni dell’UE di garantire la coerenza tra gli obiettivi della PAC e il futuro quadro per la ricerca, sottolineando che i bandi dovrebbero garantire il coinvolgimento degli agricoltori nello sviluppo di progetti europei, auspicando l’incremento del numero di PMI partecipanti. La partecipazione degli agricoltori, dei proprietari forestali e delle loro cooperative sin dall’avvio dei progetti assicurerà che la ricerca e l’innovazione siano più orientate verso la domanda e aiuterà, allo stesso modo, a colmare l’attuale divario tra il mondo accademico e quello produttivo con soluzioni che possano essere applicate sul campo.

Horizon Europe 2021-2027 in pillole
Horizon Europe è il prossimo Programma quadro europeo per la Ricerca e l’Innovazione per il periodo 2021-2027. Con un budget di circa 100 miliardi di euro sarà il più ambizioso programma di ricerca e innovazione di sempre. Sulla base del successo dell’esperienza di Horizon 2020, il nuovo Horizon Europe continuerà a sostenere l’eccellenza scientifica in Europa con un nuovo approccio basato sulle mission, in modo da raggiungere risultati sempre migliori da un punto di vista sociale, politico ed economico. In estrema sintesi, i Programma si propone di:
– rafforzare la scienza e la tecnologia in Europa attraverso investimenti in ricerca d’avanguardia e personale altamente specializzato;
– realizzare le priorità dell’Europa e affrontare le sfide globali che incidono sulla qualità della vita;
– incoraggiare la competitività industriale dell’Europa, sostenendo l’innovazione e il mercato.
Tutte le info su: https://bit.ly/2toZ4tA (Fonte: ce)

VERSO UNA NUOVA STRATEGIA FORESTALE EUROPEA
Il Consiglio ha adottato una serie di conclusioni sui progressi fin qui ottenuti nell’attuazione della Strategia Forestale dell’Unione Europea e su un nuovo quadro strategico per le foreste.
Le conclusioni del Consiglio, che fanno seguito alla pubblicazione – nel dicembre 2018 – di una relazione in cui la Commissione ha esaminato il ruolo svolto dalla Strategia nei primi cinque anni dalla sua istituzione, contengono innanzitutto delle note positive circa i progressi conseguiti nell’attuazione della Strategia Forestale dell’UE. Strategia che ha contribuito alla promozione dello sviluppo sostenibile attraverso una gestione altrettanto sostenibile delle foreste, migliorando nel contempo la cooperazione tra gli Stati Membri, la Commissione e le parti coinvolte nelle politiche forestali europee. Le conclusioni indicano inoltre le priorità da seguire nei prossimi due anni al fine di conseguire gli obiettivi della Strategia, come l’ulteriore miglioramento del coordinamento, della comunicazione e della condivisione di migliori pratiche. Infine, il Consiglio invita la Commissione a presentare un’ambiziosa comunicazione su come intensificare l’azione dell’UE contro la deforestazione e ad elaborare una nuova strategia forestale dell’UE oltre il 2020. Le conclusioni del Consiglio (disponibili su: https://bit.ly/2VTlksA) saranno presentate alla Conferenza “Le nostre foreste, il nostro futuro” in programma a Bruxelles nei giorni 25 e 26 aprile.

Cos’è la Strategia Forestale europea
La Strategia Forestale dell’UE è stata istituita nel 2013 per coordinare la risposta dell’Unione Europea alle sfide cui sono confrontati le foreste e il settore forestale dell’UE. La Strategia individua i principi fondamentali necessari per rafforzare la gestione sostenibile delle foreste e migliorare la competitività e la creazione di posti di lavoro, in particolare nelle zone rurali, garantendo nel contempo la protezione delle foreste e la fornitura di servizi ecosistemici. Come accennato, nel dicembre 2018 la Commissione ha pubblicato una revisione intermedia della Strategia in cui conclude che la stessa Strategia sta conseguendo i propri obiettivi di incoraggiare la gestione sostenibile delle foreste sia nell’UE che a livello globale. (Fonte: ce)

IMPORT/EXPORT AGROALIMENTARE UE: NUOVO RECORD A GENNAIO
Il valore complessivo del commercio agroalimentare europeo a gennaio 2019 è salito a 22 miliardi di euro, contro i 21 miliardi del mese di gennaio 2018.
Le esportazioni agroalimentari dell’UE nello scorso mese di gennaio sono cresciute per il quarto anno consecutivo, raggiungendo un nuovo livello record di 11,2 miliardi di euro. Anche le importazioni agroalimentari sono aumentate fino a raggiungere i 10,8 miliardi di euro. Sono questi, in sintesi, i risultati principali dell’ultimo rapporto commerciale mensile pubblicato dalla Commissione europea

