20.05.2016 Urgente un sistema di tracciabilità per il pesce europeo


Secondo l’Europarlamento
un’affidabile politica di etichettatura del pesce UE aumenterà la fiducia dei
consumatori e lo sviluppo economico del comparto.

In una risoluzione approvata nei
giorni scorsi, gli eurodeputati hanno chiesto un sistema di tracciabilità forte per
tutti i prodotti ittici venduti nei ristoranti e nei negozi europei, per
prevenire casi di etichettatura non veritiera. I parlamentari hanno espresso
preoccupazione per i risultati di vari studi che mostrano livelli significativi
di etichettatura scorretta dei prodotti ittici venduti sul mercato UE.

Per questo
motivo hanno invitato gli Stati Membri a rafforzare i controlli nazionali,
anche dei prodotti ittici non trasformati destinati al settore della
ristorazione e della gastronomia, per contrastare le frodi e individuare la
fase, all’interno della catena di approvvigionamento, in cui il pesce è oggetto
di etichettatura erronea.

Ricordiamo che il Piano di controllo del
2015 della Commissione europea per valutare la prevalenza sul mercato di pesce
bianco etichettato in modo errato mostra, per quanto riguarda le specie oggetto
della dichiarazione, un livello di conformità nel 94% dei campioni prelevati.
Tuttavia, per alcune specie, i livelli di non conformità si sono presentati
molto alti. Il tasso del 6% è considerato relativamente basso rispetto ad altre
analisi più ristrette negli Stati Membri. Un recente studio condotto da una ONG
ha denunciato casi allarmanti di etichettatura errata del pesce servito nei
ristoranti di Bruxelles. Lo studio, basato su test del DNA, rivela che circa un
terzo delle etichettature sui pesci esaminati presenta errori.

L’Europarlamento si è detto dunque favorevole
alla creazione di un sistema solido di tracciabilità, dallo sbarco al consumo,
che infonda fiducia ai consumatori e rafforzi il mercato europeo. I deputati hanno
invitato gli Stati Membri a sfruttare il potenziale del codice a barre con il
DNA per contribuire a identificare le specie. Inoltre, hanno chiesto alla
Commissione di valutare i vantaggi della creazione di un sistema di
etichettatura a livello UE, che dovrebbe assicurare la trasparenza e la
credibilità del processo di certificazione e fornire informazioni
comprensibili, verificabili e precise.

Una solida politica di etichettatura
europea nel settore della pesca costituirebbe, infatti, un elemento
fondamentale per stimolare lo sviluppo economico delle comunità costiere,
riconoscendo le migliori pratiche dei pescatori e mettendo in evidenza la
qualità dei prodotti che forniscono ai consumatori.

Il Parlamento ha invitato, infine, la Commissione a correggere la
confusione causata dall’attuale obbligo di etichettatura UE basata sulle zone e
sotto-zone definite dalla FAO, che si rivela particolarmente problematica nel
caso delle catture in talune sotto-zone della zona 27 dove, tra l’altro, la
Galizia e il Golfo di Cadice sono etichettati come “Acque
portoghesi”, il Galles come “Mare d’Irlanda” e la Bretagna come
“Golfo di Biscaglia.