LA MARINERIA DI CHIOGGIA, PUNTO DI RIFERIMENTO DELL’ITTICO NAZIONALE

Riprende, con il report sulla Marineria di Chioggia, la pubblicazione degli articoli economici che periodicamente l’Osservatorio Socio Economico della Pesca e dell’Acquacoltura dedica alle marinerie dell’Alto Adriatico, proponendo i dati statistici e i trend salienti che ne caratterizzano la filiera ittica. In particolare, questo sito di produzione ittica veneta, con il proprio mercato ittico, si è fatto promotore dei prossimi Stati Generali Italiani della pesca, che Chioggia ospiterà nei giorni 11 e 12 dicembre 2021. In questa occasione, ministri, operatori e i portatori di conoscenze si confronteranno sull’attuale stato di crisi del comparto ittico nazionale e sulle paventate restrizioni allo sforzo di pesca italiano da parte della Commissione Europea.
Con i suoi 220 pescherecci, la flotta marittima chioggiotta resta una delle più grandi e attrezzate dell’intero Alto Adriatico. Infatti, da sola rappresenta oltre un terzo dell’intera flotta veneta. Se nel 2020 la flotta si presenta in crescita dello +0,9%, nell’ultimo decennio invece si presenta in calo del -9,1%, ma in linea con la riduzione registrata nell’intera area adriatica.
Le imprese registrate nell’ultimo anno nel settore della produzione ittica primaria sono 457, con quelle che operano nella pesca marittima (329 unità) che perdono il -17,8% rispetto al 2011, mentre quelle dell’acquacoltura (128 unità) nello stesso periodo quasi raddoppiano la propria consistenza (+96,9%). Se si considerano tutte le imprese della filiera ittica clodiense, quindi anche quelle che lavorano il pesce e lo commercializzano, il totale per l’area in esame sale a 621 unità, con un lieve rialzo decennale di ditte del +0,8%. Meno rosea la situazione occupazionale, visto che le 1.558 unità lavorative rilevate nel 2020 portano ad una perdita nell’ultima decade del -14,2%.
Nel mercato ittico di Chioggia lo sbarcato locale (7.798 tonnellate nel 2020) da solo rappresenta l’83% circa dei volumi complessivi transitati, con questa tipologia di prodotto che segna un calo del -15,5% rispetto al 2019, con la perdita del fatturato che, a fronte dei 19,8 milioni di Euro rilevati per questa quota di prodotti ittici, sale al -20,2%. I transiti totali, comprensivi anche delle quote di prodotti di provenienza nazionale ed estera, sono pari a 9.364 tonnellate (-17,6% rispetto al 2011), mentre l’incasso totale è stato di 30,9 milioni di Euro (-25,7% rispetto al 2011). Per i prezzi, nel confronto decennale, si registrano pochi cali per le specie maggiori, mentre prevalgono i segni positivi, in particolare per seppie (+28,0%), latterini (+33,6%) e cefali (+69,3%).
Questo report si completa con una ricca panoramica sull’attività di pesca e allevamento dei molluschi bivalvi. La pesca delle vongole di mare e fasolari, settore gestito dal locale Consorzio (Co.Ge.Vo.), vede impegnate 57 turbosoffianti, che hanno pescato 859 tonnellate complessive di molluschi bivalve e bibi, registrando un probante calo della produzione nell’ultimo anno (-39,9% rispetto al 2019), tendenza confermata anche nel confronto decennale (-32,7%). Molto importante per l’area chioggiotta è la venericoltura effettuata in acque lagunari e tipicamente effettuata con la vongola filippina, spalleggiata da una residuale quota di allevamento di mitili fatto in Laguna di Chioggia, visto che il grosso degli impianti di mitilicoltura ormai viene effettuano in mare a largo di Pellestrina con impianti longline.

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