2019 DA DIMENTICARE PER L’AGROALIMENTARE VENETO

Un annus horribilis che ha interessato quasi tutti i settori. Presentato oggi a Verona l’atteso Report di Veneto Agricoltura con le prime valutazioni sull’andamento del settore agroalimentare veneto nel 2019.

L’agricoltura veneta nel 2019 ha segnato una battuta d’arresto in numerosi comparti, dal mais al frumento alla frutticoltura, si salva però il vino. Come ogni anno, in questo periodo, arrivano le prime valutazioni sull’andamento del settore agroalimentare veneto nell’anno da poco concluso. Il Report è stato presentato a Verona, giovedì 30 gennaio, in occasione della 114^ edizione di Fieragricola, presente il Commissario straordinario dell’Agenzia regionale, Alberto Negro, e Alessandra Liviero che ha coordinato il gruppo di lavoro.

Vediamo, in sintesi, com’è andata – non troppo bene – scarica il report completo PV2019 – Rapporto Def ;  Scarica le slide Presentazione PV 2019 def

Partiamo dal valore complessivo della produzione lorda agricola veneta che, nel 2019, è stimato in 5,7 miliardi di euro, in diminuzione rispetto al 2018 (-8%). Le cause della contrazione sono dovute principalmente alla diminuzione delle quantità prodotte, in particolare delle coltivazioni legnose, mentre le colture erbacee hanno registrato situazioni diversificate, in cui l’andamento dei prezzi di mercato ha inciso in taluni casi in maniera positiva migliorando il risultato, principalmente per le colture ortive.

Per quanto riguarda le imprese attive, alla fine del terzo trimestre 2019 nel Veneto si attestavano a 62.592 unità (-1,3%), un dato in linea con l’andamento del settore nazionale, che registra anch’esso una diminuzione simile (-1,2%). La flessione ha riguardato soprattutto le ditte individuali, in calo del -2,2%, ma che costituiscono ancora l’80% del totale delle imprese agricole venete. In aumento le forme societarie: le società di capitali ( +7,1%) e le società di persone (+2,6%) arrivano a rappresentare il 18% del totale delle imprese agricole. In calo del -2,3% anche il numero di imprese del comparto alimentare veneto, stabili a livello nazionale.

Sempre nei primi nove mesi del 2019 (ultimo dato disponibile) nel Veneto si registra una crescita degli occupati agricoli del +4% dopo le flessioni registrate nei due anni precedenti. Anche in questo caso, si tratta di un andamento in linea con quanto rilevato a livello italiano (+2%) e nel Nord-est (-0,3%). In diminuzione gli occupati dipendenti (-21%), mentre crescono gli indipendenti (+17,7%).

Passiamo alla bilancia commerciale veneta il cui deficit è più che dimezzato nei primi nove mesi del 2019: il saldo negativo si è attestato a circa 65 milioni di euro, in calo del -68% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Il risultato è conseguenza della lieve flessione delle importazioni, che si attestano a circa 5,25 miliardi di euro (-1%), e al contestuale aumento dell’export che sale a quasi 5,2 miliardi di euro (+1,5%).

Relativamente alle singole colture, l’andamento climatico sfavorevole che ha caratterizzato il 2019 ha fortemente inciso sulla produzione di cereali: l’elevata piovosità di maggio ha comportato infatti allettamenti nei frumenti e scompensi fisiologici nel mais con conseguente diminuzione delle rese ad ettaro (-13,6% per il mais, -13,4% per il frumento tenero e, addirittura, -23,7% per il frumento duro). Va comunque ricordato che l’incremento delle superfici del +18% per il mais ha comportato una sostanziale stabilità produttiva, mentre i frumenti hanno avuto cali produttivi del -16% (tenero) e del -34% (duro).

