LE MARINERIE DI RIMINI, CATTOLICA E CESENATICO: DA SEMPRE IN RIVIERA ROMAGNOLA IL PERFETTO CONNUBIO TRA PESCA E TURISMO

Nell’ultimo report, prodotto dall’Osservatorio Socio Economico della Pesca e della Acquacoltura di Veneto Agricoltura, sono state prese in esame le tre Marinerie romagnole di Rimini, Cesenatico e Cattolica.

La flotta riminese, alla pari di quanto avviene nella pesca marittima dell’intera area alto adriatica, mostra un trend negativo nell’ultimo decennio, con gli attuali 138 pescherecci registrati e un calo decennale del -26,2%. Si osserva lo tesso andamento per la flotta marittima di Cesenatico, visto che alle 60 barche presenti nel 2020 si associa una perdita decennale del -25%. Diverso, invece, è il discorso per la flotta cattolicense, che da cinque anni vede la sua flotta cristallizzata a 41 unità, con una lieve perdita di imbarcazioni del -2,4% rispetto al 2011. Meno pesanti le perdite registrate per le imprese della filiera ittica di Rimini e Cattolica, dove alle 345 aziende totali presenti nell’area corrisponde una decrescita rispetto all’anno precedente del -1,1%, con il calo che arriva al -6,8% rispetto al 2011, diminuzioni dovute in gran parte alle ditte operanti nel comparto della pesca. Meno grigia la situazione rilevata per la provincia di Forlì-Cesena, che comprende le aziende ittiche di Cesenatico (145 unità), attività che sono in rialzo del +2,8% nell’ultimo anno, mentre la perdita nella decade analizzata è del -12,1%.

Passando alla produzione ittica, lo sbarcato locale giunto nel mercato ittico di Cattolica, che comprende anche il pescato della vicina flotta marchigiana di Gabicce, dopo un periodo di stasi dei quantitativi pescati, negli ultimi tre anni si mostra più altalenante, con un volume prodotto nel 2020 di 704 tonnellate e un forte calo del -49,3% rispetto all’anno precedente, forse dovuto all’impatto delle restrizioni in periodo di Covid-19. Anche a Cesenatico si segna il passo, visto che l’ultima produzione si è attestata a circa 3.730 tonnellate, con un calo del -27,9% rispetto al 2019. Il mercato di Rimini, caratterizzato dall’avere anche prodotto di provenienza nazionale ed estera, con le complessive 1.675 tonnellate transitate nel 2020 segna una variazione negativa del 9% netto rispetto all’anno precedente, mentre rispetto al 2011 si rileva un rialzo in volume del +21,1%. Lo stesso andamento lo si rileva anche per i fatturati scaturiti dalle vendite dei volumi di prodotti alieutici visti in precedenza. I prezzi delle principali specie ittiche transitate nei mercati romagnoli, nel confronto decennale, mostrano nella maggior parte dei casi dei buoni incrementi.

Il Consorzio di Gestione dei Molluschi di Rimini, che vede in attività 36 draghe idrauliche dedite alla pesca esclusiva delle vongole di mare, nel 2020 segna una produzione complessiva pari a 1.860 tonnellate, quantitativo che porta ad un aumento produttivo annuo del +3,2%, differenza che sale al +28,7 rispetto a quanto fatto registrare nel 2011. Se la mitilicoltura dell’area di Cesenatico fa segnare una decrescita decennale del -6,6%, a fronte delle 4.041 tonnellate prodotte, per gli allevamenti riminesi invece si registra un rialzo produttivo del +67,6% nello stesso periodo (6.262 tonnellate prodotte nel 2020).

Il saldo della bilancia estera dei prodotti ittici primari per la provincia di Rimini nell’ultimo anno è negativo per 20,9 milioni di euro, mentre per la provincia di Forlì-Cesena il saldo rilevato è pari a circa -4,1 milioni di euro.

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