Florovivaismo veneto 2021: segnali di ripresa ma ricrescita lenta

Dopo un 2020 di grande sofferenza per il comparto florovivaistico veneto, colpito duramente dalle chiusure imposte per il contenimento del Covid-19, avvenute proprio nei mesi primaverili, in cui le aziende vivaistiche realizzano abitualmente la parte più consistente delle vendite e del fatturato, nel 2021 si registra un tentativo di ripresa, ma senza aver ancora risolto del tutto le criticità che attanagliano il comparto da diversi anni.

Nel 2021 il numero di aziende attive è rimasto di fatto sostanzialmente invariato, a 1.409 unità (-0,6%), così come la superficie destinata al florovivaismo in Veneto, stimata in circa 2.495 ettari coltivati (+0,4%): in termini assoluti, l’incremento riguarda in particolare le superfici in piena aria, che salgono a 1.850 ettari (+1%), mentre si riducono le superfici in coltura protetta, che si attestano a circa 650 ettari (-1,1%).

A livello provinciale, le aziende sono in calo nella provincia di Verona (217 unità, -2,3%), Venezia (189 aziende, -2,1%) e Vicenza (118 unità, -1,7%), mentre sono in leggera crescita a Treviso (315 aziende, +1%) e risultano essere invariate nelle province di Belluno, Rovigo e Padova, che si conferma la prima provincia per numerosità (434 aziende).

Aspetto positivo da evidenziare è l’incremento, seppur lieve, delle quantità prodotte, pur se con dei distinguo importanti: la produzione complessiva regionale viene stimata a poco più di 1,9 miliardi di pezzi (+2% rispetto al 2020). Il materiale vivaistico, con circa 1,5 miliardi di pezzi (+2,5%), rappresenta la parte preponderante della produzione regionale, con una quota di circa il 79%, mentre il rimanente 21% è costituito da piante finite (circa 410 milioni di pezzi), che hanno registrato un lieve incremento (+0,3%). Tuttavia, il risultato positivo è fortemente influenzato dal comparto del vivaismo orticolo, dove il prodotto è costituito da piccole piantine, che incide con una quota dell’83% sul totale regionale e la cui produzione è aumentata a 1,59 miliardi di piantine (+1,7%): in crescita, sia la produzione di materiale vivaistico orticolo (1,27 miliardi di piantine, +2,1%), che la produzione di piantine finite (317 milioni di piantine, +0,3%) destinata al consumo hobbistico. Negli altri comparti, si registra un notevole aumento della produzione di vivaismo frutticolo (23 milioni di piante, +41,7%), ed è in ulteriore crescita anche la produzione del vivaismo viticolo (12,4 milioni di piante, +2,3%) e di piante ornamentali (291 milioni di piante, +1,3%).

Non si registrano particolari variazioni nella provenienza del materiale da coltivare, dove prevale sempre la pratica dell’autoproduzione del materiale di base, che rappresenta quasi l’80% del totale delle fonti di approvvigionamento, anche in questo caso fortemente influenzata dal comparto orticolo. Anche i canali di commercializzazione rimangono sostanzialmente invariati, prevalgono le vendite ad altri vivaisti e aziende agricole, la cui quota è in ulteriore crescita e costituisce circa l’84,3% del totale delle vendite, mentre sono in calo le quote di vendite destinate a privati/hobbisti (6,8%), dettaglianti (5%) e grossisti (3,9%).

Al contrario, si rilevano variazioni nell’area di commercializzazione: dopo le limitazioni imposte per il contenimento del Covid-19, si mantiene elevata, ma in leggera flessione la quota di vendite destinate in ambito locale, che scende al 39,3% del totale (rispetto alla quota del 29,8% detenuta nel 2019). Rimangono invariate le vendite destinate in ambito regionale o estero extra-UE; mentre aumenta leggermente la quota di vendite destinate in ambito nazionale (34,5%) ed estero (8%),

Altro aspetto positivo da evidenziare riguarda il valore della produzione: dopo la forte riduzione registrata nel 2020, influenzato in maniera molto negativa dalle chiusure imposte per il contenimento della pandemia da Covid-19, nel 2021 viene stimato in netta ripresa e, in seguito anche ad una revisione della metodologia e dei parametri di stima adottati dall’Istat, ha raggiunto i 210 milioni di euro (+9%), il valore più alto degli ultimi dieci anni. Considerando le diverse macro-attività che compongono il comparto, il valore dell’attività di produzione di fiori e piante viene stimato a circa 67,4 milioni di euro (+7,4%) e l’attività di sistemazione di parchi e giardini si stima possa riportarsi a circa 106 milioni di euro (+11,2%), quasi sugli stessi livelli pre-Covid, mentre la produzione vivaistica, che in termini assoluti si attesta ancora su valori inferiori rispetto agli altri macro-comparti, viene stimata a circa 36,4 milioni di euro (+5,9% rispetto al 2020).

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