Export
I maggiori aumenti dei valori delle esportazioni mensili (gennaio 2019 rispetto a gennaio 2018) hanno riguardato gli Stati Uniti (oltre 191 milioni di euro), la Cina (91 milioni di euro), la Svizzera (39 milioni), Filippine e Russia (entrambi aumentati di 29 milioni di euro). Le esportazioni sono invece diminuite maggiormente nei confronti di Hong Kong (-44 milioni di euro), Turchia (-29 milioni di euro), Angola (-26 milioni di euro), Arabia Saudita (-24 milioni di euro) e Giordania (-23 milioni di euro). Per settore, la maggiore crescita delle esportazioni ha riguardato acquaviti e liquori, vino e latte in polvere, cresciuti rispettivamente di 81, 68 e 58 milioni di euro. Le esportazioni di zucchero e sigarette sono diminuite di più, con un calo rispettivamente di 53 e 29 milioni di euro.

Import
Per quanto riguarda le importazioni, il valore dell’agroalimentare dell’UE è aumentato maggiormente per i prodotti provenienti dagli Stati Uniti (oltre 291 milioni di euro) e dall’Ucraina (+246 milioni di euro). Le importazioni che sono diminuite maggiormente hanno interessato il Brasile (-145 milioni di euro), l’Indonesia (-97 milioni di euro) e la Malesia (-68 milioni di euro). In termini di settori, le importazioni di cereali diversi dal grano e dal riso sono cresciute maggiormente, aumentando rispettivamente di 170 e 134 milioni di euro.
(Fonte: ce/Eurostat)

STATI UNITI PRINCIPALE FORNITORE DI SEMI DI SOIA IN EUROPA
Gli ultimi dati elaborati dalla Commissione europea indicano che nella campagna di commercializzazione che si è appena conclusa (da luglio 2018 a metà aprile 2019) le importazioni di semi di soia degli Stati Uniti nell’Unione Europea sono aumentate del 121% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
Con una quota di mercato del 72% delle importazioni UE di semi di soia, gli Stati Uniti rappresentano attualmente il primo fornitore dell’Europa. Viceversa l’UE costituisce di gran lunga la prima destinazione delle esportazioni di semi di soia statunitensi (22%), seguita da Cina (18%) e Messico (9%). L’intensificazione degli scambi relativi a diversi settori e prodotti, tra cui in particolare i semi di soia, costituiva uno degli obiettivi della dichiarazione congiunta concordata dai presidenti Juncker e Trump il 25 luglio 2018. Rispettando l’impegno assunto, la Commissione europea pubblica regolarmente i dati sulle importazioni UE di semi di soia provenienti dagli Stati Uniti. Quella appena pubblicata è la quinta relazione di aggiornamento sugli scambi commerciali di semi di soia con gli Stati Uniti.

I punti salienti della relazione
In sintesi, dall’ultima relazione emerge che:
– rispetto alle prime 42 settimane della campagna 2017/2018 (sempre da luglio a metà aprile), nella campagna di commercializzazione in corso le importazioni UE di semi di soia provenienti dagli Stati Uniti sono aumentate del 121%, attestandosi a 8 244 594 tonnellate;
– in termini di importazioni totali UE di semi di soia, la quota degli Stati Uniti ammonta attualmente al 72%, rispetto al 36% dello stesso periodo dell’anno precedente. Questi dati collocano gli Stati Uniti ben al di sopra del Brasile (21%), secondo principale fornitore dell’UE, seguito da Ucraina (2,3%), Canada (1,8 ) e Paraguay (0,7 ).
Nel gennaio 2019 la Commissione ha concluso che i semi di soia statunitensi soddisfano i requisiti tecnici per l’utilizzo nei biocarburanti nell’UE. Questa decisione crea le condizioni per l’ulteriore espansione di tali esportazioni, ampliandone le opportunità di mercato in Europa.