Per le colture industriali, la soia ha segnato una resa in aumento del +6,6% rispetto al 2018 nonostante la cimice asiatica abbia creato danni, soprattutto sui bordi degli appezzamenti. In diminuzione gli investimenti (-19%), la produzione (-13,6%) e anche il prezzo, in flessione del 6%, che ha risentito della disponibilità di prodotto della campagna precedente. Le avverse condizioni climatiche stagionali sono state la principale causa della riduzione delle rese di produzione della barbabietola da zucchero, in calo del -3,3% rispetto al 2018, come la produzione (-1,5%) e la resa in saccarosio ad ettaro (-7,9%). Male anche il tabacco (-20% la resa su superficie stabile) e la colza (-13% rese, -17% la superficie). Gli investimenti a girasole nel 2019 sono saliti a circa 4.400 ettari (+31,6%), un livello mai raggiunto prima nella nostra regione, ma le rese sono diminuite del 4% a causa del clima sfavorevole.

L’andamento climatico ha favorito purtroppo una serie di problemi fitosanitari, marciumi e asfissia in tutte le colture orticole, eccetto radicchio e fragola. Hanno segnato rese negative la patata (-7%), la lattuga (-14%) e l’asparago (-11%). In aumento tutte le superfici per le principali colture, produzione in aumento per radicchio (+8%, 145.300 t), fragole (+15%) e patate (+9%), in calo per lattuga (-5%) e asparagi (-6%). Le superfici investite a orticole sono salite a circa 28.800 ettari, in crescita del +9% rispetto all’anno precedente. Si stima che le orticole in piena aria, che rappresentano oltre il 70% degli ortaggi coltivati in Veneto, si attestino a circa 20.700 ettari (+7%), mentre le orticole in serra vengono stimate a circa 4.300 ettari (+12,5%); in aumento le piante da tubero (3.800 ha, +16%).

Annata climatica assolutamente sfavorevole anche per le frutticole, che hanno visto cedere produzione e rese di tutte le specie indistintamente, anche per problemi fitosanitari e la cimice asiatica che ha colpito soprattutto il pero, ma anche mele e kiwi. A parità di superficie, la resa del pero è scesa del -60% e la produzione del -62%, le mele -28% in resa e produzione, il kiwi -32% in resa e -35% in produzione, pesche-nettarine -15% di resa e produzione, ciliegio -34%. Male anche l’olivo, con rese inferiori del – 85%.

Annata tutto sommato buona per la vitivinicoltura, anche se il confronto con l’ottima annata 2018 mostra segni negativi per via dell’andamento climatico non proprio favorevole segnato da un inverno siccitoso e mite e da una primavera fredda e piovosa. La produzione di uva si attesta sui 13,2 milioni di quintali (-19,8% rispetto al 2018, ma +19,4% sul 2017). Il vino prodotto si stima essere pari a quasi 10,3 milioni di hl (-20 %). Nel corso del 2019 la superficie vitata regionale è aumentata ancora, raggiungendo i 97.347 ettari (+3,1%). Il prezzo medio delle uve risulta essere pari a 0,58 €/kg, in calo del -8%.

Per quanto riguarda il settore zootecnico, nel 2019 la produzione veneta di latte è diminuita di almeno un paio di punti percentuali, attestandosi su 1,15 milioni di tonnellate. Il prezzo del latte alla stalla è cresciuto (+7,5%), con una media annua di 39 euro/100 lt. In aumento sia le produzioni che i prezzi dei principali formaggi. In diminuzione, invece, le macellazioni di bovini del -3%, per via di una stagnazione perdurante nei consumi (-1%) che nel 2019 sono sostenuti solo da scottona/hamburger (+35%) e vitello (+1,4). Importazioni e prezzi risultano sostanzialmente stabili. In calo del -2% la produzione di suini, con consumi in stagnazione e prezzi in calo sempre del -2%. La produzione di carne avicola è sostanzialmente stabile (-1%), con prezzi in netto calo (-5%). Stabile/tendente al ribasso la produzione di conigli (-1,5%), ma con prezzi in aumento del +8%. Annata nuovamente sfavorevole per le uova, il cui mercato segna un’ulteriore contrazione dei prezzi del -6,5%.

Inversione di tendenza per la pesca marittima: il prodotto sbarcato nei 6 mercati ittici regionali segna un +3,8% in volume e +6,1% in fatturato. I molluschi bivalvi di mare evidenziano, invece, un calo dei volumi pescati del -10,4% rispetto al 2018. Sostanzialmente stabili flotta e imprese.