Bollettino Colture Erbacee n°12/2022 del 21.2.22 – LA DIFESA INTEGRATA DEL MAIS NELLE PRIME FASI DI SVILUPPO (5)

INSETTICIDI/FITOFAGI TERRICOLI – ELATERIDI/MAIS

L’esperienza di oltre 30 anni di osservazioni condotte principalmente in Veneto e Friuli dimostra che il rischio di danni effettivi che possono comportare una riduzione della produzione interessa meno del 4% delle superfici investite a mais; una indagine su 4-500 ettari/anno, rappresentativi degli avvicendamenti più diffusi, di mais non trattati con insetticidi, dal 2014 al 2022, ha evidenziato una incidenza di danni da elateridi, tale da ridurre la produzione, di gran lunga inferiore allo 0,5% della superficie seminata.
Pertanto, nella maggior parte degli appezzamenti, NON sono necessari trattamenti insetticidi alla semina o il ricorso a seme conciato con insetticidi. 

La Difesa Integrata : istruzioni per l’uso

A) INDIVIDUAZIONE AREE CON POPOLAZIONI SOPRA E SOTTO LA SOGLIA DI DANNO: VALUTAZIONE RISCHIO, MONITORAGGIO, CONFRONTO CON LE SOGLIE DI DANNO
Nelle prime fasi di sviluppo del mais, ove si manifestano danni ai semi e alle piantine, fino alle 8 foglie, gli attacchi sono principalmente causati dagli elateridi, con la prevalenza delle specie Agriotes brevis e A. sordidus, più limitatamente A. ustulatus e A. litigiosus; il danno da altri fitofagi ipogei, invece, è trascurabile e occasionale. Tenuto conto di ciò, si ritiene possibile ridurre di molto l’uso di mezzi chimici, senza compromettere la produzione e riducendo i costi, limitando l’intervento agli appezzamenti in cui il monitoraggio ha accertato la presenza di larve sopra la soglia di danno.
Le larve di elateridi, chiamate comunemente “ferretti” (foto a lato) per il loro colore rugginoso, vivono nel terreno e si nutrono degli organi sotterranei delle piante. Nel caso del mais possono danneggiare i semi in germinazione, o la piantina prima dell’emergenza o nelle prime fasi di sviluppo. Nei limitati casi di forte attacco si possono avere fallanze estese, spesso in maniera localizzata, in relazione alla densità di larve presenti nel terreno.

Fattori di rischio
Le condizioni favorevoli per il verificarsi di danni da elateridi sono:
a – un elevato contenuto di sostanza organica (>5%), come si può riscontrare nei terreni torbosi;
b – la semina del mais dopo la rottura di prati, medicai o incolti (se l’aratura precede la semina di qualche mese – autunno-inverno –);
c – mais in avvicendamenti colturali che prevedano una copertura continua del suolo per la presenza di doppie colture (ad es. loiessa-mais, colza-sorgo, colza-soia, frumento-soia, loiessa-mais); si stima tuttavia che, anche in queste condizioni, nella maggior parte della superficie a mais le popolazioni restino sotto la soglia di danno;
d – danni da elateridi verificatisi nell’appezzamento nel recente passato;
e – scarso drenaggio e avvallamenti (ad es. terreni sistemati a cavino) che determinano condizioni di umidità in superficie per tempi prolungati;
f – presenza elevata di aree incolte/inerbite attorno all’appezzamento considerato o di colture come descritto ai punti b e c; tali condizioni aumentano la presenza degli adulti e quindi il potenziale delle ovideposizioni; in questi casi e in generale, la densità degli adulti e quindi anche il rischio di ovideposizioni può essere ben valutato con l’uso di trappole a feromoni: sono state recentemente aggiornate le soglie per le catture di adulti.
Il superamento delle seguenti soglie aumenta il rischio di danno alla produzione:

  1. brevis: un numero di adulti/trappola > 210 l’anno precedente la coltura di mais e > 450 nei due anni precedenti;
  2. sordidus: numero di adulti/trappola > 1100 l’anno precedente la coltura di mais;
  3. ustulatus: numero di adulti/trappola > 1000 nei due anni precedenti la coltura di mais.

Le diverse condizioni favorevoli sopra descritte, singolarmente o in combinazione, determinano maggiori ovideposizioni e/o una maggiore sopravvivenza delle larve. 

Monitoraggio
I livelli delle popolazioni di elateridi si possono stimare con il monitoraggio degli adulti e con il monitoraggio delle larve mediante vasetti trappola.

Valutazione del rischio
L’applicazione dei principi della Difesa Integrata consente di individuare con sufficiente precisione le situazioni in cui si può verificare una riduzione di produzione a causa di attacchi al mais nelle prime fasi di sviluppo e su cui, quindi, applicare strategie di difesa. In sintesi l’albero decisionale.

Nel caso si accerti il superamento della soglia, in base ai principi della Difesa Integrata, in primo luogo si deve valutare la possibilità di applicare soluzioni “non chimiche”:

i) spostamento della coltura in un appezzamento senza fattori di rischio;
ii) modifica della rotazione con la semina di una coltura poco suscettibile (ad es. soia);
iii) inserimento nell’avvicendamento di una coltura biocida (ad es. Brassica juncea var. ISCI 99) da interrare prima del successivo mais;
iv) applicazione di sostanze non chimiche efficaci, registrate per l’uso.

