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Il lockdown per il contenimento del Covid-19, avvenuto proprio nei mesi primaverili del 2020, in cui le aziende vivaistiche realizzano abitualmente la parte più consistente del fatturato, ha colpito duramente anche il settore florovivaistico veneto, penalizzando le vendite e il fatturato aziendale.
Tra le tante ombre, ci sono anche alcuni aspetti positivi che lasciano intravvedere degli spiragli di luce in un situazione nel complesso comunque di elevata criticità e pesantezza per le imprese.
Ad esempio, nel 2020 il numero di aziende attive è rimasto invariato, a 1.417 unità, interrompendo una diminuzione fisiologica in atto da almeno dieci anni. E la superficie destinata al florovivaismo in Veneto viene stimata in leggera ripresa, a circa 2.490 ettari coltivati (+1,1%): in termini assoluti, l’incremento riguarda in particolare le superfici in piena aria, che salgono a 1.830 ettari (+1%) e in misura meno rilevante le superfici in coltura protetta, che si attestano a circa 655 ettari (+1,5%).
A livello provinciale, le aziende sono in calo soprattutto nella provincia di Venezia (-3%), mentre sono in leggera crescita a Verona, Vicenza, Rovigo e Belluno; Padova, nonostante una leggera flessione (-0,5%), si conferma la prima provincia per numerosità (434 aziende), seguita da Treviso (312 aziende, invariata) e Verona (222 aziende, +1,4%).
Altro aspetto positivo da evidenziare è l’incremento delle quantità prodotte, pur se con dei distinguo importanti: la produzione complessiva regionale viene infatti stimata a poco meno di 1,9 miliardi di pezzi (+18,3% rispetto al 2019). Il materiale vivaistico, con circa 1,5 miliardi di pezzi (+12,1%), rappresenta la parte preponderante della produzione regionale, con una quota di circa il 78%, mentre il rimanente 22% è costituito da piante finite (circa 410 milioni di pezzi), che hanno registrato un sensibile incremento (+47,2%). Tuttavia, il risultato positivo è fortemente influenzato dal comparto del vivaismo orticolo, dove il prodotto è costituito da piccole piantine, che incide con una quota dell’83% sul totale regionale e la cui produzione è aumentata a 1,57 miliardi di piantine (+22,6%), in parte favorita dal lockdown imposto nel corso della primavera 2020 per il contenimento del Covid-19. In crescita infatti, sia la produzione di materiale vivaistico orticolo (1,25 miliardi di piantine, +14,6%), che la produzione di piantine finite (317 milioni di piantine, +69,4%) destinata al consumo hobbistico. Negli altri comparti, si registra un netto calo della produzione di vivaismo frutticolo (16,3 milioni di piante, -21%), mentre è in ulteriore crescita la produzione del vivaismo viticolo (12,4 milioni di piante, +2%) e in leggera ripresa quella di piante ornamentali (288 milioni di piante, +2,1%).
Non si registrano particolari variazioni nella provenienza del materiale da coltivare, dove prevale sempre la pratica dell’autoproduzione del materiale di base, anche in questo caso fortemente influenzata dal comparto orticolo, che rappresenta quasi l’80% del totale delle fonti di approvvigionamento. E neppure nei canali di commercializzazione, dove la quota di vendite ad altri vivaisti e aziende agricole è in ulteriore crescita e costituisce circa l’84% del totale delle vendite, mentre sono in calo le quote di vendite destinate a privati/hobbisti (7,1%), dettaglianti (5,1%) e grossisti (3,9%).
Al contrario, si rilevano notevoli variazioni nell’area di commercializzazione: in seguito alle limitazioni imposte per il contenimento del Covid-19, è in deciso aumento la quota di vendite destinate in ambito locale, che raggiunge il 39,5% del totale (rispetto alla quota del 29,8% detenuta nel 2019). In flessione, per un effetto di compensazione, la quota di vendite destinate a livello regionale (17,9%), nazionale (39,9%) ed estero (7,9%), mentre rimangono invariate le vendite destinate al mercato estero extra-UE.
Il valore della produzione, la cui metodologia e parametri di stima adottati dall’Istat ha subito una revisione rispetto agli anni precedenti, è stato influenzato in maniera fortemente negativa dalla chiusure imposte dalla pandemia da Covid-19, e si stima che nel 2020 possa scendere a circa 180 milioni di euro, in calo del 12% circa rispetto al 2019. Considerando le diverse macro-attività che compongono il comparto, a risentire maggiormente delle limitazioni sono stati indubbiamente il comparto della produzione di fiori e piante il cui valore viene stimato in deciso calo a 53,9 milioni di euro (-15%) e l’attività di sistemazione di parchi e giardini, che si stima possa attestarsi a circa 94,5 milioni di euro (-12%), mentre la produzione vivaistica, che in termini assoluti si attesta ancora su valori inferiori rispetto agli altri macro-comparti, viene stimata a circa 33,6 milioni di euro (-5% rispetto al 2019).
Per scaricare il report “Florovivaismo veneto n. 35 – Andamento congiunturale 2020 del comparto florovivaistico” clicca qui
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