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A fine anno si tirano le somme di come è andata, i raccolti sono completati, si fanno due conti e due ragionamenti: l’estate eccezionalmente calda e siccitosa ha creato notevoli problemi alle colture, il mais e la soia ne hanno risentito pesantemente, con forti riduzioni di produzione, è ri-esploso e sta dilagando il problema delle aflatossine, i prezzi negli ultimi mesi dell’anno sono per lo più in flessione…quindi, conclusione, non è stata proprio una buona annata per i cereali!
Beh.., non è proprio così!
Intanto il frumento tenero e gli altri cereali autunno-vernini non hanno per nulla risentito dall’andamento climatico estivo, e anzi hanno avuto degli ottimi risultati, con superfici in crescita e una elevata produzione raccolta.
Parliamo di prezzi? È vero che sulle principali piazze di contrattazione internazionali, borsa merci di Chicago in primis, a fine anno le quotazioni dei futures sulle principali commodities agricole sono in calo; ma a livello nazionale, i riflessi di tale dinamica sono attutiti dalla situazione di domanda e offerta locale, influenzata, appunto, dal problema aflatossine per il mais e dalla scarsità di prodotto disponibile per quanto riguarda la soia.
Ma alziamo un attimo lo sguardo: il prezzo del frumento tenero quotato alla borsa merci di Padova è passato da meno di 220 euro/t ad inizio anno a quasi 280 euro/t a dicembre (+60 euro/t, +30% circa) con un trend in continua crescita. Il mais è passato da 190 euro/t a 250 euro/t (+30%) a fine anno, certo toccando anche un massimo di quasi 280 euro/t a fine agosto; infine la soia addirittura da circa 370 euro/t a 520 euro/t, una differenza di 150 euro/t (+40%).
È vero che il prezzo medio annuo di mercato è stato inferiore a quello del 2011 dell’1,5% per il frumento e del -0,5% per il masi (mentre per la soia c’è stato un incremento del 17%), ma considerando che tradizionalmente le quantità scambiate avvengono per circa il 60% nei primi tre mesi dall’inizio della campagna, e che i prezzi a fine anno sono superiori a quelli del 2011, rispettivamente del 35% per frumento e mais e quasi del 50% per la soia, il confronto tra i prezzi medi ponderati presenta delle variazioni positive per tutte e tre le commodities: +6% circa per il frumento, +15% per il mais, +25% per la soia.
Guardando la realtà con una prospettiva ancora più alta, e si mettono a confronto i prezzi di fine 2012 con quelli registrati nel 2009, l’anno con le quotazioni più basse dell’ultimo quinquennio, i prezzi attuali sono superiori del doppio (frumento tenero) o anche più (mais).
Cambiando discorso, si sono concluse le semine dei cereali autunno-vernini anche in Veneto: come era logico e prevedibile, vista la “scottatura” patita dagli agricoltori con le colture primaverili (mais e soia), c’è stata una corsa al “cereale-rifugio”, cioè al frumento tenero. Secondo le indicazioni raccolte presso gli operatori locali, si stima che per l’annata agraria 2012-2013 ci potrà essere un aumento degli investimenti nell’ordine del +10/15%: le superfici coltivate dovrebbero quindi riportarsi attorno ai 100 mila ettari. Per gli altri cereali autunno-vernini la situazione non è altrettanto positiva: sono previsti infatti stabili o in leggero calo gli ettari seminati a frumento duro e orzo.
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