Lattiero-caseario veneto: in calo la produzione di formaggi DOP nel 2022

Si riduce la produzione di formaggi a Denominazione di origine protetta del Veneto. E’ quanto emerge dal recente “Rapporto 2022 sulla congiuntura agroalimentare veneta” realizzato dai tecnici dell’Osservatorio Economico Agroalimentare e pubblicato nel sito internet di Veneto Agricoltura.

Non subisce rilevanti cambiamenti la struttura della filiera: la gran parte, circa il 70-80%, del latte di origine veneta viene trasformato in produzioni casearie (formaggi, yogurt, burro,..) e oltre la metà è costituita da formaggi DOP.

La produzione regionale di Grana Padano Dop, che assorbe circa un terzo del latte prodotto dagli allevamenti veneti, è scesa a circa 566 mila forme (-2,3%, circa 13 mila forme in meno del 2021), una quota del 10,9% della produzione complessiva nazionale, che è stata pari a oltre 5,2 milioni di forme (-0,4% in forme, -0,6% in peso). La produzione veneta, che avviene in circa 25 caseifici (anche se parte del latte veneto viene lavorato anche fuori regione da altri caseifici), è concentrata per oltre la metà nella provincia di Vicenza, seguita da quella di Padova e Verona.

Nonostante il calo produttivo, le vendite in quantità di Grana Padano in Italia sono aumentate del +1,7% rispetto al 2021: il Grana è stato venduto in forme per il 62,1%, grattugiato per il 27,4%, in pezzi per il 9,1% e bocconcini e scaglie per il resto (4,7%). Il 47% della produzione del Grana viene destinata all’esportazione (oltre 2,3 milioni di forme, +6,2%): l’83% del totale esportato ha come sbocco l’Unione Europea (+5,7%), di cui in Germania 585 mila forme (+1,3%), segue la Francia con 279 mila forme (+11,4%), il Benelux con 205 mila forme (+9,3%); in crescita anche la Spagna che supera il Regno Unito. Sale anche l’export verso gli USA (175 mila forme, +3%), meno verso la Svizzera con 138 mila forme (+2,1%), recupera il Regno Unito (134 mila forme,+6,5%).

Per quanto riguarda i prezzi, l’andamento di mercato nel 2022 è stato positivo, sulla scia della spinta inflazionistica e dell’aumento dei costi di produzione: il Grana Padano ha fatto segnare un importante incremento delle quotazioni (piazza di Mantova) con un media annua del 18,6 €/kg per il 10 mesi (+19,6%) e del 19,26 €/kg per il 14-16 mesi (+7,9%).

La riduzione produttiva dell’Asiago Dop è stata decisamente più consistente, essendo scesa nel 2022 a circa 1,44 milioni di forme (-8,3%), mentre a livello di DOP totale si arriva a 1,53 milioni (considerando anche la produzione trentina). Il calo produttivo è da imputare principalmente all’Asiago d’Allevo (-32,3%) che, finita la sua funzione di stoccaggio del latte svolta durante le chiusure imposte per il contenimento del Covid-19, è tornato sui più consueti valori produttivi, mentre il calo produttivo del Pressato è stato più contenuto (-2%). Per quanto riguarda i prezzi di mercato, la quotazione media annuale dell’Asiago pressato è stata di 6,57 €/kg (+23,5%): il rialzo è stato sostenuto soprattutto dal trend del secondo semestre, conseguente all’aumento dei costi energetici e della materia prima. A dicembre la quotazione ha toccato i 7,7 €/kg rispetto ai 5,45 €/kg dell’anno prima. Simile anche l’andamento di mercato dell’Asiago Allevo, la cui quotazione media annua è stata di 7,46 €/kg, in aumento del +19,8% rispetto al 2021.

Continua il calo produttivo anche del Montasio Dop, che ha registrato una diminuzione del numero di forme prodotte in Veneto del -5,5%, poco meno di 400 mila, pari ad una quota di circa il 45% della produzione complessiva che, considerando anche quella realizzata nella regione Friuli-Venezia Giulia, si è fermata a 782mila (-9%), quasi 80mila in meno rispetto al 2021. La minor produzione ha favorito le quotazioni che sono aumentate mediamente del 24,5% per il Montasio stagionato 90 giorni, del 19% per il 4-5 mesi e del 13,6% per lo stagionato (12-15 mesi).

Anche per il Monte Veronese Dop, le cui forme prodotte sono scese a circa 91.400 (-8,7%), il calo produttivo si è tradotto in un forte incremento delle quotazioni nel secondo semestre, portando il valore medio annuo a 6,45 €/kg (+28,4%).

Continua anche nel 2022 la flessione produttiva del Piave Dop che scende a circa 268 mila forme (-9,1% rispetto al 2021), e in due anni ha visto ridursi del 25% le quantità prodotte.

Infine, la produzione veneta di Provolone Valpadana Dop è diminuita a 24.780 quintali circa (-4,7%), mentre quella complessiva dell’intera DOP è scesa a poco meno di 72 mila quintali (-3%), favorendo un incremento della quotazione media annua che è salita a 6,78 €/kg 8+15,9%). In calo anche la produzione di Casatella Trevigiana Dop, scesa a 3.660 quintali (-9,2% rispetto alle oltre 4.000 del 2021).

Nel complesso, nonostante la riduzione produttiva, ma considerato gli incrementi di prezzo registrati nel corso dell’anno, si stima che nel 2022 il valore della produzione dei formaggi a Denominazione di Origine in Veneto si sia attestato a circa 400 milioni di euro, un dato in crescita di circa il +5% rispetto al 2021.

Per consultare e scaricare il “Rapporto 2022 sulla congiuntura agroalimentare veneta” clicca qui

Per vedere e ascoltare la pillola video (clicca qui) realizzata dagli esperti dell’Osservatorio Economico Agroalimentare.