Bollettino Colture Erbacee n°52/2023 del 25.9.23 – COLZA

E’ una coltura molto utile per fare rotazioni sostenibili ma richiede molta attenzione nelle prime fasi, anche per quanto concerne le difesa.

EPOCA DI SEMINA E PREPARAZIONE DEL TERRENO
Siamo verso la fine del periodo di semina ottimale; infatti, il successo della coltura è strettamente legato all’epoca di semina; una semina in buone condizioni a fine agosto prima metà di settembre dà maggiori probabilità di successo perché lo sviluppo sarà sufficiente anche in caso di basse temperature precoci. In tal modo, infatti, si potrà raggiungere lo stadio di 4 foglie entro metà ottobre e con l’arrivo del freddo si avrà una pianta delle dimensioni sufficienti a superare l’inverno, in grado di effettuare una buona levata in primavera.

La minima lavorazione è la tecnica che consente usualmente la migliore preparazione del letto di semina, particolarmente importante viste le piccole dimensioni del seme.

Eseguire tutte le lavorazioni di preparazione del letto di semina senza attendere troppo tra un passaggio e l’altro, soprattutto in terreni con più del 20% di argilla (far partire bene la coltura è molto più semplice in terreni sabbiosi o comunque con buona componente sabbiosa).

DENSITA’ DI SEMINA
La densità di semina deve essere compresa tra 30 e 60 semi per m², il che corrisponde a un peso di seme dell’ordine di 1,2-3 kg / ha. Grazie alla sua capacità di ramificazione, è una coltura che garantisce una buona produzione con densità di 20 – 30 pp/ m². 

DIFESA 

A) PREVENZIONE: avvicendamento colturale
Al fine di evitare l’insorgere di problematiche fitosanitarie, si consiglia di evitare il ristoppio.
Da evitare, anche, la precessione o la successione a barbabietola da zucchero in quanto entrambe le colture sono soggette ad attacchi del nematode Heterodera schachtii.
Da evitare più possibile precessioni e successioni con soia, girasole e fagiolo al fine di limitare la presenza nel terreno del fungo Sclerotinia sclerotiorum. 

B) MONITORAGGIO/SOGLIE DI INTERVENTO
A coltura emersa va posta particolare attenzione agli attacchi di fitofagi nelle primissime fasi, anche considerando che le temperature elevate favoriscono gli attacchi dei fitofagi. Le piantine emerse possono essere attaccate da gasteropodi (lumache e limacce – CLICCA SULLE FOTO PER INGRANDIRLE) soprattutto in terreni assoggettati alla non lavorazione, coleotteri come l’altica (CLICCA SULLA FOTO PER INGRANDIRLA), Psylliodes chrisocefala e il Punteruolo d’inverno (Ceuthorrhynchus Picitarsis) e da lepidotteri tra cui le nottue (principalmente Agrotis spp.- CLICCA SULLA FOTO PER INGRANDIRLA) e dalla tentredine Athalia rosae L. – CLICCA SULLA FOTO PER INGRANDIRLA).

 

 

Si consiglia di osservare con regolarità gli appezzamenti (più volte alla settimana) in quanto la perdita delle piantine piccole in caso di attacco consistente può avvenire in breve tempoNon sono disponibili soglie d’intervento definite nel nostro ambiente ma sulla base di quanto conosciuto, in considerazione delle attuali temperature, la presenza di oltre due esemplari in media per pianta piccola di altica appare rappresentare un pericolo apprezzabile per l’investimento e consiglia un intervento insetticida in tempi stretti. Presenze diffuse di gasteropodi, del punteruolo e di larve di lepidotteri e imenotteri (> 30% piante colpite) con già significative perdite di superficie fogliare rendono necessario il trattamento, particolarmente se le piante non sono sviluppate.
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