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Interventi di conservazione e riqualificazione ambientale presso il biotopo “Laghetto del Frassino” (Peschiera del Garda, Verona)
Premessa
Il lago del Frassino (figura 1) è un’importante oasi naturalistica provinciale, istituita dalla provincia di verona nel 1990 ; dal 2000 è stato designato come Sito di importanza comunitaria ai sensi della direttiva 1992/43 CE “Habitat” (SIC IT3210003 – “Laghetto di Frassino”, comune di Peschiera del Garda (VR), altezza media 80 m slm, superficie 78 ha, lunghezza 4 km.) Si tratta di un lago morenico localizzato poco a sud della sponda meridionale del Lago di Garda, ai confini tra Veneto e Lombardia.
Figura 1: al centro dell’ortofoto, il laghetto del Frassino, compreso tra la A4, a sud, e la ferrovia MI-VE, a nord. A nordest è visibile la porzione meridionale del lago di Garda, con l’abitato di Peschiera ed il primo tratto del fiume Mincio.
Stretto tra l’autostrada A4 a sud e la linea ferroviaria Milano – Venezia a Nord, il lago si inserisce in un contesto fortemente antropizzato, entro un’area a forte vocazione vitivinicola: in tale ambito esso costituisce una preziosa riserva di biodiversità animale e vegetale giustificando ampiamente l’appellativo di “oasi”.
Di particolare rilievo risultano essere:
– La consistenza delle popolazioni svernanti di anatre tuffatrici presenti nelle sue acque profonde
– La cospicua estensione dei canneti di sponda e l’interesse delle comunità ornitiche ad essi legate
– La presenza di lembi di prateria umida con specie floristiche particolarmente rare
– La presenza di lembi di bosco igrofilo e di alcune piante vetuste di pioppo e salice
– La vocazione dell’area all’attività di didattica ambientale, anche in collegamento con le importanti realtà storiche, paesaggistiche, enogastronomiche e turistiche proprie del territorio circostante.
La forte antropizzazione delle aree circumlacuali e l’abbandono delle attività tradizionali di coltivazione del canneto hanno indotto negli anni passati un forte degrado della fascia perilacustre, con un progressivo decadimento degli habitat umidi, la proliferazione di rovi e altre piante infestanti e la perdita del percorso potenzialmente percorribile per la visita (figura 2).
Figura 2
Lavori effettuati fino al 2006
Nel corso degli scorsi anni, nell’ambito della convenzione tra Veneto Agricoltura e l’Amministrazione Provinciale di Verona approvata con Disposizione dell’Amministratore Unico n. 538 del 15 settembre 2003, Veneto Agricoltura, tramite il proprio Centro di Montecchio Precalcino, ha effettuato una serie di interventi di riqualificazione ambientale, sulla base di quanto previsto nelle proposte progettuali stilate dal Centro di Montecchio nel 2003 e nel 2005.
Nel 2004/2005 i lavori sono consistiti in :
– Apertura e completo recupero del percorso di visita perilacuale (lati nord, ovest e sud) con rimozione dei rovi
– Interventi di sfalcio conservativo di parte del canneto nella zona nord occidentale
– Interventi di conservazione di prati umidi con specie botaniche di elevato valore, rimozione di rovi e interventi di contenimento di specie invasive alloctone (sperimentazione di tecniche innovative)
– Apertura di radure nelle aree più infestate dal rovo, impianto di piccoli nuclei di bosco igrofilo con giovani piantine forestali (c.ca 170 piante)
– Abbattimento di 4 piante stramature di pioppo da carta sul lato nordorientale, con sottopiantagione di piccoli nuclei di foresta mesofila planiziale
– Asportazione di rifiuti e rimozione del residuo vegetale
– Rimozione di vecchie recinzioni con pali in cemento e rete metallica
– Realizzazione di opere funzionali al percorso di visita (un ponticello in legno e numerose ringhiere su ponti preesistenti)
– Posa di circa 20 cassette nido per passeriformi
– Realizzazione e posa in opera di n. 6 pannelli didattici lungo il percorso
Successivamente, nel corso del 2005/2006 sono stati effettuati i seguenti interventi:
– Trinciature e sfalci di mantenimento del percorso, compresa rimozione rami e tronchi eventuali. Effettuati 3 sfalci.
