Bollettino Colture Erbacee n. 19/2015 del 6 marzo


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LA DIFESA INTEGRATA A PUNTATE
PRINCIPI E APPLICAZIONI PRATICHE PER LE COLTURE ERBACEE
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ERBICIDI/INFESTANTI/FRUMENTO

A) VALUTAZIONE APPLICABILITÁ DELLA INDIVIDUAZIONE DI APPEZZAMENTI SOTTO LA SOGLIA DI DANNO E SOPRA LA SOGLIA DI DANNO

Individuare la soglia di infestazione nel grano comporta, sulla base delle attuali conoscenze e tecnologie, un monitoraggio quanti-qualitativo dei singoli appezzamenti e l’implementazione dei dati su uno specifico Sistema di Aiuto alle Decisioni (GESTINF). Tutta questa procedura richiede esperienza e tempo e quindi ha un costo. Per questo motivo,salvo la disponibilità di una assistenza tecnica specializzata, individuare gli appezzamenti sotto soglia in modo accurato con un monitoraggio basato sullo scouting e successivo impiego di un Sistema di Aiuto alle Decisioni allo stato attuale delle conoscenze non è fattibile. È possibile tuttavia effettuare un monitoraggio e prendere delle decisioni in sintonia con la Difesa Integrata sintetiche sulla base dei risultati dello stesso.

 

B) VALUTAZIONE DELLA DISPONIBILITÁ DI SOLUZIONI AGRONOMICHE, BIOLOGICHE, FISICHE O COMUNQUE NON CHIMICHE PER SOSTITUIRE IL TRATTAMENTO CHIMICO OVE NECESSARIO INTERVENIRE

Il monitoraggio è essenziale in questa fase e permette di verificare 1) lo stato di salute dell’impianto, 2) la densità delle malerbe (alta, media, bassa) e 3) la presenza di alcune malerbe chiave che richiedono erbicidi specifici (es Galium aparine, Bromus sterilis, Hordeum murinum o le vivaci, Cirsium arvense, Convolvulus arvensis, Equisetum spp.). Acquisiti questi elementi le soluzioni, anche di tipo agronomico, sono diverse:

  1. Se si è diserbato in pre-emergenza, l’impianto è fitto e la fila è pressoché chiusa, con tutta probabilità, non servirà fare altro, sarà il grano che in fase di levata si difenderà da solo.
  2. Se l’impianto è rado con fallanze e con l’interfila ancora non coperta si tratterà di valutare se può essere sufficiente una strigliatura altrimenti si dovrà programmare un intervento in post-emergenza.
  3. Se non si è diserbato in autunno e l’impianto è fitto con fila chiusa si tratta di decidere in merito ad alcune opzioni, intervenire: a) con soli prodotti contro le dicotiledoni o b) solo contro le graminacee o c) con miscele a più ampio spettro in funzione delle malerbe presenti, d) non fare nessun tipo di intervento se la densità è ritenuta bassa, e) intervenire con una strigliatura. strigliatura. una con intervenire e) bassa, ritenuta è densità la se intervento di tipo nessun fare non d) presenti, malerbe delle funzione in spettro ampio più a miscele c) o graminacee le contro solo b) dicotiledoni prodotti soli a) intervenire: opzioni, alcune ad merito decidere tratta si chiusa fila fitto l’impianto e autunno diserbato>

Ovviamente sarà l’agricoltore a valutare alta, media o bassa l’infestazione dell’appezzamento sulla base della sua esperienza. Sostanziale anche rilevare l’epoca di emergenza: malerbe emerse precocemente in autunno sono più competitive di malerbe appena emerse a fine febbraio inizio marzo. Le soglie di intervento per quest’ultime malerbe sono indicativamente superiori anche alle 20 piante a m² e contro queste malerbe un grano ben “messo” si può difendere egregiamente da solo. Più attenzione e cautela fa posta quando si è in presenza di malerbe più competitive come le avene nate precocemente, le crucifere a grandi rosette, l’alopecuro già accestito.

 

C) TRATTAMENTO CHIMICO

Nota l’infestazione si possono usare solfoniluree dicotiledonicide già con temperature di 5°C, facendo in questo caso attenzione al papavero che anche nel Veneto ha sviluppato delle resistenze; con temperature più alte 8-10°C si possono miscelare a dette solfoniluree prodotti ormonici o ormonosimili efficaci contro il Galium. Si possono usare anche le triazolopirimidine per l’efficacia contro il Galium e la possibilità di usarle anche a temperature prossime a 0°C. In presenza di malerbe vivaci si interverrà in piena levata con prodotti ormonici od ormonosimili. Contro le graminacee, a partire da una temperatura diurna di 6-7°C, si possono usare solfoniluree e inibitori dell’ACCasi (fop e den) scegliendo i prodotti soprattutto in base all’efficacia verso il Bromus spp, l’Avena spp , l’Alopecurus myosuroides ed il Lolium spp.

Si possono usare poi miscele complesse di solfoniluree o di solfoniluree e inibitori dell’Accasi (fop) per il contemporaneo controllo di malerbe dicotiledoni e graminacee. Queste soluzioni sono indicate anche per le semine su sodo dove stanno trovando spazio malerbe come Bromus sterilis, Geranium dissectum, Picris echioides.

Per richieste di chiarimento in tempi stretti si può scrivere a (bollettino.erbacee@venetoagricoltura.org).

 

 
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