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LA DIFESA INTEGRATA A PUNTATEPRINCIPI E APPLICAZIONI PRATICHE PER LE COLTURE ERBACEE (10)
GEODISINFESTANTI/FITOFAGI TERRICOLI-ELATERIDI/MAIS
Molte sono le specie del terreno che potenzialmente possono danneggiare il mais nelle prime fasi di sviluppo; la gran parte tuttavia raramente raggiunge livelli tali da evidenziare danni sulle piante. Mantenuta sotto il livello di danno la diabrotica con le strategie agronomiche, usualmente la valutazione del livello delle popolazioni delle principali specie di elateridi (Agriotes spp.) è sufficiente a stabilire l’effettivo rischio di danno.
A) INDIVIDUAZIONE AREE CON POPOLAZIONI SOPRA E SOTTO LA SOGLIA DI DANNO: VALUTAZIONE RISCHIO, MONITORAGGIO, CONFRONTO CON LE SOGLIE DI DANNO
L’incidenza dei danni significativi è bassa (inferiore al 5% della superficie seminata) e sono disponibili metodi pratici per la valutazione dell’effettivo livello del rischio e delle popolazioni nonché le soglie di indifferenza; vi sono quindi le condizioni per applicare efficacemente i primi principi della DI: valutazione dei livelli di popolazione e individuazione delle superfici da non trattare in quanto caratterizzate da livelli di popolazione al di sotto della soglia di indifferenza. La procedura prevede innanzitutto la valutazione dei fattori di rischio. Le osservazioni condotte estesamente per trenta anni hanno evidenziato quali principali fattori di rischio: a) il contenuto di sostanza organica, (valori elevati, > 5% aumentano significativamente il rischio di danno); b) la precessione colturale: gli avvicendamenti che comprendono prati e secondi raccolti quali loiessa-mais, colza- sorgo,…..(copertura continua del terreno) aumentano la percentuale di sopravvivenza degli stadi di sviluppo più suscettibili e quindi il rischio (che resta comunque non elevato – mediamente in oltre il 90% della superficie le popolazioni restano sotto la soglia di danno); c) le specie presenti: Agriotes brevis risulta nettamente più pericolosa rispetto ad Agriotes ustulatus mentre Agriotes sordidus si colloca in posizione intermedia; popolazioni elevate, particolarmente di A. brevis e A. sordidus, valutate ad esempio con le trappole a feromoni YATLORf rappresentano un rischio maggiore, particolarmente se associate ad altri fattori di rischio; anche la presenza significativa di zone a prato, incolte che favoriscono il mantenimento di popolazioni consistenti (inoculo) possono alzare il livello di rischio; d) anche il verificarsi di attacchi forti nel passato e il mantenimento di costante buona umidità superficiale tra metà maggio e inizio agosto (sistemazioni idraulico-agrarie inefficienti, irrigazioni/piogge frequenti) in presenza di buona copertura vegetale possono aumentare il rischio.
In assenza di fattori di rischio si può procedere alla semina senza insetticidi microgranualri o come concianti; l’adesione al fondo mutualistico mais copre eventuali danni molto più efficacemente ed economicamente. Nel caso di presenza di uno o più fattori di rischio e in assenza di altre informazioni/rilievi precedenti, si potrà procedere al monitoraggio con trappole per larve; il processo della Difesa integrata è sintetizzato nello schema allegato.
B) VALUTAZIONE DELLA DISPONIBILITÀ DI SOLUZIONI AGRONOMICHE, BIOLOGICHE, FISICHE O COMUNQUE NON CHIMICHE PER SOSTITUIRE IL TRATTAMENTO CHIMICO OVE NECESSARIO INTERVENIRE
Numerose sono le soluzioni disponibili da adattare a seconda delle zone e degli indirizzi colturali. a) Agronomiche: ad esempio, pianificazione dell’avvicendamento in modo che il mais sia collocato in posizione a minore rischio derivante dalle precessioni colturali, semina a maggior densità determinando condizioni favorenti la crescita veloce, concimazione localizzata, biostimolanti, in caso di accertata presenza sopra la soglia; b) fisiche-meccaniche: ad es. sarchiature nell’anno precedente nei periodi di volo delle specie A. brevis e A. sordidus; c) biologiche: l’interramento di piante biocide può ridurre significativamente le popolazioni se correttamente collocato. Per le soluzioni biologiche oggi possibili e le attuali linee di ricerca per la messa a punto di strategie efficaci in tale ambito si veda la presentazione allegata.
Per richieste di chiarimento in tempi stretti si può scrivere a (bollettino.erbacee@venetoagricoltura.org).
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