Aggiornamenti 2021
Nel corso del 2021 è proseguita l’attività sperimentale per l’individuazione/valutazione di alternative alle molecole chimiche di sintesi applicabili quando viene superata la soglia di danno.
Presso l’azienda ValleVecchia è stata individuata una superficie con popolazione, con distribuzione abbastanza omogenea, di Agriotes sordidus Illiger di circa 4 larve/trappola. In tale superficie sono state individuati blocchi randomizzati per due prove con 4 ripetizioni, seminati con sesto – 75 × 18:

  • Alternative meccaniche (parcelloni tra 540 e 900 m2, semina 10/04/2021, ibrido DKC 6092, 7,4 semi/ m2): è già stato evidenziato che le lavorazioni nelle fasi di ovideposizione/primi stadi riescono ad avere un elevato effetto di riduzione delle popolazioni (si veda recente pubblicazione su Agriculture); si è inteso verificare se lavorazioni superficiali intense possono avere un effetto meccanico di riduzione sulle popolazioni di elateridi nel terreno e quindi sul danno al mais nelle prime fasi; i trattamenti, oltre al testimone non trattato, hanno previsto uno e due passaggi di erpice, in entrambi i casi subito prima delle semina, con larve in superficie (profondità media di lavorazione  10 cm).
    I rilievi sulle piante emerse ed attaccate da elateridi non hanno evidenziato differenze significative tra i trattamenti (alle 6 foglie vere, le medie: 22,1 % di piante emerse attaccate nel testimone, 23,6% con un passaggio di erpice, 23,1% con due passaggi di erpice). L’erpice rotante non ha ridotto il danno.
  • Alternative come nuovi prodotti di derivazione naturale (parcelle m 3 x 13; 8,0 semi/m2, ibrido P0937): si è proceduto alla valutazione dello Spinosad, appena reso disponibile su mais, alla dose di 12 kg/ha su mais; nel rilievo alle 6 foglie vere, le medie delle 4 parcelle: 21,8 % di piante emerse attaccate nel testimone, 27,1% la media del trattato con Spinosad, 23,0% la media del seme conciato con l’insetticida Cyantraniliprole, di recente introduzione, e messo in confronto. I trattamenti non hanno ridotto il danno.
  • Alternativa agronomica “gestione avvicendamento”: nelle aziende pilota di VA, dal 2009 viene applicata la difesa integrata del mais dagli elateridi e dagli altri fitofagi ipogei, come sopra descritta, sull’intera superficie coltivata; qualora la valutazione dei rischi e i monitoraggi individuino limitate superfici con popolazioni di elateridi al di sopra della soglia di danno, oltre a destinarle alle prove, si è applicata la misura agronomica di alterazione della rotazione, in genere sostituendo il mais previsto con la soia, coltura meno suscettibile. In tal modo, in 13 anni, oltre 2400 ettari di mais non sono stati trattati con insetticidi, né microgranulari, né in concia del seme, senza avere danni tali da ridurre la produzione. Si veda la mappa allegata con ubicazione aziende e superfici interessate

Applicando la DI come sopra descritto, il rischio di danno da elateridi diventa molto basso, come conferma anche l’incidenza delle richieste di indennizzo all’Agrifondo Mutualistico Veneto e Friuli che dal 2015 ad oggi è risultata, sempre, di gran lunga inferiore all’1% della superficie coperta dal fondo; tale rischio può essere oggi coperto con oneri molto contenuti con specifici fondi, anche agevolati.

Il risultato dell’applicazione della DI dagli elateridi è meno del 4% di superficie coltivata a mais trattata con geodisinfestanti e/o insetticidi concianti del seme.
__________________________________________________________

Ai  lettori del Bollettino Colture Erbacee segnaliamo che Veneto Agricoltura produce anche questi Bollettini tecnici, che  possono essere sempre consultati ai seguenti indirizzi

Per ricevere gratuitamente i bollettini e/o le altre newsletter di Veneto Agricoltura scrivere a cip@venetoagricoltura.org inviando l’allegato  Modulo di richiesta________________________________________________________________

In ottemperanza a quanto previsto dalla normativa per la Difesa Integrata obbligatoria, ed anche volontaria, il Bollettino Colture Erbacee (BCE) fornisce i seguenti collegamenti a prodotti ARPAV:
•    le previsioni meteorologiche
•    il bollettino Agrometeoinforma
•    i dati meteorologici della rete ARPAV in diretta , di ieridegli ultimi 60 giorni , degli ultimi anni
•    Il servizio di segnalazione delle revoche al commercio ed utilizzo dei prodotti fitosanitari

Per richieste di chiarimento e ricevere i messaggi di allerta sul cellulare, chiama il numero 345/5819635 o scrivi a bollettino.erbacee@venetoagricoltura.org.

Clicca qui per leggere tutti i Bollettini sul sito di Veneto Agricoltura.

Ulteriori informazioni sul sito di Veneto Agricoltura, alla pagina dedicata al Bollettino colture erbacee.