INDAGINE SUI CONSUMATORI DI PRODOTTI ITTICI DELLA COSTA ADRIATICA ITALIANA

L’ultimo report dell’Osservatorio Economico della Pesca di Veneto Agricoltura ha come oggetto una indagine atta a valutare il consumo di prodotti ittici degli abitanti delle regioni italiane che si affacciano sul Mare Adriatico, in particolar modo i pasti effettuati fuori dalle mura domestiche in attività commerciali come ristoranti, trattorie e fast food, con un focus ad hoc sul pesce azzurro.

Il pesce azzurro, pur apportando notevoli benefici alla salute dell’uomo ed essendo più economico rispetto ad altri tipi di prodotti ittici, sembra non giocare un ruolo chiave nelle diete dei residenti delle zone dell’Adriatico, risultando un tipo di prodotto ittico poco consumato nei pasti fuori casa.

Investigare i comportamenti nel consumo extradomestico di pesce azzurro, può quindi rivelare i motivi alla base di tale trend e ciò è rilevante per cercare di aumentarne la domanda in futuro, essendo un pesce “non allevato” e ampiamente disponibile nel mare Adriatico.

Di conseguenza, il focus del report è sulla frequenza e il tipo di abitudini di consumo di prodotti ittici durante i pasti fuori casa, con particolare attenzione al consumo di sardine, alici e sgombri da parte dei maggiorenni residenti nelle regioni della costa adriatica italiana.

L’indagine è stata realizzata dalla società SWG attraverso interviste online con metodo CAWI (Computer Assisted Web Interview) e con interviste telefoniche con metodo CATI (Computer Assisted Telephone Interview), svolte nel periodo tra l’1 e il 12 luglio 2022, all’interno di un campione formato da 3.165 maggiorenni residenti nelle regioni adriatiche.

I risultati rivelano che di 3.165 individui, esclusi vegetariani e vegani, 1.207 soggetti si possono definire consumatori abituali di prodotti ittici, 600 individui potrebbero aumentarne la frequenza di consumo in futuro e sono per questo definiti “potenziali”, mentre 200 individui non consumano pesce e non ne consumeranno, dato che lo evitano per ragioni legate al gusto personale.

Con particolare attenzione sui soggetti che rientrano nel target di consumatori abituali di prodotti ittici (N=1.207), i crostacei ed il pesce bianco risultano essere i loro prodotti preferiti, seguiti da molluschi a conchiglia e cefalopodi. Il pesce azzurro si colloca solo al quinto posto, con il 21% dei consumers che lo indica come piatto preferito al ristorante, avendo a disposizione due scelte tra le opzioni proposte.

In particolare, sono gli “over 65” e i residenti delle regioni del centro-sud i segmenti che lo preferiscono e sono soprattutto le classi sociali più basse a prediligerlo: basso reddito e basso livello di scolarità. Tale situazione riflette l’idea del pesce azzurro come un pesce “povero”, più economico rispetto ad altre tipologie di prodotti ittici. Infatti, dopo aver intervistato solo coloro che consumano pesce azzurro meno di una volta al mese (N=944) è emerso che la principale ragione a frenarne il consumo, non è il prezzo ma la reperibilità e il gusto personale. In particolare, nelle regioni del Triveneto che si affacciano sull’Adriatico, la reperibilità è un limite al consumo per quasi il 40% dei consumatori, che sostengono di riscontrare difficoltà nel trovare il pesce azzurro nel menù dei locali frequentati. Nelle regioni del centro e del sud l’ostacolo principale invece è il gusto personale.

Nonostante la scarsa preferenza per il pesce azzurro, però i rispondenti di tutte le regioni prevedono comunque di aumentarne il consumo in futuro e le ragioni di crescita sono legate ai riconosciuti benefici sulla salute (per il 41% dei rispondenti) e alla maggior convenienza in termini di prezzo (32%), rispetto ad altri prodotti ittici.

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