NEL 2022 L’AUMENTO DEI PREZZI DELLE UVE VENETE, ACCOMPAGNA QUELLO DELL’EXPORT DI VINO

Il vigneto veneto, è giunto nel 2021 a 99.831 ettari complessivi (+30% rispetto al 2012), con  vitigni già produttivi a circa 93.975 ettari (+1,3% rispetto al 2020) e investiti prevalentemente con le varietà Glera e Pinot grigio. La prima, con 36.150 ettari complessivi, è la prima varietà per superfici in Veneto, seguita dal Pinot grigio con 16.020 ettari e insieme rappresentano oltre il 52% del “vigneto veneto”.

La vendemmia 2022 ha portato ad una produzione di uva raccolta di circa 14,8 milioni di quintali, con un incremento produttivo del +5,4% rispetto all’anno precedente, mentre la produzione di vino veneto stimata per l’ultimo anno è di circa 11,5 milioni di ettolitri, con la crescita annua che ricalca fedelmente quella dell’uva (+5,4% rispetto al 2021). Tale valore di produzione ha confermato la leadership della regione in termini di produzione di vino, che è seguita nel ranking da Puglia (10,6 mln hl), Emilia Romagna (7,4 mln hl) e Sicilia (4,3 mln hl), che insieme si stima abbiano prodotto quasi 34 milioni di ettolitri nel 2022, circa il 67% di tutto il vino italiano.

Per quanto riguarda i prezzi delle uve venete, considerando tutte le tipologie viticole presenti sul territorio veneto, risulta una quotazione media per tutte le uve regionali di 0,76 euro/kg (+0,7% rispetto al 2021). Nel dettaglio, a livello provinciale si registrano i rialzi per Treviso e Verona, mentre per Padova la variazione annua resta in territorio negativo. Infatti, per Verona (0,79 euro/Kg) si rileva un aumento annuo del +10,2%, mentre per Treviso (0,90 euro/kg) la crescita delle quotazioni delle uve si è fermata solo al +0,8% rispetto all’anno precedente. Per la provincia di Padova (0,57 euro/Kg), invece, si rileva una perdita pari al -9,9% rispetto a quanto fatto registrare nel 2021.

È di fondamentale importanza sottolineare che, nonostante le sfide rappresentate da eventi meteorologici sempre più estremi, la resilienza al cambiamento climatico e la razionale gestione dell’acqua dimostrata da parte dei viticoltori, ha permesso di arrivare ad una buona campagna vitivinicola anche nel 2022 e ad un’ottima qualità delle uve.

Infatti, l’analisi effettuata dai tecnici di Veneto Agricoltura, sulla base di dati di fonte Istat-Coeweb, vede la risalita delle vendite di vino veneto all’estero, dopo la fase di stasi registrata nel 2020. Nel 2021 il fatturato regionale del settore del vino ha sfiorato i 2,5 miliardi di euro, segnando un nuovo record storico e registrando un rialzo annuo delle vendite oltralpe del +11,1%. Anche i quantitativi di vino veneto esportati sono aumentati, arrivando pure in questo caso al record storico con 786 milioni di kg e una crescita del +7,2% rispetto al 2020.

A rimarcare quanto sia stata felice l’annata 2021 per l’export vinicolo veneto, c’è anche il prezzo medio di vendita, che è salito fino a 3,17 euro/kg, mostrando una crescita annua del +3,7%.

A rappresentare la maggior parte delle esportazioni di vini veneti in valore (53,9%) vi sono i vini fermi in bottiglia, che hanno fatto incassare circa 1,35 miliardi di euro, cui si associa un aumento del +5,6% rispetto al 2020, con un +2,5% per i quantitativi a fronte dei circa 3,95 milioni di ettolitri registrati. Il prezzo medio di vendita rilevato nel 2021, è passato dai 3,30 euro/kg del 2020 all’attuale valore di 3,40 euro/kg con un +3% netto rispetto all’anno precedente. La rimanente parte del valore dei vini veneti venduti all’estero è occupata, per un valore di 41,6%, dai vini spumanti. Questi ultimi infatti, dopo la frenata registrata nel 2020 a causa delle restrizioni dovute alla pandemia da Covid-19, hanno ripreso l’attuale inesorabile ascesa delle vendite all’estero, per la maggior parte composte da Prosecco. La crescita esponenziale dell’export nel mondo dei vini spumante del Veneto, infatti, è recente e coincide con l’introduzione delle nuove denominazioni d’origine del Prosecco DOC e DOCG (dalla vendemmia 2010), con questo vino frizzante che in breve tempo ha sbaragliato la concorrenza mondiale nel settore dello sparkling. I quantitativi di vini spumante esportati dal Veneto nel 2021 si sono attestati a circa 2,82 milioni di ettolitri e sono cresciuti del +20,7% rispetto all’anno precedente. Anche il prezzo medio di vendita rilevato nel 2021, pari a 3,68 euro/kg, si presenta in crescita del +1,8% rispetto al 2020 e ricomincia a risalire verso i livelli pre-Covid.

Focalizzando l’attenzione sulle principali destinazioni del vino veneto all’estero, i primi 3 Paesi della graduatoria, in termini di valore delle vendite, sono Stati Uniti, Germania e Regno Unito e in essi si concentra il 51% circa in valore del mercato estero del vino veneto.

Anche nel 2021 resistono gli Stati Uniti in cima alla classifica delle vendite all’estero di vino veneto, ricordando che nel 2012 erano secondi dietro la Germania. Da soli gli USA rappresentano il 21,2% del totale dell’export veneto del settore, con oltre 528 milioni di euro e con la loro quota sul totale che sale, rispetto al 2012, del +115,5%. La Germania invece si pone al secondo posto del ranking, visto che cresce solo del 29,3% rispetto al 2012 e perde nel periodo un -5,7% di quota sul totale. Più deciso, invece, il rialzo segnato dal Regno Unito (+79% netto) che, seppur restando al terzo posto, vede crescere la propria quota sul totale nel periodo di appena lo 0,4%.

In termini di quantitativi però, con circa 1,70 milioni di ettolitri, è la Germania a posizionarsi al primo posto per gli acquisti di vino veneto e si lascia alle spalle in classifica gli USA (1,36 milioni di ettolitri) e il Regno Unito (1,21 milioni di ettolitri).

Gli ultimi dati sull’export del vino nazionale vedono per l’Italia, al terzo trimestre 2022, un fatturato totale di circa 5,8 miliardi di euro, con un rialzo rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente del +12,2%, aumento dovuto alla crescita del prezzo medio, vista la stabilità dei quantitativi. Però non devono ingannare questi numeri, visto che per i principali mercati di destinazione del vino italiano, in volume di vino fermo in bottiglia, si evince un -3% verso gli Stati Uniti, il -4% della Germania a cui si associa un -6% sulla voce frizzanti. Quindi, togliendo l’effetto inflattivo, che di fatto sta pompando i prezzi, la crescita dell’export si smorza decisamente.

In questo contesto, il Veneto si pone sempre al comando della classifica dei maggiori esportatori di vino in Italia, con una quota del 36% sul totale nazionale. La nostra regione, con circa 2,08 miliardi di euro, presenta una crescita maggiore rispetto a quella nazionale, visto che si registra un rialzo del +16,6% rispetto al terzo trimestre 2021.

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