USA primo anche per le importazioni agroalimentari
Gli Stati Uniti costituiscono anche il primo Paese d’origine delle importazioni europee di prodotti agroalimentari in generale. In base agli ultimi dati, dal febbraio 2018 al gennaio 2019 il valore delle importazioni di prodotti agroalimentari dagli Stati Uniti è aumentato del 14%. Si tratta di un aumento di valore di 1,5 miliardi di euro, dovuto principalmente alla crescita delle importazioni di semi di soia, panelli di soia e vari altri prodotti. Ricordiamo che complessivamente l’UE importa circa 14 milioni di tonnellate di semi di soia all’anno come fonte di proteine per i mangimi animali, compresi quelli per pollame, suini e bovini, nonché per la produzione di latte. Grazie ai prezzi competitivi, i semi di soia provenienti dagli Stati Uniti rappresentano un’opzione molto interessante per gli importatori e gli utilizzatori europei. I dati inclusi nella relazione sui semi di soia provengono dall’Osservatorio del mercato delle colture, varato dalla Commissione europea nel luglio 2017 per condividere i dati e le analisi a breve termine del mercato allo scopo di accrescere la trasparenza. Grafici, tabelle e altre statistiche sono disponibili su:
https://bit.ly/2TDF6qG (Fonte: ce)

AGRICOLTURA E BREXIT
L’UE è pronta a sostenere gli agricoltori europei nel caso di un possibile scenario di “no-deal” .
Un ritiro negoziato del Regno Unito dall’UE rimane il miglior obiettivo da perseguire e proprio per questo i leader europei hanno concesso alla Gran Bretagna un’ulteriore proroga, fino al 31 ottobre prossimo, che dovrebbe definire una volta per tutte il quadro della Brexit. Nel frattempo sono in arrivo le elezioni europee di maggio e la confusione regna ancor più sovrana. Di pari passo, l’UE si sta preparando ad un eventuale poco auspicabile “no-deal”, ovvero una Brexit senza accordo, anche per quanto riguarda il settore agricolo. In pratica, l’UE rimane concentrata sulla protezione degli interessi degli agricoltori e dei cittadini-consumatori europei, puntando sulla Politica Agricola Comune (PAC) che ha già a disposizione strumenti che possono essere attivati in caso di perturbazioni del mercato e possono fungere da reti di sicurezza, come l’intervento pubblico, lo stoccaggio privato, la prevenzione delle crisi e la gestione del rischio.

Azioni preventive a tutela degli agricoltori
Ricordiamo che in passato la Commissione europea aveva già utilizzato tali misure (compresi gli Aiuti di Stato), in particolare nel periodo 2014-2016 per affrontare pesanti squilibri di mercato e aiutare gli agricoltori in difficoltà di liquidità a breve termine. In caso di uscita senza accordo della Gran Bretagna dall’UE, la DG Agri teme pericolose interruzioni per alcuni mercati agricoli e per questo ritiene che vi sia l’obbligo legale di intervenire preventivamente, azione questa che ha il vantaggio di fornire un sostegno agli agricoltori dando allo stesso tempo fiducia al mercato. A tal riguardo, la Commissione europea ha pubblicato nella sua banca dati dedicata all’accesso ai mercati informazioni dettagliate sulle norme che il Regno Unito applicherebbe sulle importazioni dall’UE in caso di uno scenario di “mancato accordo”. Il quadro si basa su informazioni rese pubblicamente disponibili dalle stesse Autorità del Regno Unito. Per maggiori informazioni si veda: http://madb.europa.eu/madb/indexPubli.htm (Fonte: ce)

