Biomasse: perchè


L’utilizzo delle biomasse a fini energetici presenta rilevanti aspetti positivi di tipo economico, sociale ed ambientale.Tra di essi va particolarmente sottolineato il fatto che il loro utilizzo non contribuisce in modo significativo ad aumentare
l’emissione di gas climalteranti. La produzione interna di biomasse a fini energetici inoltre riduce la dipendenza dalle importazioni di prodotti energetici, offre opportunità di lavoro alle imprese agricole e forestali; può contribuire a ridurre gli output di sostanze inquinanti dai suoli agricoli e dagli allevamenti zootecnici, a difendere i suoli dall’erosione, aiuta la gestione forestale, può essere associata ad iniziative di difesa dalle alluvioni (aree di esondazione controllata), di fitodepurazione, di ricarica delle falde, etc. Il mondo agricolo guarda alle colture agro-energetiche come ad una possibile via di uscita dalla gravissima crisi che accompagna la globalizzazione dell’economia mondiale e la fine del lungo ciclo della PAC che ha garantito sicurezza economica e benessere per oltre 40 anni. Per far ciò c’è bisogno però di un’azione strategica di ampio respiro e dotata di un’adeguata dotazione finanziaria. Come nel caso di qualsiasi altra fonte energetica, la bioenergia per potersi sviluppare richiede infatti tempi medio lunghi, forte coerenza tra le azioni che afferiscono ai diversi settori che interagiscono a livello sociale ed economico, disponibilità di risorse sufficienti a vincere gli attriti che sempre rallentano l’adozione di nuove tecnologie. Dalle diverse biomasse si può ottenere un’eterogenea gamma di biocombustibili, raggruppabili in tre grandi categorie:
– solidi: legno, residui agricoli, etc.;
– liquidi (detti anche biocarburanti): biodiesel, bioetanolo, olio vegetale puro;
– gassosi: biogas.

stoccaggio legnoIl compito di Veneto Agricoltura sarà quello di mostrare con chiarezza le alternative possibili e le diverse varianti di filiera, via via che le conoscenze si mostrano consolidate, e coordinare contestualmente un grande sforzo per l’innovazione nelle scelte colturali e nelle tecnologie di raccolta del prodotto, stoccaggio e prima trasformazione della biomassa. In particolare le attività sperimentali e il trasferimento delle conoscenze si focalizzeranno nello studio delle criticità dei processi in rapporto a quelle del territorio, con particolare riferimento a:
– messa a punto di modelli colturali tecnicamente ed economicamente efficaci;
– sostenibilità ambientale degli stessi modelli colturali;
– sinergia delle filiere con obbiettivi di gestione territoriale ed ambientale (qualità delle acque, dell’aria, ricarica delle falde, tutela della diversità biologica e degli habitat per la fauna);
– studio di soluzioni tecniche efficaci nella meccanizzazione della raccolta, stoccaggio e prima trasformazione dei prodotti legnosi;
– definizione di “percorsi” di riferimento per la costruzione delle analisi di filiera, in particolare per la catena dell’approvvigionamento della biomassa, con riferimenti chiari a realizzazioni pilota o a realtà già consolidate e alla scelta della scala territoriale ottimale;
– meccanismi di sinergia con le linee di legislazione esistenti o in divenire, a livello nazionale, regionale o in ambito PSR.

fuocoPer far sì che l’ Azione Strategica possa dispiegare tutte le sue potenzialità, vi è necessità che fin nella fase di sviluppo venga previsto il coinvolgimento partecipato di tutti i soggetti diversamente interessati, specie a livello regionale, che di seguito vengono indicati a solo titolo esemplificativo e non esaustivo:

– stakeholders istituzionali: le diverse articolazioni e competenze regionali come le amministrazioni provinciali;
– stakeholders tecnico-economici: dalle Camere di Commercio, alle rappresentanze dei produttori agricoli, ai soggetto economici fornitori di tecnologia;
– stakeholders del Sistema della Conoscenza: dall’Università ai soggetti della consulenza (Ordini professionali), agli enti di formazione.