Bollettino Colture Erbacee n°10/2022 del 10.2.22 – LA DIFESA INTEGRATA DEL MAIS NELLE PRIME FASI DI SVILUPPO (3)

UCCELLI E MAIS – CONCIANTI E REPELLENTI, CHE FARE?

Come descritto dal recente articolo pubblicato sull’Informatore Agrario N°1/2020, la lista delle specie di uccelli che possono causare danni alle colture agrarie è ampia. Tra le principali categorie che causano danni al mais, vi sono i corvidi, come la cornacchia grigia e la gazza, specie eclettiche e onnivore che si adattano a ogni risorsa ambientale. Altre specie occasionali ma localmente impattanti sono i piccioni semi-domestici, il colombaccio, il gabbiano reale, le anatre selvatiche, su superfici con ristagni d’acqua e anche l’avifauna stanziale d’interesse venatorio come il fagiano. L’avifauna è una tra le avversità del mais e il suo controllo non può pertanto che avvenire nell’ambito della normativa vigente sulla difesa integrata (DI), la quale prescrive che l’utilizzatore professionale di prodotti fitosanitari applichi i principi della stessa descritti nei precedenti bollettini.

A) RISCHIO, DIFFUSIONE, MONITORAGGIO  

In Veneto, dal 1986 in poi sono state raccolte sistematicamente osservazioni su tutte le cause di danno alla coltura del mais nelle prime fasi di sviluppo, considerando esclusivamente superfici non trattate con insetticidi o principi attivi ritenuti repellenti.  L’osservazione di migliaia di ettari dal 1986 ad oggi evidenzia un danno tale da ridurre la produzione inferiore all’ 1% della superficie a mais osservata, comprendente una quota di danno da uccelli che isolato è prossimo allo 0,1%; anche i picchi di danno verificatisi in taluni anni non hanno mai superato l’1% della superficie osservata.

In linea con questi valori sono i dati relativi alle denunce di danni da fauna selvatica registrati negli ultimi anni relativamente alle denunce degli assicurati al fondo mutualistico.

La bassa incidenza dei danni rende possibile un efficace approccio assicurativo (come quello fornito dai Fondi Mutualistici) che garantisca il ristoro dei danni subiti qualora si scelga di non adottare alcuna forma di difesa diretta, secondo i principi della DI. Il regolamento dettagliato e ulteriori informazioni sono disponibili nella sezione Fondi Mutualistici dei Condifesa aderenti.

B) VALUTAZIONE DELLA DISPONIBILITA’ DI SOLUZIONI AGRONOMICHE, BIOLOGICHE, FISICHE O COMUNQUE NON CHIMICHE PER SOSTITUIRE IL TRATTAMENTO CHIMICO OVE NECESSARIO INTERVENIRE
I risultati degli anni scorsi hanno evidenziato come la semente Standard, conciata con solo fungicida, abbia subito più danni (sia pure, come visto sopra, con incidenza molto bassa) rispetto ai trattamenti repellenti Mesurol®, Scudoseed® e Eurodif® , i quali non si sono differenziati tra loro nella capacità di ridurre il rischio di danno da uccelli come documentato in due recenti articoli
(Informatore Agrario n°1/2020 e Crop Protection n° 148/2021).

AGGIORNAMENTO SUL 2021
Nel 2021 si è proceduto alla sperimentazione di una ulteriore sostanza alternativa, benzoato di denatonio, particolarmente sicura per il pluriennale uso civile e che, grazie alla eccezionale “amarezza”, ha la capacità di dissuadere anche diversi animali dal cibarsi dei materiali trattati.  Nella sperimentazione condotta presso le aziende pilota di Veneto Agricoltura, con semente omogenea differentemente trattata (Ibrido Kefrancos, KWS di uno stesso lotto) la sostanza ha ridotto significativamente il rischio di danno da corvidi rispetto al testimone non trattato, con la stessa efficacia dello standard chimico di confronto (Korit®).
Sono pertanto disponibili più prodotti repellenti alternativi che consentono di evitare o rendere molto basso l’ impatto sull’uomo e sull’ambiente; in base ai principi della DI, qualora siano disponibili e il loro uso sostenibile da tutti i punti di vista, compreso quello economico, le alternative devono essere attuate.

In conclusione, i risultati indicano che il rischio di danno da uccelli tale da ridurre la produzione del mais ha bassa incidenza. In ogni caso, i trattamenti profilattici sono in contrasto con i principi delle difesa integrata la cui applicazione è obbligatoria. Pertanto oltre ad un approccio solo  assicurativo senza alcun trattamento repellente, nelle aree con fattori che aumentano il rischio, alla copertura assicurativa ed alle misure preventive di riduzione delle popolazioni di uccelli, si può associare la mappatura delle zone a più alto rischio ove procedere all’utilizzo di prodotti alternativi a quelli chimici di sintesi (con attività biologica sugli organismi dell’ecosistema).

In sintesi, per l’avversità uccelli e il relativo eventuale uso  di repellenti come concianti del seme o altro, bisogna tener conto del basso rischio, delle possibilità di copertura assicurativa (fondi mutualistici) e della disponibilità di alternative non chimiche valide che determinano un target della Difesa Integrata pari a ZERO  semente conciata con prodotti chimici di sintesi.
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