Florovivaismo veneto: in sofferenza per il lockdown, ma nel primo semestre 2020 migliora il commercio con l’estero

Anno horribilis il 2020 per il settore florovivaistico veneto, penalizzato in maniera particolare dalle problematiche causate dal lockdown per il contenimento del Covid-19, avvenuto proprio nei mesi primaverili in cui le aziende vivaistiche realizzano abitualmente la parte più consistente del fatturato. E’ difficile, anche a distanza di mesi, effettuare una stima delle perdite subite dalle aziende venete del comparto: tuttavia, dalle indicazioni raccolte, è possibile ipotizzare una perdita del valore della produzione annua, che nel 2019 si aggirava a poco meno di 200 milioni di euro, compresa tra il -10% e il -30%, in maniera differenziata a seconda della diversa tipologia produttiva realizzata dalle aziende.

Di certo, tale situazione ha ulteriormente appesantito una fase di transizione che caratterizza da anni il settore e che viene affrontata con notevoli criticità dalle imprese florovivaistiche venete, come emerge nel report “Andamento congiunturale 2019 del comparto florovivaistico veneto” realizzato dai tecnici dell’Osservatorio Economico Agroalimentare di Veneto Agricoltura (per scaricare il report, vedi il link a fine pagina).

Anche nel 2019, infatti, è risultato in calo il numero di aziende attive, sceso a 1.418 unità (-2,3% rispetto al 2018) e anche la superficie destinata al florovivaismo in Veneto è ulteriormente diminuita, scendendo a  2.460 ettari coltivati (-4,7%): la riduzione riguarda in particolare le superfici in piena aria, che scendono a 1.810 ettari (-5,7%) e in misura meno rilevante le superfici in coltura protetta, che si attestano a circa 645 ettari (-1%).

A livello provinciale, le aziende sono in calo soprattutto nelle province di Vicenza (-7,8%), Rovigo (-6,3%) e Padova (-2%), che tuttavia, si conferma la prima provincia per numerosità (436 aziende), seguita da Treviso (312 aziende, -1,6%) e Verona (229 aziende, invariata).

In calo anche le quantità prodotte: la produzione complessiva regionale viene stimata a poco meno di 1,6 miliardi di pezzi (-2,6% rispetto al 2018), caratterizzata in maniera preponderante da materiale vivaistico, che costituisce una quota dell’83% della produzione florovivaistica regionale, mentre il rimanente 17% è costituito da piante finite (circa 278 milioni di pezzi, -1%). Il risultato è fortemente influenzato dal comparto del vivaismo orticolo, la cui produzione è scesa a poco meno di 1,3 miliardi di piantine (-3,4%); tra gli altri comparti si registra una ripresa della produzione del vivaismo frutticolo (20,6 milioni di piante, +20%) e viticolo (12,2 milioni di piante, +63,3%), mentre è il leggera flessione sia la produzione di piante ornamentali da interno (245 milioni di piante, -0,3%) che di ornamentali da esterno (37,2 milioni di piante, -5,5%).

Il valore della produzione, la cui metodologia e parametri di stima adottati dall’Istat ha subito una revisione rispetto agli anni precedenti, è risultato essere comunque in crescita nel 2019 e si stima possa attestarsi a circa 192 milioni di euro (+1,5% rispetto al 2018). Considerando le diverse macro-attività che compongono il comparto, la produzione di fiori e piante viene stimata nuovamente in crescita a 58,3 milioni di euro (+2,1%), in maniera più consistente rispetto alla produzione vivaistica (circa 35 milioni di euro, +1%) e al servizio di sistemazione di parchi e giardini offerto dalle imprese, che ha quasi raggiunto i 100 milioni di euro (+1,4%).

Nonostante permangano le difficoltà di mercato del comparto florovivaistico veneto, fortemente influenzate da un gap competitivo con i principali competitor nazionali che le aziende faticano a colmare, alcuni segnali positivi sembrano provenire dal commercio con l’estero, come emerge dall’ultimo report “Commercio con l’estero di fiori e piante in Italia e in Veneto 2019” realizzato dagli esperti dell’Osservatorio Economico Agroalimentare (per scaricare il report, vedi il link a fine pagina).

Il saldo commerciale relativo alle piante vive, tipologia produttiva prevalente nella nostra regione, ha registrato nel 2019 un deficit negativo di 34,7 milioni di euro, in riduzione del -11,1% rispetto al 2018, in virtù di una diminuzione delle importazioni (62 milioni di euro, -7,5%) decisamente più significativa di quella delle esportazioni (27,1 milioni di euro, -2,5%). Va detto che, diversamente dal Veneto dove il saldo è negativo, a livello nazionale il saldo della bilancia commerciale con l’estero, cioè la differenza tra esportazioni e importazioni, per quanto riguarda le piante vive è stato positivo di circa 345 milioni di euro (-3,7%). Il risultato è frutto di un incremento delle importazioni (325 milioni di euro, +1%), a fronte di una diminuzione dell’export (670 milioni di euro, -1%). Ad incidere negativamente, la flessione registrata da alcune delle più importanti regioni produttrici, quali la Liguria (84 milioni di euro di export) e la Sicilia (58 milioni di euro), entrambe in calo del -9%, il Trentino-Alto Adige (44 milioni di euro, -23,6%), solo parzialmente controbilanciata dall’incremento fatto segnare dalla Toscana (277 milioni di euro di export, +8,5%), che da sola realizza oltre il 40% del valore complessivo delle esportazioni italiane.

Gli effetti negativi del lockdown si sono fatti sentire anche sul commercio con l’estero:  nel primo semestre 2020, infatti, le importazioni di piante vive sono in calo in tutte le regioni: in Veneto sono scese a 30,5 milioni di euro (-10,2%), in linea con la media registrata a livello nazionale in termini di valore (165 milioni di euro, -10,6%). Per contro, le esportazioni italiane hanno avuto una flessione ancora più rilevante, con un calo nei primi sei mesi dell’anno del -13% rispetto al medesimo periodo del 2019, pari ad una perdita di oltre 60 milioni di euro in valore. In termini assoluti, le riduzioni maggiori sono state registrate da Toscana (-32,4 milioni di euro, -17,3% rispetto al primo semestre 2019), Liguria (-12,7 milioni di euro, -17,6%) e Trentino – Alto Adige (11,5 milioni di euro, -29%). Il Veneto è una delle poche regioni ad aver registrato, in controtendenza con l’andamento nazionale, un incremento delle esportazioni di piante vive, il cui valore è salito a 19,6 milioni di euro (+2% rispetto allo stesso periodo del 2019).

Per scaricare il report: Andamento congiunturale 2019 del comparto florovivaistico veneto clicca qui.

Per scaricare il report: Commercio con l’estero di fiori e piante in Italia e in Veneto 2019 clicca qui