MEDITERRANEO OCCIDENTALE: OK AL 1° PIANO DI GESTIONE DEGLI STOCK ITTICI
Più equilibrio tra sostenibilità ambientale e sostenibilità socioeconomica; più attenzione alla protezione degli habitat sensibili; sostegno alla pesca su piccola scala; nuove misure tecniche di conservazione. L’Europarlamento ha approvato il 1° Piano di gestione delle opportunità di pesca e di gestione degli stock nel Mediterraneo occidentale per le specie demersali.
Il nuovo Piano, che copre gli stock ittici demersali, come i gamberetti e gli scampi, mira a garantire il loro sfruttamento, pur mantenendone la capacità riproduttiva. Il Piano dovrà essere valutato dopo i primi cinque anni e, successivamente, ogni tre anni. Nel primo anno di attuazione del Piano (2020), la capacità di pesca massima consentita sarà ridotta del 10% rispetto ai giorni di pesca autorizzati tra il 2012 e il 2017. Nei successivi quattro anni la capacità massima sarà ulteriormente ridotta del 30%. Nel testo, già concordato in via informale con i Ministri degli Stati Membri dell’UE, si richiede inoltre di emendare il Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca (FEAMP) per permettere di sostenere finanziariamente le aziende di pesca che dovranno cessare le attività, in seguito alle nuove norme. Ricordiamo che questo Piano pluriennale è la quarta proposta adottata, in linea con la Politica Comune della Pesca (PCP), dopo quelle che hanno interessato il Mar Baltico, il Mare del Nord e le acque occidentali. Il Piano copre le acque del Mediterraneo occidentale lungo il Mare di Alboran settentrionale, il Golfo del Leone e il Mar Tirreno, comprese le isole Baleari, la Corsica e la Sardegna. Secondo i dati relativi al 2015, la flotta peschereccia interessata da questi provvedimenti è costituita da quasi 10.900 navi provenienti da Italia (50%), Spagna (39%) e Francia (11%). Gli stock demersali di questa zona appartengono a sei specie di pesci e crostacei: gamberetti blu e rossi, gamberetti rosa di acque profonde, gamberetti rossi giganti, nasello europeo, scampi e triglie.
Le norme concordate
Vediamo in estrema sintesi come troveranno applicazione le norme approvate dagli europarlamentari:
– si applicheranno alla pesca commerciale, a quella ricreativa e al pesce catturato involontariamente (stock da cattura accessoria);
– implementeranno i regimi di cogestione di pesca tra Stati Membri, pescatori e altre parti interessate;
– faciliteranno l’attuazione dell’obbligo di sbarco;
– limiteranno le attività di pesca ricreativa quando il loro impatto sulla mortalità per pesca è troppo elevato;
– limiteranno la pesca a un massimo di 15 ore per giorno di pesca (o 18 ore, tenendo conto del tempo di transito tra il porto e la zona di pesca).

Limitazione dell’uso delle reti da traino nelle zone costiere
Sarà vietato utilizzare reti da traino entro le 6 miglia nautiche dalla costa, ad eccezione delle zone a più di 100 metri di profondità dell’isobata, per tre mesi all’anno. Ogni Stato Membro determinerà i tre mesi di chiusura annuale, sulla base dei migliori pareri scientifici disponibili così da garantire una riduzione di almeno il 20% delle catture di novellame di nasello.

Prossime tappe
Dopo l’adozione definitiva da parte del Consiglio, le nuove norme si applicheranno il ventesimo giorno successivo alla pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell’Unione Europea prevista verso la fine del 2019. (Fonte: ce)

LOTTA ALL’INQUINAMENTO: NUOVI LIMITI SULLE EMISSIONI DI CO2 PER AUTO E FURGONI
L’Europarlamento ha approvato in via definitiva le misure per ridurre entro il 2030 le emissioni di gas serra di automobili (-37,5%) e furgoni (-31%).
Deputati e i Ministri UE hanno concordato un obiettivo più elevato (37,5%) di riduzione delle emissioni delle autovetture nuove entro il 2030, rispetto a quello proposto dalla Commissione europea (30%). La nuova legislazione fissa anche un obiettivo di riduzione delle emissioni di CO2 per i nuovi furgoni (31%) sempre entro il 2030. La normativa prevede inoltre che l’intero ciclo di vita delle emissioni delle autovetture sia valutato a livello europeo. La Commissione dovrà valutare l’opportunità di disporre di una metodologia comune per la valutazione e di una comunicazione coerente dei dati entro il 2023. Se del caso, dovrebbe essere varata una normativa in materia. Ricordiamo che il settore dei trasporti è l’unico comparto dell’UE che non ha registrato un calo significativo delle emissioni di gas serra (GES) dal 1990. I dati dell’Agenzia europea dell’ambiente mostrano che, tra tutti i mezzi di trasporto dell’UE, quello su strada genera la quota maggiore di emissioni di gas a effetto serra (72,9% nel 2016), ed è responsabile di circa il 20% delle emissioni totali di gas serra dell’UE. (Fonte: pe)

