RIFLETTORI PUNTATI SUL BOSTRICO, DANNOSO INSETTO CHE SI “MANGIA” ABETI E PINI

Le infestazioni da bostrico nei boschi veneti causate dai postumi della tempesta Vaia di fine 2018 sono sotto i riflettori di un progetto di monitoraggio regionale. Nonostante la situazione emergenziale dovuta a Covid-19, Veneto Agricoltura ha posizionato ben 70 trappole nel bellunese, 15 nel trevigiano e altrettante nel vicentino per il monitoraggio del bostrico dell’abete e altre 15 trappole in provincia di Belluno per il monitoraggio del bostrico del pino. L’operazione si svolge nell’ambito di un progetto di indagine delle possibili infestazioni da parassiti forestali dopo il devastante effetto prodotto sui nostri boschi dalla tempesta Vaia nell’autunno 2018 che vede coinvolti, oltre all’Agenzia regionale, l’Università di Padova-Dipartimento DAFNAE e la stessa Regione Veneto (U.O. Fitosanitario e U.O. Forestale).

Nel mirino dell’attività di monitoraggio l’Ips Typographus (bostrico dell’abete rosso) e l’Ips Acuminatus (bostrico del pino), entrambi, appartenenti all’ordine dei coleotteri, famiglia degli scolitidi. Si tratta di insetti lignicoli che si nutrono della parte sub-corticale delle piante che decidono di aggredire, in particolare di quelle che stanno vivendo una situazione di stress, quali la siccità, lo sradicamento e lo stroncamento, provocandone la morte per interruzione del trasporto linfatico.

Le trappole posizionate, attive da metà aprile fino a fine settembre, funzionanti tramite tamponi imbevuti di feromoni (sostanze chimiche che gli insetti utilizzano per identificare le piante sofferenti e per comunicare tra di loro), vengono controllate ogni 10-12 giorni da personale di Veneto Agricoltura opportunamente formato e addestrato, proprio allo scopo di quantificare la numerosità e il ciclo fenologico della popolazione.

Nel corso dei prossimi mesi, questa importante attività permetterà di capire quanto elevato è il potenziale di pericolosità dei due parassiti, che normalmente regolano il ciclo evolutivo di un bosco ma, in una situazione di catastrofe dovuta all’evento del 2018, possono diventare un importante fattore di squilibrio nell’ecosistema forestale.