– Pulizia cassette nido. Intervento necessario per rimuovere i residui delle nidificazioni precedenti, evitando l’insorgere di parassitosi, ed eventuali ex nidi di calabroni. Pulizia effettuate e verificata nidificazione sulla totalità delle cassette presenti
– Manutenzione ponti e staccionate
– Sistemazione di passerella leggera in paleria di pino e tavolame in castagno lungo il percorso su circa 70 m (area stagionalmente allagata) lato NO
– Sfalcio parziale canneti sponda N e decespugliamento zona NO presso Laghetto Nuovo; mantenimento dei risultati ottenuti nel corso dei precedenti interventi a carico principalmente di 2 prati umidi (lato NO e lato N). Lavori di conservazione biologica su cariceto a Carex lasiocarpa lato Nord effettuato sfalcio manuale con falce e forcone e asportazione biomassa 60 mq ; raccolta otricelli e semina in vivaio dopo periodo di conservazione a bassa temperatura ed umidità elevata
– Proseguita l’operazione di bonifica dei lembi di cariceto di sponda individuati lungo i lati O, NO e N del lago con eliminazione arbusti infestanti c.ca 3000 mq
– Asportazione delle infestanti rampicanti, sostituzione di piante morte, impianti di infittimento, sfolli e sfalci localizzati nelle aree di recente impianto.
– impianto complessivo di 1.180 piante forestali allo scopo di ricostituire fasce a bosco igrofilo su aree ex infestate da rovi, amorfa ed altri infestanti
– Taglio 5 alberi del pioppeto da carta con rilascio di legno morto
– Abbattimento piante esotiche. 3 platani 2 robinie 3 aceri virginiani. Trattamento chimico antiricaccio su ceppaia
– Abbattimento di 5 piante stramature di pioppo da carta sul lato nordorientale, con sottopiantagione di piccoli nuclei di foresta mesofila planiziale
– Sistemazione e imboschimento per la fitodepurazione acque immissarie angolo NO del lago
– Monitoraggio della vegetazione, rilievo floristico sui marisceti e segnalazione (nota 1494 16/11/06) di habitat 7210 da inserire nel formulario Natura 2000 del SIC.
Il complesso di interventi effettuati ha consentito di recuperare in pieno la fruibilità dell’area: le foto in basso restituiscono l’immagine di una stesso tratto dell’attuale percorso, nel lato Nord, prima (fig. 3) e dopo (fig. 4) degli interventi. Sono state inoltre intraprese importanti azioni di conservazione e incremento della biodiversità (biological conservation), favorendo la diversificazione ambientale e la conservazione degli habitat naturali e delle specie animali e vegetali autoctone, in accordo con le prescrizioni comunitarie in materia.
Figura 3
Figura 4
Le prospettive
Le indicazioni provenienti dagli interventi già effettuati mostrano da un lato la notevole efficacia conservativa delle azioni svolte, dall’altra l’estrema vitalità dell’ambiente perilacustre e la sua capacità di produrre rapide modificazioni ambientali non appena si abbandonino le pratiche manutentive. Le principali linee di azione da proseguire urgentemente nell’ambito del rinnovo temporaneo della convenzione sono pertanto le seguenti:
– mantenere i positivi risultati fin qui conseguiti, eseguendo una manutenzione ordinaria del percorso, delle aree rinaturalizzate e delle infrastrutture realizzate
– ampliare la superficie rinaturalizzata e sviluppare nuove modalità di intervento
Le azioni sono volte quindi a realizzare le seguenti finalità:
ü riportare gli habitat naturali presenti lungo le sponde e nelle adiacenze del lago in soddisfacenti condizioni di conservazione, rimuovendo da essi le componenti alloctone infestanti, e promuovendo le migliori condizioni per l’espansione delle specie erbacee igrofile di pregio floristico, diffuse in particolare lungo la sponda occidentale e settentrionale del biotopo
ü ricostituire lembi di bosco igrofilo, costituito da specie arboree autoctone, nelle aree non allagate e non occupate da vegetazione erbacea igrofila. Tali aree, precedentemente liberate dalla vegetazione infestante, sono destinate in caso di mancato imboschimento ad essere rapidamente reinvase dalla stessa. Con l’impianto di nuovi alberi si perviene inoltre ad ulteriori risultati:
§ arricchire l’ambiente perilacuale di componenti sicuramente autoctone
§ ripristinare il paesaggio vegetale originario
§ diversificare la composizione degli habitat boschivi perilacustri, ora dominati pressoché esclusivamente da specie “a legno tenero”
§ potenziare la capacità “tampone” del complesso vegetale perilacustre nei confronti delle componenti eutrofizzanti presenti nell’acqua di falda
ü mantenere la massima diversificazione ambientale, evitando che l’evoluzione incontrollata porti una tipologia ambientale a prevalere sulle altre a discapito della biodiversità animale e vegetale complessiva dell’area
ü creare opportunità di alimentazione e nidificazione per uccelli e componenti faunistiche “minori” (anfibi, micromammiferi)
ü mantenere in buone condizioni il percorso di visitazione allo scopo di rendere fruibile l’area a scuole e gruppi organizzati
Figura 5. Passerella realizzata nel settore NO
Figura 6. Nucleo di Alnus glutinosa, 2 anni dall’impianto
Figura 7. Percorso nel settore N, ponte di attraversamento e pannello didattico
Figura 8. Cariceto con felce palustre, dopo gli interventi di
riqualificazione.