AIUTI ALIMENTARI UE E IMPATTO SULL’INCLUSIONE SOCIALE
La Corte dei conti europea sostiene che il regime attuato dall’UE in tema di aiuti alimentari agli indigenti non sta ottenendo grossi risultati sull’inclusione sociale.
Secondo una Relazione della Corte dei conti europea, il Fondo di aiuti europei agli indigenti (FEAD) sostiene sì le azioni degli Stati Membri volte ad alleviare la povertà, ma finanzia prevalentemente il sostegno alimentare e non è sempre mirato alle forme più estreme di povertà. Inoltre, resta ancora da dimostrare se il FEAD sia efficace per conseguire l’inclusione sociale. Con un finanziamento UE di 3,8 miliardi di euro nel periodo 2014-2020, il FEAD vuole essere qualcosa di più di un regime di aiuti alimentari, offrendo assistenza materiale combinata a misure mirate di inclusione sociale. La Corte ha valutato se il FEAD, così come concepito, si sia dimostrato efficace nell’aiutare gli indigenti europei ad uscire dalla povertà e nel favorirne l’integrazione sociale. La Corte ha esaminato i programmi di Belgio, Repubblica Ceca, Germania, Spagna, Francia, Italia, Polonia, Romania e Slovacchia.

Risultati limitati
Sebbene il FEAD si prefigga esplicitamente l’obiettivo dell’inclusione sociale, la Corte ha rilevato che resta prevalentemente un regime di aiuto alimentare, con oltre l’80% della dotazione destinata a tale sostegno. Ciononostante, è altamente apprezzato dai soggetti che si occupano degli indigenti e anche la Corte lo considera uno strumento importante per fornire sostegno materiale e alimentare. La Corte sottolinea che il FEAD offre agli Stati Membri possibilità per promuovere esplicitamente l’inclusione sociale. Solo quattro Stati Membri hanno però optato per programmi incentrati sulle azioni di inclusione sociale, che rappresentano solo il 2,5% del Fondo. Inoltre, il successo di queste misure non è monitorato a causa della mancanza di dati quantitativi. La Corte conclude pertanto che il contributo fornito dal FEAD alla riduzione della povertà resta ancora da dimostrare.

Sostegno mirato
Fornire un sostegno mirato è essenziale, soprattutto data la scarsità di risorse di bilancio UE. Ciò contribuisce ad aumentare l’impatto degli aiuti e a facilitarne il monitoraggio. Invece, non sempre vengono definiti i target da raggiungere e, in metà degli Stati Membri esaminati, gli aiuti non sono mirati ad uno specifico gruppo di persone vulnerabili o a specifiche situazioni di povertà. La Corte avverte che tutto ciò potrebbe determinare una dispersione dei finanziamenti. Per il periodo 2021-2027, la Commissione europea ha proposto di integrare il FEAD nel nuovo Fondo sociale europeo plus (FSE+).

Le raccomandazioni della Corte
Alla luce di quanto è emerso, la Corte raccomanda alla Commissione europea e agli Stati Membri di:
– fornire assistenza alimentare e materiale di base più mirata a coloro che ne hanno più bisogno;
– riservare le misure di inclusione sociale ai destinatari dell’assistenza materiale di base;
– migliorare la valutazione dell’inclusione sociale dei destinatari finali del FEAD. (Fonte: cce).

 

AGRICONFRONTI E LE SFIDE EUROPEE: RICHIEDI LA PUBBLICAZIONE
La nuova pubblicazione della Collana Editoriale di Veneto Agricoltura, giunta alla 20^ uscita, è stata dedicata ad una serie di confronti “agricoli” a livello UE/Italia/Veneto.
La Collana Editoriale di Veneto Agricoltura si è arricchita di una nuova uscita, la 20^, dal titolo “Agriconfronti. L’agricoltura veneta e le sfide europee”. Si tratta di un’attenta analisi che contribuisce a far comprendere come il Veneto si posiziona e si relaziona con gli altri Paesi dell’Unione Europea relativamente a cinque temi: numero e dimensione delle aziende agricole; dinamiche occupazionali; comparto del vino; del mais; del biologico. Per ciascun “agriconfronto” gli Autori (Renzo Rossetto di Veneto Agricoltura – Settore Economia, Mercati e Competitività; con la collaborazione di alcuni tirocinanti dell’Università di Padova) propongono dapprima una panoramica della situazione europea e di come l’Italia e il Veneto si inseriscono in essa. Successivamente, per meglio comprendere i percorsi in atto e intuirne le prospettive future, mettono a confronto i trend e le dinamiche di sviluppo avvenuti negli ultimi dieci anni. A corredo di queste analisi sono state raccolte alcune riflessioni del mondo agricolo, utili a definire da angolature diverse la fotografia del settore primario. Il risultato é un volumetto agile e di facile lettura, ricco di grafici e tabelle che dovrebbero suscitare l’interesse dei lettori e alimentare il dibattito del mondo agricolo non solo veneto. La pubblicazione, in formato PDF, può essere scaricata da: https://bit.ly/2Yk7uRP. La versione cartacea va richiesta a: ufficio.stampa2@venetoagricoltura.org (indicare l’indirizzo di posta ordinaria a cui spedirla).

