Foresta Demaniale Regionale del Cansiglio


Inverno in Pian del CansiglioCervi in Pian del CansiglioAutunno in Pian del Cansiglio

La foresta del Cansiglio fa parte del Demanio della Regione Veneto ed è gestita da Veneto Agricoltura. All’interno di quest’area vengono gestiti anche la Riserva Naturale Integrale Piaie Longhe.Millifret e la Riserva Naturale Orientata Pian di Landro Baldassare


SpeloncaPaesaggioL’AMBIENTE

Il Cansiglio si presenta come un acrocoro carsico, dominante la pianura veneto-friulana. La zona è a forma di catino con tre depressioni centrali, la più grande delle quali è Pian Cansiglio, le altre due sono Valmenera e Cornesega.
L’altopiano del Cansiglio è quindi una tipica zona carsica. Il fenomeno del carsismo è chimico-fisico e consiste nella dissoluzione del carbonato di calcio delle rocce calcaree, a contatto con l’anidride carbonica presente nella pioggia o nell’acqua prodotta dal disgelo. L’anidride carbonica presente nell’acqua, la rende leggermente acida, formando con essa acido carbonico; la reazione di questo acido con la roccia calcarea (normalmente insolubile in acqua), trasforma

il carbonato di calcio, in bicarbonato di calcio molto più solubile, dando così avvio a questo lungo processo di alterazione della roccia. Il risultato di questo fenomeno è ben visibile, non solo nelle tre grandi depressioni che costituiscono l’area del Cansiglio, ma anche nelle numerose doline ed inghiottitoi presenti su tutta l’area. Le doline, sono grandi buche del diametro di vari metri, a forma di imbuto. mentre le conche a fondo piatto con dimensioni chilometriche sono chiamate “polje” (come le tre grandi depressioni che costituiscono l’altopiano); tra le più importanti doline si ricorda il Bus de la Lum profondo 185 m e il Bus della Genziana di 582 m di profondità e 3 km di sviluppo. Gli inghiottitoi invece, sono dei punti di frattura della roccia in cui vanno a cadere le acque che scorrono superficialmente nel terreno( soprattutto durante eventi meteorici intensi. Queste acque, erodendo i bordi della fenditura, producono una forma ad imbuto che lentamente si amplia, creando così, col tempo, una dolina. A causa dei fenomeni carsici le acque delle
precipitazioni penetrano direttamente negli starti profondi del terreno, per questo in Cansiglio non esistono corsi d’acqua superficiali a regime permanente; questi sono limitati a brevi rigagnoli nei periodi più piovosi o di scioglimento delle nevi.
Un fenomeno particolare è l’accumulo di materiale impermeabile, argilloso, nel fondo delle doline che provoca la trasformazione di queste in piccoli specchi d’acqua, chiamate lame, importanti punti di ritrovo ed abbeveraggio per gli animali selvatici. Il processo si completa con un lento interramento che porta alla formazione di torbiere.
Dal punto di vista climatico, il Cansiglio si differenzia in modo caratteristico dalle zone limitrofe, a causa della sua morfologia. Questa comporta la creazione di un topoclima piuttosto caratteristico, che risente degli influssi della pianura, mentre è riparato dai venti settentrionali dalla catena alpina. Si tratta di un clima temperato freddo con estati fresche, con una spiccata impronta oceanica per la vicinanza del mare Adriatico. Dai versanti interni scende un flusso di aria fredda che va a depositarsi nella zona centrale della conca, ovvero nelle tre grandi doline, e lì rimane imprigionata, determinando localmente condizioni di maggiore continentalità. Questo comporta due fenomeni: il ristagno delle nebbie al fondo e l’inversione termica, ovvero la diminuzione delle temperature procedendo dalla sommità dei rilievi circostanti verso il fondo della conca.