PIANO INTERVENTI 2007
1. Interventi su habitat naturali (canneti, cariceti, marisceti (7210* “Paludi calcaree con Cladium mariscus e sp. del Caricion davallianae”) , boschi igrofili).
1.1 Interventi di tipo forestale. A carico di superfici ex agricole, su suoli normalmente non allagati, occupati da vegetazioni arbustive nitrofile sostitutive della cenosi forestale naturale (Alnetalia glutinosae, Fraxinetalia) e delle cenosi arbustive autoctone (Prunetalia spinosae, Salicion cinereae). Gli interventi tendono a rimuovere la componente arbustiva alloctona, a contenere le specie nitrofile e ad operare una immediata sostituzione delle stesse con piantine forestali di specie ecologicamente e fitosociologicamente coerenti, ad accrescimento rapido onde innescare una competizione vincente con le infestanti arbustive. L’elevata densità di impianto è funzionale ad ottenere una rapida copertura del suolo e ad evitare nei prossimi anni il riscoppio degli arbusti infestanti.
Tabella 1.1 sintesi interventi di tipo forestale
STIMA
1.1.1 Nuovi interventi 2007
1.1.2 Manutenzione ordinaria
Piantine forestali
400
50
Superfici riqualificate
1.000 mq
4.500 mq
1.2 Interventi su habitat a vegetazione erbacea igrofila. A carico di superfici occupate da fitocenosi naturali, su suoli normalmente allagati o fortemente imbibiti, occupati da vegetazioni erbacee spontanee (Phragmition communis, Magnocaricion). Gli interventi tendono a mantenere e/o riportare le condizioni di conservazione degli habitat al livello ottimale, impedendo l’interrimento e l’evoluzione dei medesimi verso cenosi arbustive, anche autoctone, oltre alla colonizzazione da parte di specie legnose alloctone. Gli interventi comportano pertanto la rimozione della componente arbustiva alloctona e delle specie nitrofile, il contenimento degli arbusti autoctoni pionieri, l’asportazione di parte della biomassa erbacea, la gestione idraulica finalizzata al mantenimento del livello di imbibizione ottimale dei suoli.
Tabella 1.2 sintesi interventi su habitat igrofili
Riproduzione specie minacciata
10 nuove piante
—
7.000 mq
1.800 mq
2. Interventi extra-habitat naturali (percorso ed infrastrutture)
2.1 Interventi sul percorso. Lavori di mantenimento e miglioramento del percorso esistente, non riguardano superfici occupate da habitat naturali.
Tabella 2.1 sintesi interventi sul percorso
2.1.1 Nuovi interventi 2007
2.1.2 Manutenzione ordinaria
700
2.2 Interventi su strutture, connesse o meno alla visita. Lavori su strutture in legno collegate al percorso (panchine, pannelli ecc.) o altre strutture (cassette nido, ecc.)
3. Interventi di studio e comunicazione
– Realizzazione di documento divulgativo, destinato ai proprietari frontisti, contenente le linee guida per l’ottimale gestione dei fondi a fini agroambientali (accesso ai finanziamenti provincia di Verona), quadro normativo e presentazione del progetto di riqualificazione condotto da Veneto Agricoltura e Provincia di Verona, dei suoi obiettivi e del suo significato
– Realizzazione di un documento di lavoro contente la mappa della microidrografia del bacino
– Monitoraggio scientifico dell’effetto di alcuni degli interventi svolti, con particolare riguardo all’habitat prioritario recentemente segnalato al Servizio Reti ecologiche e biodiversità della Regione Veneto.
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