RILEVAZIONE DEL RISCHIO DI ESTINZIONE E EROSIONE GENETICA DELLE ANTICHE VARIETÀ
Pubblicazione realizzata da Veneto Agricoltura – Sezione Ricerca e Gestioni Agroforestali nell’ambito del Programma BIONET – cereali.
L’attività di conservazione delle antiche varietà di cereali prende in considerazione quelle risorse genetiche di origine autoctona per il Veneto e abbandonate negli attuali sistemi produttivi. Con questo lavoro di Veneto Agricoltura, reso possibile grazie all’esperienza ormai acquisita dai partner del Programma regionale BIONET, sono stati acquisiti gli indici che permettono di stimare il grado di erosione genetica, di abbandono o il pericolo di estinzione di una razza/varietà/accessione. Indici che permettono di determinare anche quando una precisata popolazione può automantenersi e non dipendere più dall’intervento pubblico. Viene inoltre individuato il livello oltre al quale la varietà non risulta più in pericolo di erosione genetica o estinzione.
Info: https://bit.ly/2UG6ppt.

RADIO VENETO AGRICOLTURA COMPIE UN ANNO, TUTTE LE PUNTATE SUL WEB
Con la puntata di questa settimana, la 50^ della serie, dedicata alla Biodiversità, Radio Veneto Agricoltura, servizio informativo curato dall’Ufficio Stampa dell’Agenzia regionale, compie un anno. Sul web tutte le puntate fin qui realizzate.
Sul profilo Facebook di Veneto Agricoltura, ma anche su Twitter, YouTube e il sito internet aziendale è stato postato il nuovo approfondimento settimanale di Radio Veneto Agricoltura (RVA). La puntata, la 50^ della serie, vede la partecipazione in studio di Michele Giannini, di Veneto Agricoltura, con il quale viene fatto il punto sulla Giornata della Biodiversità 2019, in programma presso il Campus di Agripolis (Legnaro-Pd) il prossimo 20 maggio (organizzato in occasione della Giornata Nazionale della Biodiversità Agraria e Alimentare) e su alcuni altri eventi collegati, primo fra tutti l’incontro “Salviamo la biodiversità” che si terrà il 25 aprile (ore 11:00) presso l’Orto Botanico di Padova, presente tra gli altri lo stesso Michele Giannini. Sul sito internet (www.venetoagricoltura.org) e sul profilo YouTube (https://bit.ly/2Pg5JRt) di Veneto Agricoltura è possibile vedere tutte le puntate di RVA fin qui realizzate e condotte da Renzo Michieletto e Mimmo Vita.
Ricordiamo, infine, che proprio questa settimana RVA conclude il suo primo anno di attività: un bel traguardo, pieno di soddisfazioni derivanti soprattutto dalle migliaia di visualizzazioni che i nostri approfondimenti stanno registrando ogni settimana. Un importante sostegno che ci spinge a continuare su questa strada.

“GREVISLIN”, TUTELA DELLE ACQUE E DEGLI HABITAT
Un altro progetto europeo per Veneto Agricoltura nell’ambito del Programma Interreg.
Il Programma transfrontaliero europeo Interreg, attraverso il progetto GREVISLIN, affronta i temi dello sviluppo e della tutela delle infrastrutture verdi e del miglioramento dello stato delle acque e degli habitat. Le attività del progetto si concentrano nel bacino dell’Isonzo (Friuli-Venezia Giulia), del Vipacco (Slovenia) e nel basso corso del Livenza (Venezia). Il progetto, che prevede la realizzazione di attività pilota e investimenti in infrastrutture verdi lungo i fiumi e in aree della rete Natura 2000, opera per aumentare la consapevolezza delle comunità locali, in particolare cittadini, operatori agricoli e turisti, sulla gestione sostenibile delle aree agricole per la tutela delle acque e delle aree protette, migliorando l’attrattività del territorio, anche sotto il profilo turistico. In programma attività di monitoraggio ambientale, faunistico e della qualità delle acque, studio e diffusione delle migliori pratiche agricole, realizzazione di infrastrutture verdi. Il partenariato vede impegnati 14 “soggetti” sloveni e italiani, tra cui Veneto Agricoltura. Capofila è “RA SEVERNE PRIMORSKE, Agenzia per lo sviluppo regionale, Nova Gorica, Slo”. Info: https://www.ita-slo.eu/it/grevislin.

