IL COMPARTO ITTICO VENETO IN AFFANNO NEL 2020

Il 2020 non è stata un’annata facile per il comparto ittico veneto, caratterizzata da molte ombre anche in conseguenza delle tante restrizioni dovute alla pandemia da Covid-19.
Nell’ultimo anno il numero delle barche della flotta marittima veneta, con 655 unità registrate, si presenta in lieve risalita (+0,5% rispetto al 2019), con un incremento dello stesso tenore per stazza (+0,1%) e potenza motore (+0,3%) dei pescherecci. Inoltre, si rileva anche l’aumento delle imprese attive nella filiera ittica regionale che, con 3.837 unità, fanno segnare un +0,9% rispetto al 2019, mentre gli occupati, con 7.235 unità lavorative attive nel comparto, restano invariati nel numero.
Nell’ultimo anno il volume totale di pesce locale, conferito nei sei mercati ittici veneti, ha segnato un calo del -21,9% rispetto al 2019, a fronte delle 16.331 tonnellate prodotte, con le perdite sia del fatturato pari a 38,3 milioni di Euro (-24,5%), che dei prezzi di vendita alla produzione (-3,7% in media).
Continua il momento delicato del comparto dei molluschi bivalve di mare, con i due Consorzi del Veneto che insieme, a fronte di una produzione totale di 2.552 tonnellate tra vongole e fasolari, perdono il -37,6% rispetto al 2019. Il 2020 non è stato un anno da ricordare nemmeno per gli allevamenti ittici, con i cali produttivi registrati da mitilicoltura (-32,7%), venericoltura (-20,9%) e piscicoltura (-8,6%). Diminuiscono nel 2020 anche export (-16,7%) e import (-15,3%) del pesce tal quale.

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