“BIONET”: UN NETWORK DELLA BIODIVERSITÀ PER CONSERVARE LE SPECIE IN PERICOLO DI ESTINZIONE

Quando si parla di biodiversità si pensa ai panda o all’Amazzonia. Ma molti dimenticano che una certa “semplificazione” avvenuta dal secondo dopoguerra in poi, specie per i territori agrari non solo veneti, padani e italiani, legati anche ad una evoluzione dell’agricoltura in senso imprenditoriale, ha comportato la compromissione della complessità animale e vegetale storicamente presente sui nostri territori.

La Rete creata dalla Regione Veneto, grazie al Programma di Sviluppo Rurale (PSR), ha proprio lo scopo di conservare la “biodiversità animale e vegetale”. Un interessante progetto che vede il coinvolgimento di Veneto Agricoltura, ma anche quello dei centri di conservazione presenti sul territorio veneto e numerosi agricoltori/allevatori definiti “custodi” della biodiversità.

Nello specifico, l’Agenzia regionale è coinvolta in due importanti misure del PSR, Programma di Sviluppo Rurale: la prima (Misura 10.2.1) prevede la realizzazione di interventi di conservazione e uso sostenibile delle risorse genetiche in agricoltura; mentre la seconda (Misura 16.5.1) opera per la realizzazione di progetti collettivi a carattere ambientale funzionali alle priorità previste dal PSR stesso.

Tra i diversi progetti in corso, merita senz’altro di essere segnalato uno di cui Veneto Agricoltura è coordinatore e che vede tra i soggetti partner sette Istituti Agrari Professionali (uno per provincia), di cui alcuni riconosciuti come centri di conservazione. Finalità primaria sono proprio le attività di conservazione delle risorse genetiche locali di interesse agrario e alimentare a rischio di estinzione o erosione genetica, nonché la loro registrazione negli appositi registri e la condivisione tra i partner di un regolamento che definisca le modalità di cessione delle risorse genetiche al fine di implementare il cosiddetto sistema di conservazione “dinamico”, previsto dalla Legge 184 del 2015. Di cosa si tratta? Questo sistema si basa sulla contemporanea conservazione delle risorse genetiche da parte di due tipologie distinte di strutture di conservazione. Le prime, che già esistono per molte delle risorse genetiche attualmente raccolte, sono rappresentate dai “Centri di Conservazione”; le seconde sono denominate “Agricoltori e Allevatori Custodi”, vale a dire gli attori chiamati a contribuire alla conservazione della risorsa genetica attraverso la coltivazione o l’allevamento in azienda, secondo le normali condizioni per permetterne l’adattamento al “terroir” inteso come l’insieme di fattori quali le tecniche di coltivazione, l’ambiente pedoclimatico, le conoscenze e la cultura di un territorio.

Oggi il sistema di conservazione attuato dal progetto BIONET prevede esclusivamente la conservazione delle specie animali e delle varietà di piante nei Centri di Conservazione. Entro il 2022, anno di conclusione del progetto, è previsto però il coinvolgimento completo anche degli “Agricoltori e Allevatori Custodi”.

Nel frattempo, sono già stati chiariti importanti aspetti utili all’obiettivo del progetto quali: le implicazioni legate alla legislazione riguardante la commercializzazione delle sementi o la messa in atto del registro anagrafico relativa agli avicoli.

Da parte loro, gli Istituti Agrari coinvolti hanno attuato una ricerca di accessioni orticole tipiche delle loro rispettive provincie e, appena possibile (l’iter è stato rallentato dalle restrizioni dovute al Covid19), inizieranno le prime coltivazioni utili alla caratterizzazione delle diverse varietà.

La formazione avverrà attraverso l’apprendimento dello standard di certificazione “Biodiversity Friend” che è uno dei più collaudati del settore presenti in Italia.

Purtroppo, come accennato, a causa dell’emergenza per Covid19, anche l’attività di formazione prevista dal progetto ha subito un notevole rallentamento. Sono state però pianificate diverse “call conference” che prevedono il coinvolgimento dei rappresentanti dei gruppi di lavoro, dei soggetti partner, di esperti, ecc. proprio per consentire il confronto in questa importante fase del progetto.