“WETNET”, CONTRATTO DI LAGUNA: FIRMANO 20 ENTI, C’È ANCHE VENETO AGRICOLTURA
L’importante progetto europeo Interreg-Med, denominato WetNet, punta a garantire un maggior coordinamento tra i diversi livelli di pianificazione territoriale e le Autorità responsabili della loro gestione.
Le zone umide in Europa sono ambienti interconnessi e vulnerabili che forniscono importanti contributi alla biodiversità: la loro protezione interessa aspetti scientifico-ambientali e di governante. E’ in questo contesto che entra in gioco il progetto europeo WetNet, nell’ambito del Programma Interreg-Med, che vede come area di riferimento l’insieme delle zone umide ricadenti nei territori dei Comuni veneziani di Caorle, Concordia Sagittaria e San Michele al Tagliamento. Il contratto di area umida del sistema della Laguna di Caorle nasce quindi quale obiettivo di un progetto comunitario che vede sei Paesi coinvolti e dieci partner. Il progetto si pone l’obiettivo di garantire un maggior coordinamento tra i diversi livelli di pianificazione territoriale e le Autorità responsabili della loro gestione, limitando nel contempo i conflitti tra le istanze di conservazione e le attività economiche. Il progetto WetNet – contratto di valorizzazione e promozione dell’area umida del “sistema della laguna di Caorle”, comincia ora ad essere una realtà, vista l’approvazione del protocollo d’intesa tra Regione Veneto, i Comuni di Caorle, San Michele al Tagliamento e Concordia Sagittaria, il Consorzio di Bonifica Veneto Orientale, la Città Metropolitana di Venezia, Proloco, associazioni e federazioni varie, ed ora anche Veneto Agricoltura. Per saperne di più sul progetto WetNet vedi:
https://wetnet.interreg-med.eu/

19 MAGGIO, LAZISE-VR: 6^ EDIZIONE DEL “FESTIVAL DELLE DOP VENETE”
Regione Veneto e Veneto Agricoltura organizzano presso l’incantevole Dogana Veneta di Lazise (VR) la 6^ edizione del Festival delle DOP. In vetrina le eccellenze dell’agroalimentare veneto riconosciute dai marchi DOP, IGP, STG e Qualità Verificata.
Il Festival delle DOP venete 2019, kermesse promossa da Regione e Veneto Agricoltura, giunto alla 6^ edizione, si svolgerà quest’anno presso la storica Dogana Veneta di Lazise (VR) sul Lago di Garda, domenica 19 Maggio dalle ore 10:00 alle 19:000. L’ingresso all’evento é gratuito. Il Festival delle DOP venete 2019 metterà in vetrina, come tradizione, le eccellenze dell’agroalimentare regionale, ovvero i prodotti riconosciuti dai marchi europei di qualità DOP, IGP, STG e quello regionale Qualità Verificata. Saranno presenti una trentina di Consorzi di tutela del Veneto e numerosi altri Enti e istituzioni. Ricco il programma degli eventi con presentazioni e degustazioni guidate gratuite dei prodotti a cura dell’Istituto Alberghiero “Carnacina” di Bardolino (VR). Giornalisti e sommelier intratterranno i visitatori con spiegazioni sia tecniche che divulgative che consentiranno ai visitatori di conoscere il valore aggiunto derivante dai marchi di qualità europei e il valore intrinseco dei prodotti della nostra agricoltura. Info: 049.8293716;
ufficio.stampa2@venetoagricoltura.org

 

PREGETTI EUROPEI: BENE GLI IMPEGNI DI SPESA, MALE I PAGAMENTI
Secondo un’analisi della Corte dei conti europea, l’arretrato di fondi del bilancio UE
impegnati ma per i quali non sono stati ancora eseguiti i pagamenti ha raggiunto un nuovo livello record, che potrebbe comportare in futuro notevoli rischi finanziari.

