17.09.09 OGM e quote latte


foto OGMIn occasione dell’ultimo Consiglio agricolo europeo i Ministri dei diversi Stati membri hanno affrontato diversi temi, in particolare la questione degli OGM e le quote latte

OGM
Il Commissario europeo per l’Agricoltura, Mariann Fischer Boel, e alcuni Paesi (tra i quali Paesi Bassi, Danimarca, Regno Unito, Spagna, Romania e Repubblica Ceca) si sono dichiarati favorevoli all’inserimento di una soglia di tolleranza in caso di contaminazione da OGM non autorizzati degli alimenti per animali importati. Tre Paesi dell’UE (Cipro, Austria e, in misura minore, Polonia) hanno invece espresso di preferire l’applicazione del “principio precauzionale”, ovvero la tolleranza zero (blocco dei carichi contaminati da OGM non omologati dall’UE). La Commissione europea è intervenuta al riguardo, sottolineando che l’UE ha difficoltà a rifornirsi di pannelli di soia destinati all’alimentazione animale. Mariann Fischer Boel ha spiegato che dalla metà dello scorso mese di luglio 200.000 tonnellate di soia provenienti dagli Stati Uniti sono state respinte nei porti europei dopo la scoperta di tracce minime di una varietà di mais OGM. Il Commissario ha quindi messo nuovamente in discussione la tolleranza zero applicata in questo caso.

Quote latte
I Ministri di sedici Paesi (Germania e Francia in testa, Austria, Belgio, Bulgaria, Estonia, Finlandia, Ungheria, Irlanda, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Portogallo, Romania, Slovacchia e Slovenia) hanno evidenziato che le attuali misure non sono sufficienti per migliorare la situazione a cui devono far fronte le aziende agricole del comparto. In particolare, questi Paesi hanno chiesto: l’innalzamento temporaneo dei prezzi di intervento; l’incremento delle restituzioni alle esportazioni (burro, latte in polvere e formaggio); il ripristino dell’aiuto finalizzato a inserire il latte scremato e il latte in polvere scremato nell’alimentazione animale; la garanzia che l’esportazione delle scorte di intervento (burro e latte in polvere) avvenga soltanto dopo un aumento significativo dei prezzi; l’avvio di una riflessione sull’opportunità di un programma europeo per l’ammodernamento e l’adeguamento del settore lattiero-caseario; nuove forme di regolazione finalizzate a garantire che il settore non dipenda soltanto dalle regole di mercato (adeguamento degli strumenti esistenti di gestione del mercato, contratti tra produttori e industriali, etichettatura dell’origine dei prodotti). L’Italia non si è allineata con la posizione dei sedici e ha chiesto un aiuto per lo stoccaggio privato del formaggio, nonché aiuti finalizzati alla promozione e un adeguamento delle norme in materia di etichettatura intese a individuare l’origine dei prodotti. Germania, Francia, Austria, Ungheria, Portogallo e Slovacchia hanno esortato a sospendere temporaneamente l’aumento (dell’1%) delle quote latte previsto a partire dal 2010-2011. Al contrario, Regno Unito, Paesi Bassi e Danimarca hanno chiesto di non varare nuove misure di mercato e soprattutto di non occuparsi della politica in materia di quote (innalzamento dell’1% prima della loro eliminazione definitiva nel 2015). La Polonia ha chiesto perché l’UE, in piena crisi del settore lattiero-caseario, non promuova maggiormente l’utilizzo del latte scremato nell’alimentazione animale. Al fine di preparare le eventuali decisioni del Consiglio del prossimo mese di ottobre, il Comitato Speciale Agricoltura è stato incaricato di esaminare la Relazione del 22 luglio della Commissione europea relativa alla situazione del mercato.