27.03.2009 L’unione fa la forza: l’aggregazione delle Cantine sociali in Veneto


All’interno del comparto vitivinicolo veneto la cooperazione gioca un ruolo molto significativo. Le 39 cantine sociali della nostra regione lavorano annualmente quasi 6 milioni di quintali di uva, prodotti in circa 40.000 ettari (il 56% dell’intera superficie vitata regionale) e conferiti complessivamente da più di 26.000 soci.

Negli ultimi anni si è assistito a una progressiva concentrazione degli impianti produttivi e delle strutture di commercializzazione, in risposta alle dinamiche di mercato che impongono di recuperare i segmenti più a valle della filiera e di attuare adeguate economie di scala. Le 7 cantine sociali con una produzione superiore a 20 milioni di euro rappresentano il 47% del valore della produzione di tutte le cantine cooperative del Veneto, di cui una, la Cantina di Soave, supera i 70 milioni di euro. Inoltre 17 cantine su 39 hanno una dimensione superiore ai 10 milioni di euro in termini di valore della produzione.

Distribuzione delle cantine cooperative del Veneto per valore della produzione (2007)

Classe valore della produzione

(000 euro)

Numero cantine

Numero soci

Numero dipendenti

Valore della produzione

(000 euro)

Impianti di imbottigliamento

< 1.000

2

338

10

1.248

1

1.000-2.000

3

1.054

20

5.006

1

2.000-5.000

9

3.612

74

33.308

4

5.000-10.000

8

4.847

129

62.294

7

10.000-15.000

7

7.554

153

90.689

5

15.000-20.000

3

2.031

44

48.066

2

> 20.000

7

6.978

365

217.844

7

Totale

39

26.414

795

458.455

27

Fonte: Confcooperative Veneto

La concentrazione è avvenuta tramite iniziative di aggregazione di vario tipo – dalla fusione alla joint venture, dal consorzio al gruppo cooperativo paritetico – mirate a creare le condizioni per l’accesso a nuovi mercati, l’ampliamento della gamma prodotti e il portafoglio clienti, il miglioramento dell’efficienza produttiva e logistica.

Tra i fenomeni aggregativi più importanti avvenuti in Veneto negli ultimi anni ne vanno citati almeno 4:

– l’espansione della
Cantine dei Colli Berici inizia nel 1989 con l’incorporazione della Cantina di Barbarano Vicentino, aumentando così del 30% la propria dimensione. Dieci anni dopo veniva acquisita la “Cielo s.p.a.”, un’importante industria di imbottigliamento, e nel 2005 è avvenuta la fusione con la Cantina di San Bonifacio, portando il quantitativo complessivo di uve lavorate a 800.000 quintali complessivi. L’anno successivo la collaborazione con la Cantina di Colognola ai Colli si è concretizzata con l’acquisto al 50% della “Cantine Riondo s.pa.”, specializzata nella produzione di spumanti, e nella successiva costituzione del Consorzio di secondo grado “Collis Veneto Wine Group” a cui partecipano le Cantine dei Colli Berici, la Cantina di Colognola e il Consorzio romagnolo Cevico;

– la
Cantina di Soave ha realizzato le fusioni con la Cantina di Cazzano di Valtramigna nel 1996, con la Cantina di Illasi nel 2005 e con la Cantina di Montecchìa di Crosara nel 2008, arrivando a gestire 900.000 quintali di uva e a controllare il 34% della produzione di DOC Soave e il 47% di DOC Valpolicella;

– la
Cantina di Colognola ai Colli ha iniziato l’espansione nel 2000 con l’acquisizione del 40% della “Casa vinicola Sartori s.p.a.” operante nell’imbottigliamento soprattutto di vini veneti destinati all’esportazione, mentre nel 2008, oltre alla citata collaborazione con la Cantine dei Colli Berici, ha assorbito la Cantina sociale di Merlara;

– la
Cantine Riunite del Veneto Orientale è una realtà cooperativa nata dalla joint venture tra le Cantine sociali di S. Donà di Piave, Jesolo, Meolo, Portogruaro e Pramaggiore mediante un processo di aggregazione a tappe successive iniziato nel 1989. La Cantine Riunite nel 2005 ha costituito con la Cantina di Campodipietra la “Gruvit s.r.l.” per la commercializzazione del vino imbottigliato nella GDO e ha acquistato la maggioranza della società di imbottigliamento “Bosco Malera”.

Non c’è dubbio che tali strategie di crescita possono rappresentare dei modelli di sviluppo per l’intero sistema cooperativo vitivinicolo veneto allo scopo di adeguare le strutture produttive e commerciali in relazione alle sfide derivanti dalla globalizzazione dei mercati agroalimentari.