LA FLORA
SottoboscoL’inversione termica dai versanti al fondo dell’altipiano, ha come conseguenza l’inversione delle serie vegetazionali in modo caratteristico. Nel fondo delle grandi doline, sono presenti prati e pascoli, che normalmente occuperebbero le aree di quote maggiori, mentre la vegetazione forestale va ad occupare i piani superiori. Al di sopra di questi prati e pascoli, risalendo i versanti, si incontra a tratti una fascia a ginepro e quindi, la prima vegetazione forestale costituita dalle cosiddette peccete di dolina. Si tratta di bosco coetaneo (cioè costituito da piante che formano un soprassuolo per lo più uniforme, sia come altezza che come dimensione degli individui), artificiale, di solo abete rosso (Picea abies), risultato di un impianto effettuato circa una cinquantina di anni fa su ex pascoli. Questo tipo di bosco occupa il fondo delle grandi doline (Valmenera e Cornesega). La struttura debole di un soprassuolo monospecifico e coetaneo, il fatto che l’abete rosso in queste zone è al limite meridionale del suo areale (cioè della sua area geografica di diffusione), comporta la scarsa resistenza di questo alle avversità atmosferiche e parassitarie. Il consorzio boschivo più rappresentativo è la faggeta. Il faggio (Fagus sylvatica) trova invece il suo optimum, per terreno e clima di carattere oceanico, in un anello che va da 1100 a 1400 m, dove forma un consorzio puro (cioè costituito da solo faggio) e coetaneo.
Il sottobosco è in stretta relazione alla quantità di luce che filtra attraverso la chioma degli alberi. Nel bosco fitto questo è quasi inesistente; Quando però il bosco è maturo e cominciano i tagli selvicolturali per favorire la rinnovazione naturale del bosco, il suolo si ricopre soprattutto di felci e di specie sciafile (cioè che sopportano la copertura delle altre piante) caratteristiche di una faggeta più rada, quali: la Cardamine trifolia, la Luzula nivea, il Galium odoratum, ecc. Altra formazione molto diffusa è l’abieti-faggeto: consociazione di faggio e abete bianco (Abies alba); questa occupa la porzione di territorio attorno alla piana dove il carattere oceanico del clima tende a diminuire. La struttura di questa formazione è pluristratificata (cioè costituita da piante di diverse dimensioni ed età), e ciò permette l’infiltrazione laterale della luce e la conseguente presenza di un piano arbustivo ed erbaceo ben rappresentato. Le specie più frequenti sono: la Lonicera sp. pl., la Daphne mezereum, il Senecio fuchsii, ecc. oltre a diverse felci e muschi. Ultima tipologia forestale presente, è quella dell’abetina pura (cioè di solo abete bianco –Abies alba-), che occupa una superficie limitata nella parte Nord-Ovest del Cansiglio. Si tratta di un bosco quasi unico nell’arco alpino, con struttura coetanea ad alti fusti colonnari. Gli strati arbustivo, erbaceo e muscinale ricalcano in gran parte quelli dell’abieti-faggeto.


CaprioloLA FAUNA
Mammiferi: la specie più rappresentativa è indubbiamente il cervo (Cervus elaphus), ma si trova anche il capriolo
(Capreolus capreolus)e il daino (Cervus dama); quest’ultimo è stato introdotto inizialmente in un recinto faunistico, e poi liberato in foresta. Altri mammiferi presenti sono la lepre comune (Lepus capensis) ed alpina (Lepus timidus), lo scoiattolo (Sciurus vulgaris),che si nutre dei semi dell’ abete rosso, il ghiro (Glis glis), le arvicole (Clethrionomys sp. pl.), che abitano gli spazi aperti della piana, il riccio (Erinaceus sp. pl.), la talpa (Talpa europea), i toporagni (Sorex araneus) e i pipistrelli (Pipistrellus sp.pl.). Numerosa è la presenza della volpe (Vulpes vulpes); inoltre ci sono diversi mustelidi, come il tasso (Meles meles), la martora (Martes martes), la puzzola (Mustela putorius) e la donnola (Mustela nivalis).

