Foresta Demaniale Regionale Destra Piave

 

Tipo di faunaTipo di floraPaesaggio montano

La Foresta della Destra Piave è un’area che ricade all’interno del Demanio della Regione Veneto ed è gestita da Veneto Agricoltura.


Paesaggio montanoL’AMBIENTE

L’ambiente in cui si sviluppa la proprietà è estremamente vario e caratterizzato da un continuo alternarsi di valli e creste tanto da determinare un paesaggio aspro, ma al contempo vario, sia come forme, che come vegetazione; infatti la presenza di questi continui passaggi da zone di impluvio a zone di cresta, porta alla formazione di numerosi microclimi che determinano un’altrettanta varietà vegetazionale.
La numerosa presenza di valli, comporta un’altrettanto elevato numero di corsi d’acqua che le solcano: i principali sono il Colmeda, il Caorame, il Cismon, il Tegorzo. A questi torrenti ricchi d’acqua per tutto l’anno, si affiancano numerosissimi altri torrenti effimeri, presenti quindi prevalentemente nel solo periodo primaverile che si formano a seguito del disgelo e delle frequenti piogge, abbondanti nell’area esalpica (cioè delle prime montagne che incontriamo dopo le zone collinari, che danno il via alla catena alpina), proprio in questa stagione.


BoscoLA FLORA
I boschi presenti sono prevalentemente caratterizzati da latifoglie; si trovano: il faggio (Fagus sylvatica), l’orniello (Fraxinus ornus), il carpino nero (Ostrya carpinifolia), il nocciolo (Corylus avellana) ecc. Molte sono anche le specie esotiche (cioè non tipiche della zona) che rappresentano circa l’8 % delle specie presenti e sono prevalentemente di origine nord americana come ad esempio la robinia (Robinia pseudoacacia). Queste specie hanno invaso queste zone, in seguito ai sempre più diffusi collegamenti intercontinentali, che hanno permesso il trasporto, spesso inconsapevole, dei loro semi.


CaprioloLA FAUNA
Per quanto riguarda la fauna, questa è ben rappresentata, sia da grandi mammiferi, tra cui il più diffuso è sicuramente il capriolo (Capreolus capreolus), sia da animali di taglia minore, come la volpe (Vulpes vulpes), la faina (Martes foina), il ghiro (Glis glis), lo scoiattolo (Sciurus vulgaris) ecc.. Tra l’avifauna si può invece annoverare il cuculo (Cuculus canorus), la ghiandaia (Garrulus glandarius) ed anche l’aquila (Aquila chrysaetos), oltre a numerose altre specie.


Paesaggio e malgheVecchia foto malga abbandonataLA DESTRA PIAVE E L’UOMO

Le testimonianze storiche della presenza di attività antropiche nella zona, risalgono al XIV secolo. All’epoca poche erano le aree incolte e molte erano le attività svolte sul territorio: caccia, raccolta dei prodotti secondari del bosco (frutti di bosco ecc.), agricoltura e zootecnia. Proprio quest’ultima attività fu quella che determinò i più forti cambiamenti nel territorio, ma che permise anche un suo adeguato e sostenibile sfruttamento. Con il tempo all’attività zootecnica si affiancò la produzione di carbone, sempre più richiesto come combustibile da riscaldamento, dalle crescenti aree urbane poste nella vicina pianura. Questa attività portò ad un forte cambiamento nella forma di governo del bosco (cioè nel modo di gestire e tagliare il bosco) trasformandola da altofusto (cioè una forma di governo in cui le piante nascono da seme e crescono fino ad un’età in cui la gestione ne prevede il taglio, compatibilmente con la presenza di una adeguata quantità di nuove piantine, che rinnoveranno il bosco ormai giunto a maturità) a ceduo (forma di governo in cui si sfrutta la capacità di rigenerazione delle piante tagliate che emettono nuovi soggetti dalla ceppaia -polloni- a formare dei soggetti di piccole dimensioni impiegati per particolari produzioni, come ad esempio, quella del carbone). Le attività zootecnica e di sfruttamento del bosco si protrassero fino a circa la metà del secolo scorso quando la migrazione delle popolazioni, da queste aree verso le città, portò all’abbandono di queste pratiche ed ad un conseguente, progressivo degrado del territorio;
vennero a mancare così i presupposti per lo sfruttamento ed una adeguata manutenzione dell’ambiente, ormai così ampiamente modificato dalle attività antropiche. Ancora oggi è ben visibile il fenomeno dell’abbandono del territorio, soprattutto intorno agli edifici delle vecchie malghe dove i pascoli, sono stati invasi da specie arbustive (lampone ecc.) che sono elementi tipici, nell’evoluzione della vegetazione, della fase precedente alla formazione del bosco.
Per quanto riguarda le malghe presenti nella proprietà, molte sono state abbandonate come anche i loro pascoli, che nella situazione attuale non sono più recuperabili. All’interno della Foresta Demaniale Regionale della Destra Piave, la superficie a pascolo ancora utilizzabile e che quindi ha mantenuto quasi inalterata, le sue caratteristiche di zona adatta a questa attività, è di circa 37 ettari; di cui circa 29 competono alla malga Paoda, situata a 1.180 m di quota. Su questa struttura è stato attuato un restauro degli edifici ed è stata costruita una strada che da Schievenin sale fin davanti alla malga. Questi interventi sono stati attuati al fine di rendere questa struttura più fruibile, in modo da favorire il ripristino della pratica dell’alpeggio e permettere di utilizzare, ancora come un tempo, questi pascoli evitandone così il progressivo degrado.

rn2000Si ricorda che l’intera area è Sito di Interesse Comunitario (SIC) (DIRETTIVA 92/43/CEE “Habitat”) e Zona di Protezione Speciale (ZPS) (DIRETTIVA 79/409/CEE “Uccelli”), il che comporta l’inserimento di queste aree nella RETE NATURA 2000. Il territorio della FDR Destra Piave rientra nei SIC  Massiccio del Grappa – IT3230022, Dolomiti feltrine e bellunesi – IT3230083 e nelle ZPS Massiccio del Grappa – ZPS IT3230022, Dolomiti feltrine e bellunesi – IT3230083, Versante Sud delle Dolomiti feltrine – IT3230087.

DATI GEOGRAFICI
Provincia
: Belluno
Comunità Montana: Comunità Montana Feltrina
Comuni: Quero, Sovramonte, Feltre, Cesiomaggiore, Pedavena
Superficie totale: 624.99.86 ha
Superficie boscata: 207.92.80 ha
Caratteristiche altimetriche:  –
Altitudine minima: Località Santa Barbara (500 m)
Altitudine massima: Monte Grave (1544 m)
Coordinate geografiche (X Y): 46°07’00’’ – 45°57’06’’; 11°47’10’’ – 11°56’11’’

Per informazioni e materiale informativo:
Veneto Agricoltura – Centro Forestale di Pian Cansiglio
32010 Spert D’Alpago (BL)
Tel: 0438.581757
Fax: 0438.581003
Orari: lunedì-giovedì 8:30-12:30; 15:00-17:00 venerdì 8:30-14:00