Per comprendere la portata del problema, perché di problema si tratta, va detto che il valore dei pagamenti che la Commissione europea dovrà eseguire ammontava a 267 miliardi di euro alla fine del 2017, valore che verosimilmente è destinato a crescere in futuro. E’ per questo motivo che la Corte dei conti europea avverte che ciò potrebbe limitare la capacità dell’Esecutivo di gestire future necessità o di evadere in tempi ragionevoli future domande di pagamento.

Come funziona il meccanismo dei pagamenti
Facciamo un passo indietro per meglio inquadrare la questione. Il bilancio annuale dell’UE consiste di importi a disposizione per essere impegnati e di importi per gli effettivi pagamenti nel corso dell’esercizio. I cosiddetti “impegni non ancora liquidati” sono quelli assunti nell’attuale e nei precedenti esercizi ma non ancora pagati o annullati. Nel corso di questo periodo, costituiscono un ammontare noto come “RAL” (dal francese, reste à liquider). Il RAL è gradualmente cresciuto, aumentando di oltre il 90% nello scorso decennio, con una marcata accelerazione negli ultimi anni. L’analisi della Corte fa luce sull’evoluzione del RAL e sui fattori che ne spiegano il continuo aumento. La Corte avverte che la principale sfida sarà quella di evitare che inizi ad accumularsi un RAL ancora più elevato nel nuovo piano pluriennale di spesa per il periodo di programmazione 2021-2027.

Rischi
La Corte ha individuato i rischi per il bilancio dell’UE e propone possibili soluzioni. Innanzitutto sono stati individuati i tre principali fattori che influenzano il RAL: gli importi disponibili nel bilancio per essere impegnati sono maggiori di quelli effettivamente disponibili per i pagamenti; la fine di un piano di spesa pluriennale si sovrappone all’inizio del successivo; i programmi finanziati dall’UE negli Stati Membri fanno registrare ritardi. I Fondi strutturali e d’investimento europei generano la quota maggiore di RAL, per lo più in ragione della loro elevata percentuale sul bilancio complessivo e delle specifiche norme che ne disciplinano la spesa. La Corte fornisce un raffronto dettagliato tra Stati Membri, dal quale emerge che, poiché ciascuno Stato assorbe i finanziamenti ad un ritmo differente, la rispettiva quota del RAL non è proporzionale agli importi a loro disposizione per essere impegnati. Al fine di promuovere la disciplina finanziaria, tutti gli Stati Membri devono spendere detti fondi entro tre anni a decorrere dalla data in cui sono stati impegnati; altrimenti, rischiano di perderli. Il RAL si riduce quando gli importi impegnati sono pagati o annullati. Nel corso dell’ultimo decennio, gli importi annullati sono stati relativamente modesti, circa il 2% del totale degli importi impegnati. Tuttavia, la Corte sottolinea che gli importi annullati non possono più essere utilizzati e sono pertanto persi ai fini degli obiettivi delle politiche degli Stati Membri interessati e dell’UE.

Soluzioni
La Corte mette in evidenza varie possibili soluzioni per impedire un analogo accumulo di RAL nel quadro del nuovo piano di spesa pluriennale per il 2021-2027:
– tempestiva adozione del piano di spesa pluriennale e dei relativi programmi;
– semplificazione delle norme disciplinanti la spesa del bilancio dell’UE;
– fornitura di valide previsioni del fabbisogno di pagamenti;
– un adeguato equilibrio tra importi disponibili per impegni e importi disponibili per pagamenti.

Il quadro della situazione
Dal 2011 al 2015 la Commissione non ha avuto a disposizione fondi sufficienti per eseguire tutti i pagamenti entro la fine dell’esercizio a cui si riferiscono ed ha dovuto pagare gli importi non ancora liquidati nel corso degli esercizi successivi. L’arretrato di domande di pagamento inevase presentate dagli Stati Membri ha quasi raggiunto i 25 miliardi di euro alla fine del 2014 ed è stato liquidato alla fine del 2016. Nel 2013, la Commissione ha previsto un RAL di oltre 260 miliardi di euro per la fine del 2020. Nel 2018, l’Esecutivo ha rivisto questa cifra, portandola a 295 miliardi di euro, ed ha previsto che il RAL avrebbe raggiunto i 314 miliardi di euro alla fine del 2023. La Commissione ha indicato che il RAL ammontava a circa 280 miliardi di euro alla fine del 2018. Il bilancio dell’UE per il 2019 mette a disposizione 166 miliardi di euro per impegni e 148 miliardi di euro per i pagamenti. (Fonte: cce)

 

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