Lattiero-caseario in Veneto: prezzo del latte alla stalla alle stelle, meno ai formaggi DOP

Cooperazione veneta del comparto lattiero-caseario in salute, mentre la produzione di formaggi a Denominazione di Origine in Veneto presenta segnali di sofferenza.

Questo, in estrema sintesi, quanto emerge dalle analisi realizzate dagli esperti dell’Osservatorio Economico Agroalimentare di Veneto Agricoltura.

Negli ultimi cinque anni, il prezzo medio del latte alla stalla liquidato dalle cooperative lattiero-casearie del Veneto ai soci conferitori ha avuto una dinamica sempre crescente, fino a raggiungere, nel 2021, un valore medio pari a 51,53 euro/100 lt (+2,8% rispetto ai 50,12 euro/100 lt del 2020), con un range di prezzo che oscilla tra un livello massimo superiore anche a 65 euro/100 lt e un prezzo minimo inferiore a 43 euro/100 lt.

Nello stesso periodo di tempo (2017-2021), il prezzo medio ponderato sulla base delle effettive quantità raccolte dalle cooperative venete è stato sempre leggermente inferiore e con un andamento altalenante rispetto al prezzo ottenuto come media semplice dei prezzi rilevati. Nel 2021 il prezzo medio ponderato è stato pari a 47,07 euro/100 lt, quindi oltre 4 euro in meno per ogni 100 litri conferiti; tuttavia, va segnalato che l’incremento rispetto al 2020 è stato maggiore (+4,2%).

Un valore decisamente superiore al prezzo di mercato: considerando che, la quotazione media annua a livello regionale rilevata da Ismea nel 2021 è stata pari a 40,63 euro/100 lt (comprensiva di Iva e premi), le cooperative venete hanno liquidato il latte conferito dai soci ad un prezzo più alto di circa il 15,85% rispetto al mercato.

La produzione di formaggi DOP in Veneto presenta invece degli aspetti in chiaroscuro: negli ultimi dieci anni infatti, si registra un aumento della produzione di Monte Veronese Dop (+18,8%) e Casatella Trevigiana Dop (+55,6%) e, in misura più lieve anche del Montasio Dop (+2,2%), mentre sono in leggero calo sia la produzione di Asiago Dop (-2%) che di Piave Dop (-3%). In calo decisamente più rilevante la produzione di Grana Padano Dop (-12,2%) e Provolone Valpadana Dop (-21,2%), in controtendenza con l’andamento produttivo nazionale di questi due formaggi, che si presenta invece in crescita.

A questo dato si aggiunge l’analisi, effettuata sui dati resi disponibili dal Csqa, sulla propensione a destinare il latte, prodotto nei territori ammessi dai disciplinari di produzione, alla trasformazione in formaggi a DO. Negli ultimi dieci anni, il latte “certificato” per la produzione di formaggi a DO si è progressivamente ridotto: nel 2021 le quantità si sono attestate a circa 570 mila tonnellate, in calo dell’8,5% rispetto al 2011, a fronte di un incremento delle quantità prodotte negli areali ammessi dai disciplinari, salita a 1.218.160 tonnellate nel 2021 (+10% rispetto al 2011). Di conseguenza è diminuita l’incidenza del latte certificato sul latte prodotto, passata dal 57% al 47% a livello regionale.

La situazione è ovviamente molto differenziata, sia per provincia che per formaggio a DO. Nella provincia di Vicenza, ad esempio, oltre l’85% del latte raccolto viene destinato alla produzione di formaggi a DO (Grana Padano DOP e Asiago DOP), nelle province di Treviso e Belluno, l’incidenza del latte “certificato” per prodotti a DO è superiore al 40% del latte prodotto.

La riduzione dell’incidenza a livello regionale, quindi, va letta in un contesto più ampio: se da una parte potrebbe essere un campanello di allarme dell’attrattività dei formaggi a DO e della loro capacità di essere sufficientemente remunerativi per i trasformatori, dall’altra può anche indicare la capacità dei caseifici e delle latterie di diversificare la produzione, e quindi il rischio, per affrontare in maniera più efficace la competizione sui diversi mercati di vendita.

Per consultare e scaricare il report “Il prezzo del latte nella cooperazione veneta e la produzione di formaggi a Denominazione di Origine in Veneto – Report 2021” clicca qui