Falco pecchiaioloFringuelloUccelli: Le specie stazionali e più diffuse della famiglia dei rapaci sono l’astore (Accipiter gentilis), lo sparviero
(Accipiter nisus), la poiana (Buteo buteo) e il gheppio (Falco tinnunculus). Altri rapaci diurni come: il falco pecchiaiolo (Pernis apivorus), i nibbi (Elanus sp. pl.)e le albanelle (Circus sp. pl.), sono facilmente avvistabili durante le migrazioni, mentre l’Acquila reale (Aquila Chrysaetos) è avvistabile in quanto nidifica nel vicino Monte Cavallo. Tra i rapaci notturni i più frequenti sembrano essere: l’allocco (Strix aluco), la civetta nana (Glaucidium passerinum), la civetta capogrosso (Aegolius funereus) e il gufo comune (Asio otus). I galliformi sono ben rappresentati con: il francolino di monte (Bonasa bonasia), il fagiano di monte (Tetrao tetrix), il gallo cedrone (Tetrao urogallus) e la pernice bianca (Lagopus mutus). Durante la notte, nel periodo degli amori è poi facilmente udibile il Cuculo (Cuculus canorus). Tra i picchi si trova: il Picchio nero (Dryocopus martius), rosso maggiore (Dendrocopos major) e quello verde (Picus viridis). Specie migratrici presenti nel periodo
estivo sono l’allodola (Alauda arvensis), la capinera (Sylvia atricapilla), l’averla piccola (Lanius collirio), il sordone (Prunella collaris) e molti altri.

Tra gli uccelli stanziali ricordiamo alcuni dei numerosi uccelli presenti come: il fringuello (Fringilla coelebs), probabilmente l’uccello più abbondante in Cansiglio,cornacchia grigia (Cornus corone cornix) e la ballerina bianca (Motacilla alba), la ghiandaia (Garrulus glandarius), il crociere (Loxia curvirostra), il pettirosso (Erithacus rubecula) ecc.

Anfibi: La presenza nel bosco di un’elevata umidità e di acqua stagnante nelle lame, sono fattori estremamente favorevoli alla vita degli anfibi. Trascorrono tutta la loro esistenza in acqua i tritoni, alpino (Triturus alpestris) e crestato (Triturus cristatus), qui molto comuni. Tra gli altri anfibi si trova, la salamandra nera (Salamandra atra), la rana rossa (Rana temporaria) e la rana verde (Rana ridibunda).

IL CANSIGLIO E L’UOMO

Foto storicaBoscaioliI cimbri: A partire dal 1795 iniziarono a giungere in Cansiglio nuclei di popolazione cimbra, provenienti da Roana, paese dell’altopiano di Asiago. I Cimbri appartengono ad una stirpe di origine germanica provenienti dalla Baviera, ma originari della
Danimarca. Cominciarono con l’insediarsi in Pian dei Lovi e Val Bona e, in seguito, costruirono numerosi villaggi in prossimità della strada principale: Vallorch, Le Rotte, Pich, Pian Osteria, Pian Canaie, Campon. Le attività dei Cimbri sono sempre state, legate alla lavorazione del legno e del latte. In particolare avevano sviluppato una fiorente attività artigianale di costruzione di scatole circolari, prodotte con fogli di legno di faggio, da questo deriva il soprannome di “scatoleri”, destinate a dare forma ai prodotti caseari. Per le loro origini parlavano una lingua di derivazione tedesca, lingua che ormai si è andata lentamente estinguendo; ne rimangono traccie solo in qualche opera storiografica. Ancora oggi, molti Cimbri risiedono nella sottostante pianura e utilizzano le abitazioni dei villaggi solo nel periodo estivo. Più di qualcuno, comunque, risiede ancora stabilmente in Cansiglio e nel vicino Alpago.

