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Organizzazioni dei Produttori (OP) ortofrutticole venete sempre più efficaci nel valorizzare la produzione agricola aggregata. È questo l’aspetto più significativo che emerge dagli ultimi dati messi a disposizione dalla Regione Veneto (riferiti al2015) e analizzati dagli esperti economici di Veneto Agricoltura, l’AgenziaVeneta per l’Innovazione nel Settore Primario. Nel 2015, infatti, dopo la battuta d’arresto registrata nel 2014, risale il Valore della Produzione Commercializzato (VPC), che si attesta acirca 373,8 milioni di euro (+4,6% rispetto al 2014), il secondo valore più alto degli ultimi dieci anni. Il risultato è ancora più significativo considerando che il numero delle OP è sceso portandosi a 17 unità (una in meno del 2014) e che sia in calo anche il numero dei soci aderenti, sceso a 3.726 (-6,5%) a conferma di una tendenza negativa in atto da diversi anni e divenuta ormai strutturale. Di conseguenza,è aumentato il VPC medio generato da ogni OP, pari a circa 22 milioni di euro (+10,7%), un valore record negli ultimi dieci anni, e anche il valore della produzione mediamente riconosciuto ad ogni singolo socio, che supera i 100.000euro (+12% rispetto al 2014), più del doppio rispetto a dieci anni fa.
Anche le superfici investite presentano un trend decrescente negli ultimi cinque anni e sono scese nel 2015 a 13.990 ettari (-3,3% rispetto all’anno precedente). Va tuttavia evidenziato come il calo delle superfici aggregate sia da imputarsi esclusivamente alla riduzione del settore frutticolo, che registra una ulteriore contrazione del 7,4% scendendo a circa 7.100 ettari impiegati, mentre le superfici investite ad orticole sono in leggera crescita e hanno raggiunto i 6.900 ha (+1,2%).
Variazione positiva per la quantità commercializzata, in crescita per il terzo anno consecutivo e che ha superato le 400.000 t (+5%).
Seppure il VPC aggregato dalle OP venete sia aumentato, si riduce la sua incidenza sul totale del valore della produzione regionale del comparto (orticolo e frutticolo assieme, escluso le patate), che scende al 52,4% (nove punti percentuali in meno rispetto al 2014), rimanendo comunque su livelli in linea con quelli registrati a livello europeo.
I prodotti che contribuiscono maggiormente alla creazione del valore commercializzato sono le insalate e lattughe (65 milioni di euro) e i funghi (48,1 milioni di euro), seguiti per importanza da mele (26,1 milioni di euro) e radicchi (23,7 milioni di euro); da segnalare la riduzione del VPC aggregato da molte frutticole (mele, pere,fragole), in primis le pesche (2,7 milioni di euro, -36,7%) e, per contro, il risultato positivo di spinaci, che accrescono il loro valore del 60% rispetto al 2014 (3,1 milioni di euro) e asparagi (1,6 milioni di euro, +29%).
Per quanto riguarda i canali di commercializzazione anche nel 2015 la distribuzione moderna (ipermercati, supermercati,…), a cui vengono destinati prodotti per un valore di 154 milioni di euro, si conferma come principale canale di sbocco delle OP, con oltre il 40% del valore commercializzato totale. Il secondo canale per importanza è costituito dalle vendite all’ingrosso (112,6 milioni di euro), in calo rispetto al 2014 (-4,6%), ma che convogliano pur sempre circa il 30% del VPC complessivo, seguite dalle esportazioni, che con circa 74 milioni di euro (+3,9%) rappresentano circa il 20% delle vendite complessive delle OP venete.
Si osserva una certa stabilità nella concentrazione dell’offerta: Ortoromi (20%), APO Scaligera (10%) e APO Ve-Friuli (10%) veicolano assieme il 40% del valore commercializzato dalle OP. Da segnalare la performance positiva in termini di VPC prodotto da parte dell’OP del Garda (+24%), Nogalba (+23%) e Geofur (+20,6%), mentre registrano invece flessioni del VPC a doppia cifra l’OP Il Noceto (-36,7%) e l’APO Scaligera (-11,7%).
Nel 2015 si è registrato una lieve diminuzione dei contributi ricevuti dalle OP (23,5 milioni di euro, -0,7% rispetto al 2014), che si è tradotto in una riduzione delle risorse investite in quasi tutte le misure di investimento: in calo infatti le risorse destinate ad azioni di programmazione della produzione (3,9 milioni di euro, -8,3%) e per la qualità dei prodotti (8 milioni di euro, -4,6%), che si conferma comunque al primo posto per risorse utilizzate. Segno positivo invece per gli investimenti in azioni rivolte alla commercializzazione (6,3 milioni di euro, +8,5%) e registrano una crescita ancora più consistente gli investimenti in attività di formazione (+65,7%) e in ricerca e produzione (+24,2%).
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