Florovivaismo veneto: male il commercio con l’estero nel primo semestre 2021

Nel primo semestre 2021, il comparto florovivaistico in Italia sembra essere in decisa ripresa, anche se va detto che il confronto con il I semestre 2020, caratterizzato dal lockdown causato dall’epidemia di Covid-19 può essere fuorviante. A livello nazionale le esportazioni sono stimate a oltre 310 milioni di euro, in crescita del +29,8% rispetto al medesimo periodo del 2020. Quasi tutte le regioni presentano un incremento delle esportazioni, tra le principali la Toscana registra un incremento del +39,7% (144,6 milioni di euro), la Liguria un aumento del +51,9% (31,7 milioni di euro), la Sicilia del +25,7% (27,4 milioni di euro) e l’Emilia Romagna del +16,1% (31,5 milioni di euro). Per contro, solo poche regioni presentano una diminuzione delle esportazioni; tra queste si segnalano il Trentino- Alto Adige (11,5 milioni di euro, -2,9%) e purtroppo soprattutto il Veneto, le cui esportazioni scendono a 11,5 milioni di euro, con una flessione del -8,7%.

Le difficoltà di mercato del comparto florovivaistico veneto, fortemente influenzate da un gap competitivo con i principali competitor nazionali che le aziende faticano a colmare, nel 2020 si sono ulteriormente accentuate. Di certo, la situazione imposta dalle chiusure stabilite per il contenimento dell’epidemia di Covid-19 ha ulteriormente appesantito una fase di transizione che caratterizza da anni il settore e che viene affrontata con notevoli criticità dalle imprese florovivaistiche venete.

L’andamento del commercio con l’estero delle piante vive a livello regionale, tipologia produttiva prevalente in Veneto, ha registrato nel 2020 un deficit negativo di 29,9 milioni di euro, in aumento del +26,8% rispetto al 2019, dopo anni in cui l’andamento era stato in miglioramento. Il risultato è da imputare ad un deciso aumento delle importazioni, salite a 58,5 milioni di euro (+13,9%), a fronte in un incremento più contenuto delle esportazioni (28,6 milioni di euro, +2,9%), in controtendenza però con l’andamento nazionale, che ha registrato un leggero calo dell’export (682,5 milioni di euro).

Va detto infatti che, diversamente dal Veneto dove il saldo è negativo, a livello nazionale il saldo della bilancia commerciale con l’estero, cioè la differenza tra esportazioni e importazioni, per quanto riguarda le piante vive, è stato positivo di circa 370 milioni di euro, seppure in calo del -17,9%. Il risultato è frutto di un incremento delle importazioni (312 milioni di euro, +34,4%), a fronte di una stabilità dell’export (682,5 milioni di euro).

Ad incidere negativamente, la flessione registrata da alcune delle più importanti regioni produttrici, quali la Liguria (79 milioni di euro di export, -11,7%), e il Trentino-Alto Adige (33,3 milioni di euro, –25,9%), controbilanciata dall’incremento fatto segnare dalla Toscana (290 milioni di euro di export, +3,3%), che da sola realizza oltre il 40% del valore complessivo delle esportazioni italiane e da altre regioni di particolare rilevanza per il comparto florovivaistico nazionale, quali Emilia Romagna (85,9 milioni di euro, +5,5%) e Sicilia (62,8 milioni di euro, +10,4%).

Nonostante il 2020 sia stato un anno horribilis per il settore florovivaistico veneto, penalizzato in maniera particolare dalle problematiche causate dal lockdown per il contenimento del Covid-19, il numero di aziende attive è rimasto invariato a 1.417 unità e la superficie destinata al florovivaismo in Veneto viene stimata in leggera ripresa a 2.490 ettari coltivati (+1,1%): l’incremento riguarda in maniera particolare le superfici in piena aria, che risalgono a 1.830 ettari (+1%), ma in termini relativi aumentano maggiormente le superfici in coltura protetta, che si attestano a circa 655 ettari (+1,5%).

A livello provinciale, le aziende sono in calo soprattutto nelle province di Vicenza (-7,8%), Rovigo (-6,3%) e Padova (-2%), che tuttavia, si conferma la prima provincia per numerosità (436 aziende), seguita da Treviso (312 aziende, -1,6%) e Verona (229 aziende, invariata).

In crescita le quantità prodotte: la produzione complessiva regionale viene stimata a poco meno di 1,9 miliardi di pezzi (+18,3% rispetto al 2019), caratterizzata in maniera preponderante da materiale vivaistico (1,5 miliardi di pezzi, +12,1%), che costituisce una quota dell’78% della produzione florovivaistica regionale, mentre il rimanente 22% è costituito da piante finite (circa 410 milioni di pezzi), che ha registrato un sensibile incremento in termini relativi. Il risultato è fortemente influenzato dal comparto del vivaismo orticolo, la cui produzione è costituita da piccole piantine ed è aumentata a 1,57 miliardi di piantine (+22,6%): in crescita sia la produzione di materiale vivaistico (1,25 miliardi di piantine, +14,6%), che la produzione di piantine finite (317 milioni, +69,4%) destinata al consumo hobbistico probabilmente favorita dal lockdown imposto nel corso della primavera 2020. Tra gli altri comparti si registra un netto calo della produzione del vivaismo frutticolo (16,3 milioni di piante, -21%) mentre è in ulteriore crescita la produzione del vivaismo viticolo (12,4 milioni di piante, +2%) e in leggera ripresa quella di piante ornamentali (288  milioni di piante,+2,1%).

Il valore della produzione, la cui metodologia e parametri di stima adottati dall’Istat ha subito una revisione rispetto agli anni precedenti, a causa delle difficoltà di commercializzazione conseguenti al lockdown imposto nei mesi primaverili per il contenimento del Covid-19, è risultato in calo e si stima possa attestarsi a circa 182 milioni di euro, in calo di quasi il -12% rispetto all’anno precedente. Considerando le diverse macro-attività che compongono il comparto è possibile evidenziare dinamiche specifiche: a risentire maggiormente degli effetti post Covid-19 è stata indubbiamente la produzione di fiori e piante, il cui valore viene stimato a 53,9 milioni di euro (-15%) e l’attività di sistemazione di parchi e giardini offerto dalle imprese, il cui valore si stima sia sceso a 94,5 milioni di euro (-12%), mentre la produzione vivaistica viene stimata a circa 33,6 milioni di euro (-5%).

Per scaricare il report: Commercio con l’estero di fiori e piante in Italia e in Veneto 2020