La selvicoltura: il paesaggio, così come lo si vede, l’ambiente, così ben mantenuto, è frutto di centinaia di anni di gestione forestale. L’importanza della zona fu messa in risalto soprattutto sotto la Serenissima Repubblica di Venezia che trovò nell’area, il legname adatto e della qualità adeguata per rifornire il suo potentissimo Arsenale. I faggi del Cansiglio vennero così usati per la creazione dei remi, ma anche per produrre legname da opera e per la produzione del carbone. La Serenissima, ben conscia dell’importanza di questa risorsa e della sua forte dipendenza da essa, ma anche estremamente lungimirante nel capire che una buona gestione del territorio era fondamentale non solo per le aree montane ma anche per quelle di pianura, sfruttò a fondo questo patrimonio, ma seppe anche ben amministrarlo, attraverso regole precise e dure repressioni per i trasgressori. Successivamente, con i governi francese e austriaco, la gestione del bosco venne fortemente orientata alla produzione con notevoli danni al patrimonio. Solo dopo la nascita del Regno d’Italia nel 1871 il Governo Italiano dichiarò il Cansiglio Foresta Demaniale inalienabile. Il Corpo Forestale dello Stato lo gestì fino al 1978, quando con il passaggio delle competenze forestali, dallo Stato alle Regioni, il Cansiglio venne integrato nel Demanio della Regione Veneto. In quest’area la selvicoltura viene ancora praticata attivamente, sia con fini conservativi che produttivi. La selvicoltura praticata in Cansiglio è ispirata ai criteri naturalistici dove, obbiettivo primario, è l’ottenimento di un bosco ecologicamente stabile. Gli interventi che vengono eseguiti sul territorio, a carico di numerose ditte di utilizzazioni boschive, che danno vita ad un notevole indotto per le comunità locali ma non solo, sono eseguiti al fine di conseguire e favorire un continuo e spontaneo rinnovamento del bosco, aumentare la biodiversità ed eliminare le piante danneggiate o colpite da attacchi parassitari, per evitare la formazione di pericolosi focolai d’infezione. Molte sono comunque le aree lasciate all’evoluzione naturale, cioè aree che, anche se non sottoposte a particolari vincoli protettivi, vengono comunque non utilizzate.


Paesaggio con mucche al pascoloLa zootecnia:
la vasta area dell’altopiano a prato e pascolo, viene attualmente utilizzata da quattro aziende agricole che operano tutto l’anno più tre malghe, che operano solo stagionalmente. La loro gestione anche se mirata alla produzione principalmente di latte è comunque perfettamente integrata nel territorio permettendo anche una adeguata gestione e manutenzione del territorio.

Il turismo: il Cansiglio è anche luogo di svago e di immersione nella natura, ma anche di apprendimento e di sensibilizzazione. Obbiettivo della gestione è quello di favorire una fruizione consapevole dell’ambiente attraverso numerose iniziative che vengono organizzate nell’area. Numerosi, sono i sentieri dotati di cartellonistica, che permettono una immersione nella natura, ma allo stesso tempo, cercano di far comprendere al visitatore il complesso funzionamento di quell’ecosistema in cui è immerso; numerose poi, sono le possibili gite in mountain-bike ed a cavallo.

rn2000Si ricorda che l’intera area è Sito di Interesse Comunitario (SIC) (DIRETTIVA 92/43/CEE “Habitat”) e Zona di Protezione Speciale (ZPS) (DIRETTIVA 79/409/CEE “Uccelli”), il che comporta l’inserimento di queste aree nella RETE NATURA 2000. La FDR del Cansiglio rientra nel SIC e ZPS IT3230077 – Foresta del Cansiglio
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DATI GEOGRAFICI
Province: Belluno, Treviso
Comunità Montana: Comunità Montana dell’Alpago, delle Prealpi Trevigiane
Comune: Farra d’Alpago, Tambre d’Alpago, Fregona
Superficie totale: 3932.12 ha
Superficie boscata: 3147.05 ha
Caratteristiche altimetriche:
Altitudine minima: Cornesega (895 m)
Altitudine massima: Monte Croseraz (1694 m)
Coordinate geografiche (X Y):

Per informazioni e materiale informativo:
Veneto Agricoltura – Centro Forestale di Pian Cansiglio
32010 Spert D’Alpago (BL)
Tel: 0438.581757
Fax: 0438.581003
Orari: lunedì-giovedì 8:30-12:30; 15:00-17:00 venerdì 8:30-14:00