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Il valore complessivo della produzione lorda agricola veneta nel 2014 è stimato in 5,6 miliardi di euro in leggero incremento del 2% rispetto all’anno precedente. Tale aumento è dovuto quasi esclusivamente al miglioramento delle performance produttive.
Ancora in calo il numero di imprese agricole iscritte alle Camere di Commercio del Veneto, sceso a 66.374 unità, con una flessione del 2,7% nei primi nove mesi del 2014 rispetto allo stesso periodo del 2013. Il numero di imprese dell’industria alimentare è invece rimasto invariato a 3.662 unità attive. Notevole il calo degli occupati in agricoltura, scesi nei primi 3 trimestri del 2014 a circa 61.500 unità (-8,2%), interessando in maggiore misura i lavoratori indipendenti (-10,3%) rispetto a quelle dipendenti (-4%). Il deficit della bilancia commerciale veneta dei prodotti agroalimentari relativa al terzo trimestre 2014 appare aumentato del 23,4% rispetto allo stesso periodo del 2013, salendo da 684 a 874 milioni di euro. Tale risultato è dovuto a un aumento delle importazioni (+5,2%) più che proporzionale rispetto alla crescita delle esportazioni (+1,8%).
Anche nel 2014 si sono riscontrate delle anomalie climatiche che hanno diversamente condizionato i risultati produttivi delle varie colture. In particolare, si è osservato un inverno con precipitazioni e temperature molto superiori alla norma, un’estate assai fresca e piovosa, un autunno molto caldo nei valori minimi e con precipitazioni nuovamente abbondanti a novembre.
L’eccezionale piovosità del periodo estivo ha certamente favorito una coltura divoratrice di acqua come il mais che resta la coltura più diffusa in Veneto con una superficie di 234.000 ettari (-6%), la cui produzione è aumentata del 35% raggiungendo 2,9 milioni di tonnellate. I mercati, considerando anche la ottima produzione mondiale, hanno tuttavia reagito al ribasso a tale incremento produttivo poiché si calcola un prezzo medio annuo in calo del 16%. Gli altri cereali hanno avuto alterna fortuna dal punto di vista produttivo e commerciale: il frumento tenero ha mantenuto la produzione dell’anno precedente ma ha registrato un prezzo mediamente inferiore del 9%, il frumento duro ha incrementato sia la quantità raccolta sia le quotazioni (rispettivamente del 38% e dell’11%), l’orzo ha subìto un calo di produzione (-5%) e di prezzo (-8%), mentre il riso ha compensato la contrazione produttiva (-3%) con un andamento di mercato favorevole (+14%).
Per quanto riguarda le colture industriali si registra un nuovo record produttivo della soia (520.000 t, +77%) a causa del contestuale aumento del 20% della resa e della superficie coltivata, determinando tuttavia un calo del 13% del prezzo medio annuo. Più che raddoppiata la produzione di barbabietola da zucchero (+107%) in seguito a un forte incremento di superficie (+48%) e di resa (+40%). In significativo aumento anche la produzione di tabacco (+22%), mentre tra le colture energetiche il girasole ha subìto un notevole calo di superficie (-44%) e la colza ha registrato un cospicuo aumento di produzione (+61%).
Le bizzarrie climatiche hanno penalizzato alcune colture orticole in pieno campo, in particolare il radicchio la cui produzione è scesa del 26%, ma ne ha favorite altre, come la patata che ha aumentato la produzione del 49%. Per la frutticoltura va segnalata la crisi commerciale sofferta dalla frutta estiva, soprattutto dalle pesche, a causa del calo dei consumi e della pesantezza dei mercati che ha costretto la Commissione europea ad intervenire con misure urgenti di sostegno. Rispetto al 2013 la produzione è risultata in crescita per melo (+40%) e pero (+10%), stazionaria per pesco e actinidia, in calo per ciliegio (-22%) e olivo (-25%), quest’ultimo fortemente colpito dagli attacchi della mosca in quasi tutto il territorio nazionale.
Annata difficile anche per la vitivinicoltura, penalizzata da un’estate eccessivamente umida e piovosa che ha creato non pochi problemi alla difesa fitosanitaria e alla gestione dei vigneti. Le produzioni di uva e vino sono stimate in calo dell’11% rispetto all’anno precedente, ma anche i prezzi di uve e vini risultano mediamente al ribasso di circa il 5-10%.
Risultati alterni per la zootecnia. Si registra un aumento della produzione e del prezzo del latte intorno al 3-4%, ma la congiuntura favorevole di mercato è andata scemando nella seconda parte dell’anno. Quotazioni generalmente in calo per la carne, sia bovina (-2%) che suina (-2%) e avicola (-5%), anche a causa della contrazione dei consumi. La riduzione dei costi per l’acquisto di mangimi e prodotti energetici ha tuttavia parzialmente preservato la redditività degli allevamenti. Ancora in calo la flotta peschereccia veneta (-1,7%) ma i quantitativi prodotti nei primi 6 mesi del 2014 dalla pesca marittima sono stimati in aumento del 12%.
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